Esteri

Sergei Tikhanovsky condannato a 18 anni di prigione

Sergei Tikhanovsky, leader dell’opposizione bielorussa, è stato condannato a 18 anni di prigione. È quanto accaduto nell’ambito di un processo a porte chiuse svoltosi nelle scorse ore nello Stato dell’Est Europa. A darne notizia, riportata poi dall’Ansa, è la nota testata ECO di Mosca, nella quale vengono elencati i vari capi d’accusa. Secondo la moglie dell’imputato, poi, almeno stando a ciò che si apprende, l’esito della sentenza non sarebbe altro che una vendetta attuata dal Presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko.

Processo a Sergei Tikhanovsky, altre persone coinvolte nel caso

Per quel che riguarda le accuse a Tikhanovsky, costui è ritenuto colpevole di aver causato disordini, organizzato rivolte di massa e aver ostacolato lo svolgimento delle elezioni dell’agosto del 2020. Il maggior esponente del partito opposto a Lukashenko, però, non sarebbe l’unico ad essere coinvolto nella vicenda. Secondo ciò che si legge su un’Ansa dell’Ultima Ora, infatti, sarebbero anche altre le persone legate al caso. In particolare, tra queste figurerebbero il politico Mikalai Statkevich e il blogger, nonché consulente dei media, Igor Losik.

Sergei finì in prigione a maggio del 2020 proprio per una protesta organizzata il dicembre precedente. All’epoca, era alla guida della coalizione e la sua compagna, Svetlana Tikhanovskaya, viste le circostanze, dovette prenderne il posto. La donna, poi, si candidò alle presidenziali di agosto dello stesso anno, ma perse contro Lukashenko e si rifugiò in Lituania per paura di ritorsioni. E oggi, a distanza di più di un anno dall’accaduto, arriva la decisione finale per il marito, che dovrà trascorrere i prossimi anni in carcere. L’udienza ha avuto luogo nella struttura di detenzione preventiva SIZO-3, scrive l’Ansa, e il tribunale di Gomel ha enunciato il verdetto.

Scritto da Diego Lanuto.

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