Uscirà il primo settembre “Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli“, il secondo film della fase 4 del Marvel Cinematic Universe. Anche adesso lo stand alone su un supereroe si concentra sui legami familiari e sul confronto del protagonista con il proprio passato, proprio come il precedente “Black Widow“.
Cast di “Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli”
Questa è la prima pellicola ad avere come protagonista un supereroe asiatico, stiamo parlando per l’appunto di Shang-Chi, interpretato da Simu Liu. Il cast di contorno è composto da Awkwafina, Meng’er Zhang, Tony Leung, Michelle Yeoh, Fala Chen, Florian Munteanu, Benedict Wong e Ben Kinglsey. A dirigere l’opera ci ha pensato Destin Daniel Cretton, sempre più attivo grazie a film apprezzati come “Short Them 12” e “Il diritto di opporsi“.
Trama di “Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli”
Il film comincia con una lunga introduzione che racconta le origini di Shang-Chi e di sua sorella Xialing (Meng’er Zhang), cresciuti con addestramenti duri. Nello specifico, conosceremo i loro genitori Wenwu (Tony Leung), il detentore dei dieci anelli che sono in grado di conferire un grande potere a chi li indossa, e Jian Li (Fala Chen), un’abitante del villaggio magico di Ta Lo. Wenwu aveva l’obiettivo di dominare il mondo con i dieci anelli, ma grazie a Jian Li l’amore ha prevalso. I due vivono insieme una vita felice, facendo crescere i loro due figli Shang-Chi e Xialing. Tuttavia, un po’ di anni dopo Jian Li viene assassinata e Wenwu vuole mandare in missione suo figlio per uccidere gli artefici dell’omicidio, ma Shang-Chi scappa lasciando sola sua sorella.
Anni dopo lo ritroviamo insieme alla sua amica Katy (Awkwafina) a San Francisco. Entrambi lavorano come parcheggiatori di un hotel e non sono intenzionati ad affacciarsi alle responsabilità del mondo degli adulti. Nonostante ciò, un giorno Shang-Chi viene attaccato su un autobus e riceve una misteriosa cartolina che porta la firma di sua sorella. Questi eventi lo porteranno a confrontarsi una volta per tutte con il proprio passato. Per la prima volta, dunque, Shang-Chi dovrà affrontare una vera e propria prova di maturità senza fuggire come ha fatto in passato. Esso, pertanto, è un film (giustamente) di formazione per Shang-Chi che deve ottenere la propria indipendenza senza però pensare solo a sé stesso.
Un fantasy action dallo sfondo romantico
Cretton riesce a confezionare un’opera originale (l’unico prodotto a cui può essere parzialmente accostabile è la serie televisiva “Iron Fist“) senza stereotipi che, se non fosse per alcuni personaggi di contorno, può essere considerabile un film a sé. Nonostante sia contraddistinto dalle sequenze d’azione ben coreografate, da un’ambientazione suggestiva e da animali fiabeschi, quello che muove tutto il film è il romanticismo. Si passa da un’ambientazione fantasy-storica ad una action per poi unire queste due componenti senza però mai tralasciare il fattore romantico. Questa variabile è nell’aria già dall’inizio quando ci troviamo a Ta Lo, così come nei contatti fisici tra Shang-Chi e suo padre. In fin dei conti, la pellicola enuncia il fatto che ogni essere umano è mosso da un sentimento di amore.
Alcune scene di combattimento, ad esempio, funzionano proprio per la vena romantica di fondo, pensiamo ai rallenty durante il combattimento emotivo tra Wenwu e Jian o tra Wenwu e Shang-Chi. Pensiamo se no alle scelte che compie Shang-Chi che sono mosse da un’amore profondo verso la propria famiglia. Infine, pensiamo anche a Katy (ottima new entry) che accompagna il suo amico verso questo viaggio tortuoso. Nonostante ciò, il vero punto forte del film è Wenwu così come l’attore che lo interpreta.
Tony Leung, infatti, dimostra tutta la sua bravura attoriale interpretando un personaggio tormentato e determinato allo stesso tempo. Egli passa dall’essere un uomo freddo e spietato ad essere uno che fa tutto (anche compiendo scelte estreme) per amore. Un villain così empatico nel Marvel Cinematic Universe lo abbiamo avuto con Killmonger, Thanos, L’Avvoltoio e Loki (nella speranza che anche il Kingpin di Vincent D’Onofrio diventi canonico a tutti gli effetti). Cretton, insomma, riesce a veicolare ottimamente la morale del film: l’unico elemento in grado di muovere la nostra vita è l’amore.
Come personaggio, Shang-Chi ancora non rientra tra i migliori di questo universo così come Simu Liu non ha ancora il carisma di un Chris Pratt al tempo de ” I Guardiani della Galassia“. Inoltre, risulta ancora un po’ acerba Xialing, interessante solamente per il suo passato movimentato ma che per il resto lascia il tempo che trova. In conclusione “Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli” non è tra i migliori film in assoluto di questo universo, tuttavia non ha nulla da invidiare alle altre pellicole targate MCU grazie alla propria originalità.
Jacky Debach
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