Era l’11 maggio del 1860, quando Garibaldi con Mille volontari, sbarcarono a Marsala. Partono dal porto di Quarto, nei pressi di Genova, quindi sotto il Regno della Sardegna. Arrivano a Marsala, in una Sicilia ancora sotto il dominio borbonico. Il sogno patriottico italiano, germogliava già tra i siciliani. Che stanchi del governo delle Due Sicilie, aiutano i Mille ad avanzare. La meta era Napoli. Così nel meridione del paese, in molti furono i volontari, che si arruolano con i Mille. Costituendo un vero e proprio esercito, l’esercito del meridione.
Questo esercito del meridione, insieme ai Mille, vince molte battaglie contro quello borbonico. Costringendo gli avversari, alla resa. Così cadde il Regno delle Due Sicilie, per annettere il meridione a quella che stava nascendo, l’Italia unita. Un sogno patriottico, che Garibaldi, presenta con fervore e convinzione al popolo italiano. Sotto di lui, in molti sono gli italiani che sognano un’Italia unita, forte e tricolore. Per questo l’impresa dei Mille, è il frutto di tutti quegli italiani che credevano in un sogno di patria, arrivando anche a sacrificare la vita.
I primi jeans della storia, quelli dei Mille
Le divise dei Mille, sono più attuali che mai. Tra i molti meriti di questa gloriosa e patriottica spedizione, uno è alquanto insolito. Infatti parliamo di moda e di abbigliamento. I jeans. Uno dei capi simbolo dei tempi contemporanei, è proprio frutto della spedizione dei Mille. Infatti nelle fabbriche tessili di Genova, venne creato il tessuto jeans. Un cotone molto resistente ed economico, usato spesso dai marinai del tempo. Tessuto che Garibaldi sceglie per le uniforme del suo esercito dei Mille.
Quindi i jeans, sono una vera scoperta garibaldina. L’uniforme voluta dal celebre condottiero, oltre ai pantaloni dal tessuto rivoluzionario, prevedeva anche una giubba rossa. Camicie dal colore rosso sgargiante, tonalità che non era casuale. Infatti simboleggiava il coraggio dei Mille. Un esercito che non si mimetizza al nemico, anzi si evidenzia. Perché pronto a dare anche la vita, a sfidare la morte sul campo di battaglia. Per un’unica, valida causa d’onore: la Patria Italia Unita.
a cura di Chiara Bonacquisti
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