Tel Aviv – Scontri a fuoco si sono svolti questa notte in almeno cinque aree in Cisgiordania, nell’ambito di un’operazione dell’esercito israeliano volta ad arrestare alcuni ricercati di Hamas. Le forze dell’esercito, appartenenti in parte all’unità Duvdevan che opera sotto copertura nei Territori Palestinesi, si sono imbattute in una massiccia resistenza armata sia a Burqin, nei pressi di Jenin, sia a nel villagio di Bidu, tra Gerusalemme e Ramallah. Nelle sparatorie seguite sono rimasti uccisi due militanti affiliati alla Jihad Islamica nell’area di Jenin e tre appartenenti a Hamas nella zona di Ramallah. Negli scontri a Jenin sono rimasti gravemente feriti anche due militari israeliani, probabilmente a causa di fuoco amico, secondo i primi elementi dell’indagine rilasciati dal portavoce dell’esercito. Il primo ministro Naftali Bennett ha affermato che l’obiettivo dell’operazione erano “terroristi di Hamas che stavano per compiere attacchi contro israeliani nell’immediato”.
Due giorni fa, Mohammad Ali Khabisa, un palestinese di 28 anni, era rimasto ucciso dall’esercito durante scontri violenti che si sono sviluppati nel corso della consueta manifestazione del venerdì al villaggio di Beita, a sud di Nablus, dove da maggio i palestinesi protestano settimanalmente contro la costruzione di un nuovo insediamento, Eviatar, che nel frattempo è stata sospesa dalle autorità israeliane, ma continua a servire come postazione militare.