Pompei non smette mai di stupirci, un tesoro ancora da scoprire, col tempo restituisce pezzi di storia di inestimabile valore. E’ notizia di oggi l’eccezionale ritrovamento avvenuto durante alcuni scavi a Pompei di due corpi praticamente intatti. Entrambi uomini, un quarantenne signore di rango, avvolto in un mantello di lana e il suo giovane schiavo in tunica. La scoperta è avvenuta nella villa suburbana di Civita Giuliana, la lussureggiante tenuta di epoca augustea con le terrazze che arrivavano fino al mare.
Il vano nel quale è avvenuto l’odierno ritrovamento è quasi del tutto intatto e per questo particolarmente prezioso. Nello stesso sito nel 2017 un team di archeologi nelle stalle della villa trovò i resti di tre cavalli di razza. Uno di questi risultava essere ancora bardato con una raffinata sella in legno e bronzo e scintillanti finimenti. Si pensa fosse pronto per l’uscita imminente del suo padrone.
Gli scavi a Pompei, un tesoro infinito
“Per la prima volta dopo più di 150 anni, dal primo impiego della tecnica, è stato possibile non solo realizzare calchi perfettamente riusciti delle vittime, ma anche indagare e documentare con nuove tecnologie le cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione“. Queste le parole del direttore Massimo Osanna, da settembre 2020 alla guida anche della direzione generale dei musei pubblici.
Varie le ipotesi sull’identità dell’uomo col mantello. Forse un comandante militare, un alto magistrato, o forse un esponente dei “Mummii“, blasonata famiglia romana dell’epoca imperiale, dichiara Osanna. Quest’ultima è forse la più accreditata. Infatti nella stessa residenza qualche mese fa è stato scoperto il muro affrescato con il fiore bianco e il graffito col nome della piccola Mummia. La bimba potrebbe essere stata la figlia dei signori proprietari di quella tenuta. Una residenza, di altissimo pregio, con ambienti riccamente affrescati e arredati. Nella villa erano numerose le terrazze digradanti che affacciavano sul golfo di Napoli e Capri. La villa disponeva inoltre di una vasta area di servizio. Nei piani inferiori si trovava un’ampia aia, oltre che i magazzini atti alla conservazione di olio, vino e varie derrate.
Un’area ancora da scoprire
Sarà ancora lungo il lavoro del team di archeologi autori dell’odierna scoperta. Probabilmente gli scavi e le ricerche che seguiranno nei prossimi mesi potranno svelare alcuni rilevanti particolari. Tra questi, dove erano diretti i due uomini e forse chiarire quale fosse il loro ruolo. I primi scavi in quest’area risalgono al 1907–1908 ad opera del marchese Giovanni Imperiali, allora proprietario del terreno.
Più tardi senza porsi troppe domande ne scrupoli il marchese fece interrare nuovamente tutto senza lasciare alcun tipo di informazione. Gli scavi ripresero soltanto molti anni dopo e furono meta di molte azioni di spoliazione da parte dei tombaroli. Solo successivamente vennero messi in sicurezza. Gli scavi attuali sono interamente finanziati dal Parco di Pompei con 2 milioni di euro, e sono frutto di un’operazione congiunta con la Procura di Torre Annunziata.
Di Loretta Meloni