Serie D, la Vultur Rionero e la triste annata 2016-2017

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Di Nicola Patrissi

Siamo a Rionero In Vulture, in provincia di Potenza, Basilicata. È la primavera/estate del 2016 e la locale squadra di calcio, il Circolo Sport Vultur Rionero, una delle squadre più antiche della Lucania, ha da poco riconquistato quell’agognata Serie D che alle pendici del Monte Vulture mancava ormai dalla stagione 1993-1994 (nell’annata 1994-1995 infatti, pur avendone diritto, la squadra bianconera non s’iscrisse al campionato).

Quindi dal 1994-1995, la Vultur Rionero ha dovuto attendere ben 22 anni prima di poter calcare nuovamente i campi della quarta serie italiana. Un trionfo, quello dell’annata 2015-2016, in cui la squadra conquistò campionato, Coppa Italia Eccellenza di Basilicata (sconfiggendo il Real Metapontino ai rigori) e Supercoppa di Basilicata (1-0 al Senise, vincente della Coppa Italia Promozione di Basilicata) che affonda le sue radici nel ritorno, sulla panchina vulturina, del tecnico rionerese DOC, Pasquale D’Urso.

D’Urso trasmette subito la giusta carica alla squadra che nel 2014-2015 sorprende tutti e arriva seconda in campionato alle spalle dell’AZ Picerno, vincendo, tra l’altro, la prima Coppa Italia della storia bianconera in una finale tiratissima contro il Pomarico. La successiva finale playoff col Metapontino vedrà i vulturini sconfitti per 1-2, ma la stagione è comunque da incorniciare.

Arriviamo dunque, come detto, all’annata 2015-2016. La Vultur ha un solo rivale: il Real Metapontino. Gli ionici infatti non si sono iscritti alla Serie D e quindi si trovano ancora una volta in Eccellenza. Stavolta però le cose vanno diversamente. Gli uomini di D’Urso, che possono contare su gente come Petagine, Scavone, Natiello, vincono il campionato con 74 punti, 3 in più dello stesso Metapontino con un bilancio che, a fine stagione, dirà 23 vittorie, 5 pareggi e 2 sole sconfitte. 62 gol fatti e appena 15 subiti (miglior difesa del campionato).

Il ritorno in Serie D e la triste stagione 2016-2017

D’Urso, che ci era andato vicino con l’Atella Monticchio nel 2010-2011 (perse lo spareggio interregionale col Biancadrano) riconquista dunque quella Serie D che già aveva assaporato da calciatore con la maglia, neanche a dirlo, della Vultur.

Il sogno di una vita è realizzato. La società viene acquisita dalla Wind Turbine Italy e viene rinnovata in ogni reparto. A capo del sodalizio bianconero c’è il presidente Antonio Dipierri, già direttore generale della WTI. Il direttore generale è invece Rocco Galasso.

L’obiettivo della squadra, in quanto neopromossa, è ovviamente quello di conservare la categoria. E l’avvio non è male: 5 punti in 3 partite contro Agropoli, Ciampino e Sporting Fulgor Molfetta. Tuttavia, dopo la gara in terra laziale, qualcosa si rompe. D’Urso, l’artefice della straordinaria annata precedente, rassegna le dimissioni.

Al suo posto arriva nientemeno che Roberto “El Pampa” Sosa, ex attaccante di Serie A che in massima serie ha vestito le maglie di Udinese e Napoli. La stagione è altalenante, la squadra non decolla e la sconfitta con l’Anzio, alla penultima di campionato, condanna la squadra ai playout che i bianconeri perdono in casa contro il Madre Patria Daunia.

La favola è finita. La Vultur lascia la Serie D dopo una sola stagione e torna tristemente in Eccellenza. Dipierri prima scompare, poi torna, promettendo mari e monti, poi si dimette. Vanno via tutti. La squadra è sommersa dai debiti e la stagione 2017-2018 si conclude con una sofferta salvezza ottenuta solo dopo i playout. Ora, con l’avvento del presidente Mario Grande, la musica sembra essere completamente cambiata, ma questa è tutta un’altra storia.

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