L’Antro Dell’Eremita (A.D.E.) è una delle più giovani realtà ludiche di Roma situata in quel di San Lorenzo, uno dei quartieri più caratteristici della capitale. Ad essere caratteristico del resto è l’A.D.E. stesso, un’associazione culturale gestita da un trio delle meraviglie, Diego, Paolo e Spartaco, che fanno della diffusione della cultura nerd (ma non solo e lo vedremo) la loro mission primaria.
Varcando la soglia e attraversando il corridoio che conduce alle sale principali immediatamente ci si trova proiettati in un mondo parallelo, non vi è infatti una parete (rosse, perché l’Ade in fondo è un luogo infernale) che non abbia appeso un dettaglio fantasy, distopico o che non faccia riferimento ai GdR o al mondo di Magic The Gatering. Vanto del locale (oltre al giardino e ai più di 200 giochi da tavolo messi a disposizione) è la sala dedicata al Gioco di Ruolo, decorata ad opera d’arte (e che vale da sola il viaggio) riservata al singolo gruppo di giocatori, la quale permette loro di “ruolare” in intimità e al riparo dall’atmosfera caotica che inevitabilmente può presentarsi in una serata affollata.
Ma conosciamo meglio l’Antro dell’Eremita:
Ciao Ragazzi, presentatevi, parlateci dell’associazione.
P: Siamo una delle realtà più giovani di Roma e siamo un’associazione culturale che si occupa di giochi da tavolo, giochi di ruolo, giochi di ruolo dal vivo, giochi di carte collezionabili ed eventi di varia natura ludico-ricreativa
D: Una delle poche tra l’altro selezionata per il Lucca Changes, saremo infatti uno dei 115 campfire sparsi per l’italia e ospiteremo svariati eventi, almeno una ventina, durante i giorni della manifestazione.
P: Siamo nati “ufficalmente” nel 2019
Quando è nato l’A.D.E. nelle vostre menti?
D: Inizialmente eravamo io e Paolo che volevamo aprire un locale e ci è capitata l’occasione di prendere questo posto che già nasceva come ludopub. Sia io che Spartaco ci lavoravamo da tempo e avendo anche lui esperienza lo abbiamo voluto coinvolgere. Dopo lunghe chiacchierate, facendo anche le sei del mattino e tanta, tanta, progettazione dietro, abbiamo messo su questo trio e ci siamo buttati.
S: Si tratta di una grande responsabilità e ovviamente non è stato facile iniziare e non è facile portare avanti il progetto che si fonda soprattutto su un principio, far sentire le persone a casa, farle stare assieme. Chi entra non entra in un pub, entra in una realtà più intima dove oltre a bere una cosa puoi all’occorrenza esprimere te stesso e ritrovarti con persone molto simili a te.
P: La nostra ovviamente è una clientela un po’ di nicchia ma nonostante ciò molti nostri “nuovi” clienti scoprono di essere molto meno soli. Trovano tra queste mura la possibilità di condividere genuinamente le proprie passioni non solo dietro un computer, ma di persona. Qui dentro gente che ieri non si conosceva oggi si frequenta quasi giornalmente. Sono nate amicizie e collaborazioni.
Parliamo un po’ del Lucca Changes, cosa ha convinto il comitato a selezionarvi?
D: Partiamo dal fatto che per noi è stata una sorpresa. Ci siamo detti proviamoci, male che vada non ci ricontatteranno. Quando ce lo hanno comunicato abbiamo sussultato.
P: Probabilmente ci ha ripagato il lavoro svolto durante quest’anno. C’era un questionario da riempire, dove oltre alla descrizione del locale da un punto di vista strutturale ecc., occorreva riportare le nostre attività. Te ne dico un giusto paio: abbiamo ospitato la finale della Lega Pauper di Roma e selezionato di conseguenza parte del team che ha rappresentato il l’Italia ai mondiali di Magic svolti a Milano e siamo diventati la sede ufficiale romana di Codex Venator, attualmente il più grande multitavolo di D&D in Italia. Spesso quando organizzano eventi topici legati alle campagne di gioco arrivano da nord e sud per parteciparvici.
D: L’ultima sessione importante organizzata prima della pandemia ha coinvolto quaranta giocatori provenienti dalla Toscana, dalla Campania, dal Lazio e dalla Sicilia.
P: Stiamo poi diventando poi un punto di ritrovo per il gioco di ruolo dal vivo, sperimentando, grazie soprattutto alla collaborazione di game designers come Francesca Romana Cicetti, i LARP da camera.
Un bel curriculum
D: Ci stiamo dando molto da fare e il fatto che quella che è ormai un’istituzione di questo mondo, ossia l’apparato organizzativo del Lucca Comics, ce lo abbia riconosciuto per noi è indiscutibilmente un motivo di vanto
P: Vero che siamo tra i più giovani a Roma e abbiamo moltissimo da imparare da realtà ormai storiche di questo panorama, ma è anche vero che stiamo portando a casa dei risultati e siamo felici, soprattutto perché poi questi risultati portano a nuove idee da proporre ai nostri soci.
