Dopo l’ultimo Dpcm, molti docenti fuorisede stanno richiedendo le ferie anticipate – a partire dal 19 dicembre – per evitare il blocco anti-Covid. Così facendo, però, ci sarebbero due giorni scoperti: molte scuole sono a rischio chiusura.
I divieti del nuovo Dpcm
Dopo l’ultimo Dpcm, che vieta gli spostamenti tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, iniziano ad arrivare sulle scrivanie dei presidi – sempre di più e con maggior frequenza – lettere di richiesta di ferie anticipate da parte degli insegnanti. Questi sono per la maggior parte docenti fuorisede, che richiedono il permesso di assentarsi dal 19 di dicembre. In questo modo riuscirebbero a tornare nelle proprie case prima del blocco, per passare il Natale con i lori cari.
I docenti fuorisede chiedono le ferie anticipate: cosa rischiano le scuole?
Così facendo, però, si rischia un enorme problema per il sistema scolastico, in quanto le scuole saranno regolarmente aperte sia il 21 che il 22 di dicembre. In Lombardia, ad esempio, la preside dell’istituto comprensivo Capponi, Maddalena Di Muccio, dopo che oltre un quarto del suo corpo docenti le ha rivolto la medesima richiesta, si è trovata di fronte ad un dilemma: concedere o negare le ferie? Se dovesse autorizzare a tutti le ferie si ritroverebbe senza docenti; ma se dovesse rifiutare, rischia di trovarsi il 21 mattina la scrivania piena di certificati di malattia. Dunque, non trovando una soluzione, ha deciso di scrivere una lettera al Presidente della Regione Attilio Fontana. La preside gli porta all’attenzione la questione, chiedendogli che fare e come comportarsi.
Le soluzioni ipotizzate
Secondo la presidente in questione, l’ideale sarebbe che il governo concedesse una deroga per garantire un ritorno a casa degli insegnanti dopo il 22 di dicembre, così da salvaguardare “sia il diritto allo studio che il diritto agli affetti”. Il segretario Generale di Cgil Scuola Lombardia sostiene che in questo caso “il diritto allo studio supera il diritto alle fiere”, e che dunque “come sindacato non richiederà deroghe”. Concorda con questo Agostino Miele, a capo della sezione milanese dell’Associazione Nazionale Presidi, il quale evidenzia che “è molto difficile bilanciare questi due diritti”. Resta il fatto che questo problema, che riguarda principalmente le scuole primarie e le medie, ancora non è stato risolto.
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Margherita Bianchini