Sarah Maestri e l’adozione della figlia Alesia: “È stata una battaglia”

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Sarah Maestri nasce in provincia di Varese nel 1979. La sua infanzia è segnata da una grave malattia emolitica, che la porta a trascorrere lunghi periodi in ospedale. Questa esperienza la rende consapevole del valore della vita: Sarah sviluppa una particolare sensibilità verso i temi dell’infanzia, e da adulta si dedica al volontariato.

Il suo grande amore è la recitazione. Inizia a studiarla a Roma e poi a Milano. Il suo esordio è a teatro nel 1997 nella piéce Puck, tratta da Sogno di una notte di mezza estate, per la regia di Silvia Priori. La carriera in tv inizia nella soap opera Vivere, a cui segue CentoVetrine.

Il grande successo arriva però nel film Notte prima degli esami di Fausto Brizzi in cui interpreta una delle protagoniste: Alice Corradi. Seguiranno tantissimi film di successo da Dietro il buio Come saltano i pesci. E al suo lavoro di attrice si affianca quello di conduttrice e autrice di programmi radiofonici. Sarah Maestri, in parallelo alla sua carriera, porta avanti il suo impegno nel volontariato e nel 2007 parte per una missione umanitaria in Madagascar.

Sarah Maestri e l’adozione della figlia Alesia

Sarah Maestri non poteva immaginare che in quel giorno ormai lontano del 2012 a Medjugorje la sua esistenza sarebbe cambiata per sempre. È lì ferma, persa nelle sue riflessioni, quando il telefono inizia a suonare: imbarazzata, risponde a voce bassa. È un amico, Carmine, che da anni ospita in famiglia bambini provenienti da Bielorussia e Ucraina, i paesi più colpiti dal disastro nucleare di Chernobyl. Le chiede un aiuto perché ha un problema: Sarah dovrebbe ospitare per qualche giorno una bambina di otto anni, Alesia, che arriva da un orfanotrofio bielorusso.

È una nuova vita e una nuova Sarah che nascono quel giorno, ma ancora lei non lo sa. «All’improvviso, in aeroporto», mi racconta, «mi sono trovata inginocchiata di fronte a una bambina che mi guardava seria, con il suo passato doloroso e le sue domande, trascinandosi dietro una valigia vuota. Ho sentito subito qualcosa di indescrivibile». Attrice di teatro, cinema e tv, ma anche conduttrice radio e scrittrice, Sarah raggiunge la fama interpretando Alice nel film Notte prima degli esami di Fausto Brizzi e la sua carriera decolla e non si ferma più. Il suo primo libro, La bambina dei fiori di carta (Aliberti), pubblicato nel 2009, racconta la sua infanzia passata in ospedale per una grave malattia. Il 20 settembre esce il suo secondo libro Stringimi a te (Garzanti): è il racconto emozionante della nascita di un amore che non si può rimandare indietro e che stravolge la vita. La storia di tanti anni di difficoltà, di burocrazia, di gioie e dolori, di un andare e venire dall’Italia alla Bielorussia per ricongiungersi con quella bambina che è diventata la metà del suo cuore, fino ad arrivare, il 24 agosto 2018, all’adozione come mamma single.

E, alla fine di ogni capitolo, in poche righe, c’è Alesia, ormai diciottenne, che racconta ciò che è accaduto dal suo punto di vista. Sarah è un vulcano di emozioni e vitalità: le sue parole diventano in fretta un dialogo, le piace confrontarsi e si percepisce – ascolta, ride, ribatte, si commuove – mi parla come se ci conoscessimo da anni. «Credevo che la mia strada fosse diversa: non avevo mai pensato di diventare madre», mi spiega. «La maternità mi faceva paura anche per il dolore fisico. In realtà ho capito che il dolore è in quello strappo che sente ogni mamma quando capisce che il figlio cresce e deve lasciarlo andare. I figli li accompagni ma non ti appartengono: è questa la sfida più difficile. Ho scritto questo libro non tanto per testimoniare che è possibile adottare da madre single, la legge è chiara in tal senso, quanto per far capire che si tratta di una scelta radicale, per sempre: non sei più “Sarah” ma sei “la madre di Alesia”». Continua Sarah: «Il centro non sei più tu ma è la relazione, il tuo essere mamma di un’altra creatura unita ma distinta da te. L’adozione ha un suo percorso di preparazione: capisci che da soli non ce la si fa… siamo chiamati a essere uniti, ad appoggiarci e a essere parte di una comunità educante. Anche la Parola è chiara. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, si legge nel Vangelo secondo Matteo».

Nel 2012 la vita di Sarah Maestri cambia per sempre. Un amico le chiede di rendersi disponibile per ospitare una bambina bielorussa, che arrivava in Italia da un orfanotrofio di Minsk per un progetto volto ad aiutare i “bambini di Chernobyl”.

Sarah accetta, ma non sa che quella che sarebbe andata a prendere a Fiumicino sarebbe stata sua figlia. “Non avevo nessun richiamo di maternità nella mia vita in quel momento. Ero una single incallita, childfree. I figli degli altri mi piacevano, ma non credevo che un giorno ne avrei avuta una io. Ero lanciata nella mia carriera e la mia vita mi piaceva”, racconta Sarah Maestri.

Ripercorrendo il suo primo incontro con la figlia: “Ero bloccata nel traffico del raccordo anulare, scapigliata e ignara di quello che stava per succedere. Dovevo ospitare questa bambina solo per qualche giorno e ora è diventata mia figlia. Sono arrivata in ritardo all’appuntamento più importante della mia vita”.

Da quel momento nella vita di Sarah la priorità diventa portare Alesia a casa per sempre, nel frettempo ospita Alesia in Italia ogni volta che può e lei stessa va spesso in Bielossia.”Durante questo tempo lunghissimo ci distaccavamo, ma non ci allontanavamo mai. Sentivo un dolore pazzesco quando partiva, non avevo la forza di alzarmi dal letto”, racconta l’attrice. Inizia così il suo percorso di adozione, difficile essendo single, ma possibile in alcuni casi particolari come il suo.

Una strada complicata in cui deve superare tanti ostacoli, come quando sembrava fatta, invece Alesia deve tornare in Bielorussia per validare l’adozione, “una questione di qualche settimana”, ma passano tre anni.

Oggi Sarah e Alessia vivono insieme la loro nuova quotidianità di mamma e figlia: “Credevo che la sofferenza dell’essere madre fosse collegata al dolore fisico del parto. Invece è lasciare il cuore a qualcuno che vive in balia del mondo”.

Seguici su Google News