Cos’è un ludopub? Chi frequenta l’A.D.E.?
D: Allora… va specificato che tecnicamente siamo un’associazione culturale che somministra anche cibo e bevande, non siamo un’attività commerciale, ma è ovvio che nel gergo comune il termine ombrello che ci definisce è ludopub.
P: Il ludopub è quell’attività che fa della somministrazione di cibo e bevande l’attività primaria, per noi l’attività primaria è quella ludica. Anzi, e ci teniamo, quella culturale. Il bar e i panini sono quasi un contorno, la nostra gestione ruota tutta attorno alla nostra mission primaria, che da un certo punto di vista potremmo definire come la diffusione della cultura nerd e la condivisione del gioco e dei giochi, da tavolo, di ruolo o di carte che siano.
Sono i nerd che frequentano posti come questo?
P e D (quasi all’unisono): E cosa è un nerd?
S: La categoria nerd è ampissima e definirla è difficilissimo. È un termine che nel corso degli anni ha subito importanti modifiche, come del resto i nerd stessi si sono trasformati nel tempo, o meglio, la percezione del nerd da parte della società. Io forse parlerei di appassionati. Ecco, vuoi una definizione di nerd? Il nerd è chi si appassiona a qualcosa, possano essere fumetti, videogiochi o perché no, ambiti accademici.
P: Abbiamo soci che vengono qui e parlano di calcio, che fanno il fantacalcio. Il fantacalcio è da nerd? Non lo so, ma è una loro passione, come è una loro passione parallelamente partecipare a Vilegis. L’essere umano è complesso, il nerd è complesso e a noi piacciono da morire le complessità.
D: Una definizione è qualcosa che purtroppo tende sempre a escludere, a recintare. Noi di certo non vogliamo escludere, anzi, noi aspiriamo all’inclusione.
P: Ti faccio un esempio: poco tempo fa abbiamo ospitato un Main Cafè, quindi era presente un pubblico ovviamente appassionato di cultura giapponese. Persone venute per quello. Ora, entrati qui dentro molti si sono ritrovati, forse per l prima volta, anche a contatto con l’esperienza del gioco da tavolo. Sono entrati per il Maid, ma sono tornati la sera dopo per giocare.
D: Scambio culturale e sociale sono parole chiave per noi.
P: Una vera e propria osmosi. Tra l’altro uno scambio anche generazionale di “vecchie leve” che istruiscono le nuove generazioni, che istruiscono anche noi per molti versi.
Quanto è importante per chi lavora in questo ambito essere aggiornati, essere “esperti”?
P: Secondo me più che esperti è meglio essere specializzati. Non ti basterebbe una vita per conoscere tutto. Noi cerchiamo di avere la mente aperta il più possibile.
S: La curiosità è un aspetto fondamentale, perché è quella che poi ti spinge alla conoscenza.
D: Non conoscerò tutti e 200 i giochi che ho nel locale? Non conoscerò tutte le decine di GdR presenti sul mercato? Sicuramente, ma certamente posso darti una mano a capire, possiamo sederci insieme e grazie alla mia esperienza possiamo interpretare il regolamento, le istruzioni o il manuale in un tempo onesto che ti permetta di alzarti da qui e aver effettivamente giocato almeno una volta tra una birra e una porzione di nachos.
P: Noi tuttavia studiamo molto, difficilmente proponiamo qualcosa che non abbiamo testato di persona e quindi selezionato. Soprattutto quando proponiamo eventi dal vivo. Partecipiamo a beta test o a sessioni prova, organizziamo sessioni prova a porte chiuse. Evitiamo di lanciarci in qualcosa senza pensarci, cerchiamo sempre di capire quanto un evento o una proposta possa essere adatta.
Terminiamo con, ahimé, una domanda sul covid. Come avete vissuto la chiusura?
P: L’interazione con i soci per noi è fondamentale proprio perché è l’essenza stessa di un’attività come la nostra, pertanto abbiamo sfruttato appieno la tecnologia e abbiamo aperto canali online, abbiamo organizzato live sui social dove presentavamo giochi o discutevamo di temi di vario genere. Abbiamo addirittura ruolato online.
D: Abbiamo cercato di garantire una presenza nonostante l’assenza. Abbiamo festeggiato il nostro anniversario a distanza organizzando un concorso di scrittura e artistico con i soci che ci hanno mandato le loro opere.
P: Siamo stati chiusi fisicamente ma non mentalmente
Chiudiamo qui la nostra chiacchierata, tuttavia consci del fatto che ci sarebbe ancora tanto di cui parlare e da scoprire. L’invito è ovviamente varcare le porte dell’Antro Dell’Eremita per fare esperienza diretta di questa atmosfera unica che nonostante sia in continuo mutamento assicura la stabilità e l’accoglienza di un luogo che molti chiamano “casa”. Un’esperienza mistica per certi versi, proprio come quella della protagonista del celebre Mangia, Prega Ama, riferimento per il titolo di questo articolo.
#staynerd
Dario Bettati
!Seguiteci tramite la pagina Facebook e il nostro canale Instagram!