Abbiamo letto di come il progresso tecnologico in ambito robotico abbia sviluppato un sofisticato modello di sex robot: una prospettiva BRAVE.
Chuck Palahniuk in “Gang Bang” lo disse chiaramente: a portare avanti la tecnologia sono sempre i segaioli. Questo concetto non potrebbe essere più evidente nelle nuove bambole del sesso che vediamo sempre di più su youtube, facebook, instagram, servizi giornalistici etc. Materiali realistici, sistemi sempre più raffinati di intelligenza artificiale, tutto al servizio dell’orgasmo. Per carità, il fine può anche essere nobile a modo suo, ma le polemiche che accompagnano queste nuove tecnologie sono sempre tante. Esaminiamone alcune, prendendo in considerazione la fetta di mercato rappresentata dall’utente medio di tale prodotto.
Da una parte ci sono alcune femministe radicali, contrarie alla diffusione di questi robot perchè normalizzerebbero la de-umanizzazione della donna e della sessualità, mentre altre affermano che potrebbero arginare il problema dello sfruttamento della prostituzione.
In realtà, la de-umanizzazione è una parafilia che funziona principalmente quando parliamo di esseri umani: trattare una donna come fosse una bambola (la cosiddetta dollification), ha un impatto mentale totalmente diverso dal fare sesso realmente con una bambola: chi cerca in queste sex dolls un sostituto a un’amante, è perchè accetta di buon grado di non avere a che fare con essere umano (non misurandosi quindi con l’imprevidibilità o l’apparato emotivo). Un uomo con tendenze sadiche non sarà mai soddisfatto davvero nel danneggiare una bambola che non prova nè dolore nè paura, e sulla quale ha gia il potere incondizionato. Sempre per questo motivo, i sex robot realisticamente non andranno ad arginare la prostituzione, creeranno solo, probabilmente, un nuovo segmento di mercato. Tale segmento andrà a soddisfare delle parafilie o delle (passateci il termine) “curiosità esotiche”.
In sostanza, sarebbe auspicabile se i lavori alienanti in cui l’essere umano è superfluo venissero sostituiti da robot, ma la prostituzione, purtroppo o per fortuna, non sarà mai tra questi.
I sex robot garantiranno a tutti e tutte sesso sicuro e piacevole?
Coloro a sostegno del “diritto alla sessualità” hanno visto in questi robot la soluzione che aspettavano: sesso incondizionato, pronto all’uso e al lungo termine più economico di una frequentazione stabile con un’escort. Dovremmo però chiederci se il “diritto al sesso”, possa arginarsi grazie a sex toys sempre più efficenti e realistici. Siamo sicuri che la soluzione per chi ha problemi relazionali, sia un’alienazione sempre più profonda dai rapporti umani? Ovviamente no. David Foester Wallace si è spesso dichiarato spaventato da quanto potesse un giorno divenire facile starsene sul proprio divano a consumare, senza sentire la necessità di rapportarsi agli altri, e oggi questo timore si fa sempre più pressante.
Sessualità e Umanita:
Il sesso è importante per l’essere umano perchè ci porta a metterci in gioco, a conoscere se stesso e gli altri, insomma, a relazionarci con il mondo esterno. Quello di cui avremmo bisogno tutti e tutte per vivere al meglio la nostra sessualità, è uno stile di vita non venga fagocitato dalla competitività e dal consumo, ma in cui c’è spazio per gli hobby, le amicizie, luoghi di aggregazione, e dove la salute fisica e psicologica sia accessibile a chiunque. Quindi, il problema della mancanza di vita sessuale, molto spesso è anche sintomo ed effetto di una serie di difficoltà sociali, che verrebbero solo esacerbate dalla convinzione che basta infilare il pene in un involucro di silicone e lubrificante ( che va benissimo, ma parliamo pur sempre di masturbazione, non di sesso) per risolvere i propri problemi con il mondo esterno.
Per concludere, sui Sex Robot:
In sostanza, le bambole sessuali non sono nè da demonizzare nè da osannare: sono un ottimo esempio di progresso tecnologico, e andranno a sollazzare chi si potrà permettere di acquistarne uno, ma, per quanto lussuosi e tecnologici, saranno sempre solo e soltanto Sex Toys.
BE BRAVE
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Articolo di Gaja Pollastrini