Per raggiungere un obiettivo si devono superare degli step intermedi, compiere dei passaggi obbligati. Anche nel calcio, per raggiungere la gloria, si deve prima conquistarla sul campo. Ogni campionato di seconda divisione, di tutto il mondo, è una vetrina importante: disputare una grande stagione potrebbe significare, per alcune squadre, l’approdo nel calcio che conta, giocare l’anno successivo nella massima serie. O addirittura vincerla, come accaduto per il leggendario Nottingham Forest di Brian Clough nel 1978, che costruì il suo ciclo di grandi successi (1 campionato, 2 Coppe dei Campioni consecutive, 1 Supercoppa Europea e 3 coppe nazionali) partendo proprio dalla seconda divisione inglese. Oggi metteremo a confronto Serie B e Championship, i secondi livelli rispettivamente del calcio italiano e di quello inglese.

Serie B e Championship: cenni storici

L’Inghilterra è la patria del football: anche e soprattutto per questa ragione, il primo campionato di seconda divisione inglese si disputò nel lontano 1892, quando si chiamava Second Division (denominazione mantenuta fino al 1992). Nel primo anno le squadre partecipanti furono 12, per poi salire a 15 la stagione successiva e a 16 nel 1894. Il numero delle compagini aumentò progressivamente fino a raggiungere, nella stagione 1919/20, le 22 unità (format utilizzato fino al 1987). A partire dalla stagione 1988/89 l’ulteriore e definitivo allargamento a 24 squadre, formula tutt’ora in corso. Dal 1992, dopo la nascita della Premier League, fino al 2004, il campionato assunse la denominazione di First Division. Nel 2004 la nascita della Football League Championship. Ogni squadra dell’odierna Championship, nell’arco della stagione, disputa ben 46 partite di campionato.

In Italia, il primo campionato di Serie B a girone unico si disputò nella stagione 1929/30. Antenate del campionato cadetto furono prima la Seconda Categoria (1904), poi il campionato di Promozione (1912) e la Seconda Divisione (1921), la cui organizzazione era affidata ai comitati regionali. In particolare, queste competizioni prevedevano gironi diversi per aree geografiche. Nel 1926 il cambio denominazione in Prima Divisione, fino al 1929, quando avvenne la creazione di un campionato a girone unico su base nazionale, la Serie B. Nelle stagioni successive, non mancarono esperimenti con il ritorno ad un format con più gironi (due raggruppamenti nel 1933/34 e nel 1934/35, tre nel 1946/47 e nella stagione successiva). Una sola volta nella storia, nel 2003/04, la Serie B raggiunse le 24 squadre partecipanti, come in Championship. Da quel momento, la diminuzione a 22 compagini fino al 2018 e la stabilizzazione (dopo la parentesi delle 19 squadre dello scorso anno) a 20 unità, format largamente usato in passato.

Meccanismi di promozione e retrocessione

Attualmente, dalla Serie B vengono promosse direttamente in Serie A le prime due classificate e una terza, da determinare dopo la disputa di playoff tra la terza e l’ottava classificata. Retrocedono in Serie C le ultime tre classificate e una quarta dopo i playout tra la quartultima e la quintultima.

Anche in Championship, le prime due salgono in Premier League, più una terza squadra che ottiene la promozione al termine dei playoff (introdotti nel 1987, comprendenti le squadre dal terzo al sesto posto). Le ultime tre retrocedono in League One.

Serie B e Championship 2019/20

Il confronto tra Serie B e Championship, dal punto di vista economico, è impari. Quello inglese è infatti il campionato di seconda divisione più ricco d’Europa per distacco, e il settimo comprendendo anche le massime serie degli altri paesi del vecchio continente.

Valori economici

Secondo i dati forniti da Transfermarkt, l’attuale valore di mercato delle squadre della Serie B 2019/20 è di poco meno di 309 mln di euro. La squadra con più valore è l’Empoli (29,30 mln) mentre quella più “economica” è la Juve Stabia (8,93 mln). Il giocatore più “prezioso” del campionato cadetto è Andreaw Gravillon, difensore dell’Ascoli (4 mln).

Il valore delle squadre partecipanti alla Championship 2019/20 ammonta a più di 1 miliardo di euro (1,13 mld): in testa alla classifica c’è il Fulham, con un valore di 113 milioni, chiude la classifica il Barnsley con poco meno di 15. Il giocatore più costoso è Aleksandar Mitrovic, attaccante del Fulham (20 mln), e attuale capocannoniere del torneo.

Nazionalità, età media e prestiti

I 558 tesserati della Serie B hanno un’età media di 26,8 anni: sul totale, il 27,4% sono stranieri (153). In Championship l’età media è molto simile a quella della Serie B (26,4 anni) ma la presenza di giocatori inglesi e di altre nazionalità è quasi la stessa (il 50,5% è nato in patria). Le squadre di questa edizione della Serie B hanno in rosa in media poco più di 8 giocatori in prestito (8,25). Nella seconda divisione inglese, invece, ci sono in media, 3,6 giocatori in prestito in ogni compagine.

Stadi e media spettatori

Una differenza lampante tra i due campionati, oltre ai valori economici, risiede sicuramente negli impianti e nelle strutture dei club. Quello relativo agli stadi di proprietà e alla costruzione di nuovi impianti è sempre un tema molto discusso all’interno del calcio italiano, anche nella maggioranza delle squadre di Serie A. La funzionalità e la capienza degli stadi condiziona inevitabilmente la media delle persone che seguono le partite direttamente dagli spalti.

In questa stagione, la media spettatori fatta registrare dalla Serie B, fino alla sua interruzione, è stata di 5.870 unità. Il Frosinone (che è anche l’unica squadra del campionato cadetto ad avere uno stadio di proprietà) è in testa a questa speciale classifica con 11.022 spettatori medi, mentre chiude la Virtus Entella con 2.037 tifosi presenti in media.

In Championship, nelle prime 37 partite di campionato la media è stata di 18.634 spettatori a partita: primato, con 35.321 spettatori medi per il Leeds United, attuale capolista anche del torneo, fanalino di coda il Luton Town con 10.048.

Altre considerazioni

Come detto, dal punto di vista dei valori economici e delle strutture a disposizione, non c’è partita. Anche se, a livello di tecnologia, la Serie B è un passettino avanti. Già dallo scorso anno, almeno per le partite dei playoff (e dalla prossima stagione, per tutte le gare), è stato introdotto il VAR, mentre in Championship questo non è ancora accaduto.

Ogni paese ha però la sua cultura, le sue peculiarità. Ogni anno, la seconda divisione italiana presenta ai nastri di partenza delle squadre che rappresentano importantissime città del nostro paese. La Serie B ha, da sempre, messo in mostra grandi piazze, calorose, nelle quali si vive di calcio. Per questo, nonostante ci siano evidenti differenze tra i due campionati, quello cadetto rimarrà sempre un torneo affascinante, così come il corrispettivo inglese.

Fonte dati: Transfermarkt

Seguici su Facebook!