
Sant’Isacco, una figura dell’Antico Testamento venerata anche dai cristiani come precursore del Cristo e della sua Passione
Oggi la Chiesa ricorda sant’Isacco patriarca, figlio di Abramo e Sara e padre di Esaú e Giacobbe. Una lunga vita, una devozione intensa e una nascita, la sua, tanto desiderata e attesa dai genitori ormai anziani.
Erede delle divine promesse, rinnovategli da Iahweh dopo la morte di Abramo, intensamente devoto, si rimette sempre fiducioso alla volontà di Dio.
Il significato del suo nome, Isacco, è “che Dio sorrida, sia favorevole“. E’ lui che, fedele e fiducioso in Dio, come il padre, sarebbe stato disposto a farsi immolare, come viene raccontato nella Genesi. Pur non conoscendone il motivo. Si sposa con Rebecca da cui ha due gemelli, anche lui in età avanzata, a 60 anni circa, Esaù e Giacobbe.
Muore ad Hebron a centottanta anni e viene sepolto da Esaú e Giacobbe nella tomba di famiglia, nella grotta di Macpelah. Qui si trovano anche Sara ed Abramo.

Sant’Isacco precursore della figura di Gesù
San Paolo ricorda Isacco nelle lettere come erede delle promesse divine di partecipare alla salvezza del messia che non riguarderebbe tutti i discendenti carnali delle Tribù di Israele. Isacco rappresenta infatti per la fede cristiana il prototipo del cristiano, fedele alla volontà di Dio fino all’accettazione di morire per sua volontà, come vittima immolata, precursore di Gesù.
Cristo stesso sarebbe chiamato “un secondo Isacco”. Mentre Rebecca rappresenterebbe la Chiesa, scelta per divenire la sposa di Cristo. L’incontro di Eliezer con Rebecca prefigura invece l’Annunciazione e il matrimonio di Rebecca con Isacco viene considerato figura del matrimonio di Maria con San Giuseppe.
In Grecia, la terza domenica d’Avvento, si celebra la memoria dei santi Abramo, Isacco e Giacobbe. La loro solennità, molto diffusa anche nella Chiesa cristiana mediorientale viene celebrata dai Siri nella feria III dopo Pasqua; dagli Armeni, nel sabato della prima settimana dopo la Trasfigurazione e il 28 mesore (21 agosto.) dai copti.
La Chiesa latina ha stabilito, dopo l’undicesimo secolo, la sua memoria al 25 marzo, ricordando anche gli altri patriarchi, in relazione con la passione del Cristo.
a cura di Anna Cavallo