Dopo la brutta prestazione di Firenze, c’era inevitabilmente un po’ di preoccupazione per come la Juventus di Maurizio Sarri avrebbe affrontato il primo big match europeo della stagione.
D’altronde già lo scorso anno, proprio nell’andata degli ottavi di Champion’s League contro l’Atletico, era stata punita per una gara apatica e di dubbia intensità agonistica, non così dissimile da quella disputata contro i viola.
E invece la squadra di Sarri ha retto il colpo, e seppur in una partita imperfetta sotto molti punti di vista, si è comunque dimostrata in grado di mantenere quello status europeo con cui da qualche anno si presenta nella massima competizione.
A sorprendere è stato però il gioco dell’Atletico Madrid.
La sensazione è che i cambiamenti di quest’anno siano andati molto oltre il ringiovanimento della rosa. L’Atletico ha iniziato a costruire gioco in maniera diversa dal passato.
Bisogna inoltre rendere merito alla grande qualità tecnica sfoggiata dal centrocampo dei colchoneros. Passaggi precisi e velenosi cambi di gioco che hanno spesso sfiancato i bianconeri, che troppe volte si sono ritrovati scoperti in ampiezza.
È mancata però concretezza nella trequarti, forse troppa. D’altronde Simeone ha sottolineato più volte di avere tra le mani una squadra in costruzione, che deve definirsi su nuovi giocatori e nuove caratteristiche tattiche.
La Juventus ha subito un po’ troppo la partita, molto più di quando le statistiche di fine gara lascino intendere.
Una delle difficoltà maggiori è stata l’incapacità di pressare bene la prima linea di costruzione dell’Atletico. Un problema non da poco, l’Atletico avanzava fin troppo facilmente palla al piede, e riusciva a ricamarsi ampi spazi su cui attaccare.
La nota positiva, è che nei momenti in cui riusciva a tirarsi fuori dalle secche, il gioco dei bianconeri si è rivelato interessante e concreto.
Inizia a vedersi una forte voglia di ripartire dal basso in qualunque situazione di gioco, evitando i lanci lunghi anche quando l’avversario pressa alto.
Sembra inoltre sparita quella sterilità offensiva fatta di cross sbilenchi e fuori luogo. La Juve di quest’anno crossa con inaspettata precisione, e Alex Sandro sembra quasi prometterci che sta tornando ad essere quel giocatore che anni fa’ ci ha entusiasmato.
Nei momenti in cui riusciva a prendere il controllo della gara, si è dimostrata capace di arrivare in porta in maniera convincente, sia attraverso verticalizzazioni in grado di dare il via a rifiniture raffinate ( vedi il gol di Higuain), sia attraverso una trama di gioco in grado di sfruttare ampiezza e inserimenti ( vedi il gol di Matuidi).
È una squadra ancora lontana da quella solidità ( non solo difensiva) indispensabile per poter competere ad altissimi livelli, e da quel dominio del pallone tanto caro al tecnico toscano.
Ma la mano di Sarri si è vista qui molto più che nella partita contro il Napoli.
E considerato che siamo soltanto a metà settembre, il tecnico può ritenersi soddisfatto di questo esordio.