Inaspettata la sconfitta di Salvini che non riesce a superare il 20% a Bologna
Arriva la pesante sconfitta di Salvini e del centro-destra, che non riesce a “conquistare la roccaforte rossa”. A dispetto dei pronostici iniziali, i quali vedevano prima delle elezioni il probabile esito favorevole nei confronti della Lega, i risultati si rivelano come una doccia fredda per il centro-destra.
Una comunicazione verso gli elettori che si è rivelata deleteria per il partito della Lega, il quale si fregiava come rappresentante delle vittime del caso Bibbiano e non solo. Una comunicazione che ha strumentalizzato la questione generando un effetto lama a doppio taglio.
La Lega infatti innalzandosi come protettrice dei diritti violati, non volendo, ha creato su di se un’immagine di “mera speculazione” riguardo le vicende successe a Bibbiano. Complici di questa disfatta sono state anche le Sardine, le quali sono riuscite a combattere in piazza la comunicazione sempre presente di Matteo Salvini.
La “battaglia elettorale” infatti non ha conosciuto confini ed ha visto due schieramenti contrapposti, riassunti in pro-Salvini e contro-Salvini. Lo schieramento del contro vedeva raggruppati il Pd, il M5S, i partiti minoritari della sinistra e sopratutto il movimento delle Sardine.
La comunicazione di Salvini
Una strategia decisa sulla comunicazione veicolata dal concetto dell’immagine del leader. Una comunicazione quindi sicuramente efficace, che vedeva come protagonista il Salvini immortalato negli attimi più comuni. L’inizio dell’apice comunicativo avviene nelle spiagge del Papeete Beach.
Salvini infatti viene immortalato a petto nudo con un Mojito in mano, chiedendo i pieni poteri mentre si mostra come Dee-jay facendo ballare l’inno italiano ai bagnanti. Un chiaro intento provocatorio atto a dimostrare la sua vicinanza ed il suo contatto con il popolo.
La seconda “macro-tappa” della sua strategia comunicativa passa per la città di Bibbiano. Argomento su cui la Lega punta molto, accusando le azioni criminali permesse dalla sinistra, colpevole di una mala-gestione assoluta durata 70 anni. Avviene in questo caso la strumentalizzazione, da parte del partito, della questione che vedeva vittime dei bambini affidati a case famiglie.
A Bologna Salvini tocca il suo apice: accompagnato da i suoi elettori, si reca presso la palazzina di un presunto spacciatore, armato di telecamere, microfoni e polizia. Azione che ha attirato su di se pareri contrapposti, oltre alle inevitabili attenzioni riguardo la sua figura. D’altronde, nel bene o nel male purché se ne parli, diceva Oscar Wilde, detto preso alla lettera dall’ex vice-premier.
Queste tre azioni, susseguitesi durante la campagna elettorale, hanno attivato un’antipatia verso il partito della Lega che non è riuscito quindi a raggiungere il 30% a Bibbiano, perdendo quindi rovinosamente le elezioni. Non è bastata neanche la maglietta bianca indossata dalla Bergonzoni in parlamento ad attirare le simpatie degli elettori.
L’atto di Salvini di citofonare al campanello di un ragazzo tunisino ha risvegliato lo spirito satirico degli elettori, oltre a far protestare la Tunisia intera. Azione che ha generato una grande risonanza mediatica riscontrata anche su i social dove non sono mancate vignette riguardo la questione.
Una campagna elettorale fallimentare, la quale, non ha permesso alla Lega di superare il 44% circa, consegnando di nuovo l’Emilia-Romagna alla sinistra. Bonaccini riguardo il video del citofono risponde: ” Vada a suonare campanelli da un’altra parte”. Risposta concisa e volta a scacciare le azioni provocatorie leghiste.