Oggi a Lussemburgo la Corte UE si pronuncia in merito alla questione dei rifugiati, ecco cosa dice

Ultimamente è sempre più difficile riuscire a sentir parlare di diritti umani. C’è sempre chi preferisce parlare di singoli gruppi, di “Prima gli italiani”, ma mai si sente parlare di “Prima gli esseri umani”. Per i nostalgici del diritto universale, la Corte UE, a Lussemburgo oggi si è pronunciata sulla questione dei diritti fondamentali dell’essere umano: il diritto all’umanità. In questi mesi si è parlato di questioni che spesso non tenevano conto di ciò che è alla base della civiltà e della solidarietà, e di quello che noi stessi italiani per un secolo intero e tutt’oggi abbiamo fatto e facciamo. Non sono così lontani quei giorni in cui i nostri nonni salivano su grandi barche con grandi valigie e grandi aspettative grandi quanto l’Oceano che avrebbero attraversato per mesi, sperando in un futuro migliore, onesto, meglio di quello che l’arida terra dell’Italia meridionale offriva. E perché se fuggo da una guerra, da una terra ostile, da un posto che non mi permette di sopravvivere, non ne ho più il diritto?

Nascere nella parte del mondo sbagliata non è un crimine, è pura casualità

Il diritto europeo dice che “un rifugiato in fuga da un Paese in cui rischia la tortura o altri trattamenti inumani vietati dalla Convenzione di Ginevra non può essere rimpatriato o respinto nel sopracitato Paese anche se lo status di rifugiato gli viene negato o revocato dallo Stato ospitante per validi motivi di sicurezza.” Ed è così che la Corte di Giustizia UE si pronuncia con una sentenza che toglie ogni dubbio anche per chi ancora pare avere le idee confuse. E’ bene che si ricordi, perché spesso, quando si tende a dare tutto per scontato, si finisce sempre per perdere di vista ciò che è vero.

L’UE così decide di parlare per tutti stabilendo che la direttiva europea va “interpretata e applicata nel rispetto dei diritti garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue” che “escludono la possibilità di un respingimento” verso Paesi a rischio. Quindi il diritto dell’Unione Europea riconosce ai rifugiati interessati una protezione internazionale più ampia di quella assicurata dalla Convenzione di Ginevra. Poiché può essere revocato lo status di rifugiato, in caso di rischio per sé stesso e per la comunità, perdendo determinati benefici previsti dalla direttiva, ma non permette il rimpatrio. Così da consentire la presenza fisica del rifugiato nel territorio ospitante. Adesso spetta ai governi degli Stati ospitanti di realizzare politiche efficaci e reali per consentire integrazione e garantire il diritto alla sopravvivenza anche a chi gli è stato negato.

Migranti sui barconi. Fonte Ansa.it
Fonte: Ansa.it