Fondata il 28 maggio 1961 da Peter Benenson, Amnesty International è un’organizzazione non governativa internazionale che si batte per la difesa e l’attuazione dei diritti umani. La visione di Amnesty è quella di un mondo in cui tutti gli esseri umani abbiano pari diritti e vengano rispettati. L’organizzazione ha sede in 80 paesi  nel mondo ed  oltre 7 milioni di persone la sostengono.

Amnesty International: “È meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”

Amnesty International è un movimento internazionale di persone che hanno fatto della salvaguardia dei diritti umani la loro missione. Il lavoro di Amnesty è documentato da ricerche e azioni sul campo, per prevenire violazioni e abusi. È completamente indipendente dai governi, dalle religioni e dai partiti politici. Si fonda prevalentemente sull’attività dei soci, che partecipano anche finanziariamente per portare avanti l’opera dell’organizzazione. Amnesty, per garantire la completa e totale indipendenza e imparzialità, non accetta fondi e finanziamenti dagli stati, ma solamente da privati. Lo scopo principale è garantire la libertà a tutti e ad oggi l’organizzazione ricopre la totalità dei diritti umani, ma ridefinisce periodicamente le sue priorità.

Durante gli anni ha ricevuto diversi premi: nel 1977 per l’attività di “difesa della dignità umana contro la tortura, la violenza e la degradazione” ha vinto il Premio Nobel per la pace; nel 1978 è stata insignita del Premio delle Nazioni Unite per i diritti umani; nel 1991 ricevette il premio Colombe d’Oro per la Pace dell’Archivio Disarmo di Roma. Il simbolo di Amnesty International è la candela nel filo spinato, realizzata dall’artista Diana Redhouse. Il filo spinato è un ricordo dei campi di prigionia e rappresenta in generale la detenzione e la privazione della libertà individuale. La candela accesa invece è simbolo di speranza e rimanda al motto di Amnesty: “è meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”. Il simbolo quindi mostra la volontà e la resistenza dell’organizzazione nel battersi per la difesa della giustizia.

Sara Cerullo