Durante l’NFL Combine dello scorso mese, Shaquem Griffin ha stupito un po’ tutti gli osservatori dei team. Indossando una protesi al posto della mano sinistra è riuscito a fare 20 sollevamenti sulla panca. Dopo quel giorno, tutto il mondo del football iniziò a parlare di lui e la sua popolarità crebbe in maniera esponenziale.

Cercando la parola più adatta per descrivere nella sua totalità il giovane Griffin, mi sono imbattuto in quella che forse è la più banale possibile: “monomaniaco“. A differenza di quello che, a tutti gli effetti, può sembrare uno stupido gioco di parole, il significato vero e profondo di monomanìa può celare l’essenza stessa di Shaq. 
Citando la Treccani, monomanìa non indica solo delle alterazioni di natura mentale collegabili al campo psichiatrico. Ma è (in senso figurato e scanzonato) un termine riconducibile ad uno dei tanti sinonimi di “fissazione e/o idea fissa“.

Ebbene sì, Shaquem ne ha una fin da quando era bambino ed iniziava ad appassionarsi allo sport: il football. 
Non è propriamente corretto, però, confondere tale fissazione con l’ossessione

L’ossessione non è di chi insegue un sogno, ma di chi corre dietro alla paura di non poterlo realizzare. 
Shaquem non ha paura del suo più grande sogno, perché forse, e molto probabilmente, lo ha già realizzato. Tutto quello che voleva era giocare a football nonostante le difficoltà ed ora si ritrova ad essere uno dei protagonisti del prossimo draft

Sembra quasi la trama di un fantastico romanzo a lieto fine. Uno di quelli in cui la storia sprofonda, foglio dopo foglio, negli scenari più macabri e imprevedibili fino al punto in cui, da una certa pagina in poi, riesce a liberarsi in un susseguirsi di avvenimenti soavi. 

E per Griffin quella pagina è forse arrivata adesso.

La difficile affermazione

Griffin finora ha avuto a che fare con non poche personalità scettiche nei confronti delle sue abilità, molte delle quali mettono in dubbio anche la sua preparazione fisica per poter competere ad alti livelli come in NFL. 
Un dubbio ragionevole se si pensa che di sport, in questo business, non c’è poi così tanto. 

L’unico modo che Griffin ha per poterli far ricredere è il suo duro lavoro in allenamento e il sorriso, che non guasta mai. Durante un’intervista di Dana Jacobson di CBS News ha detto: “Sorriderò sempre e sarò sempre di buon umore. E se qualcuno mi dice che non posso far qualcosa io gli dimostro che si sbaglia“.

La determinazione è la perfetta sintesi del Griffin uomo e atleta. 
Nato con la Sindrome da Banda Amniotica (in inglese, Amniotic Band Syndrome) già all’età di quattro anni propose lui stesso ai propri genitori l’amputazione della mano, dato il continuo e persistente dolore che provava. 
Era molto sensibile al tatto. Ricordo quella notte in cui mi alzai dal letto, andai in cucina e salì sul tavolo per prendere un coltello e cercare di tagliarmi le dita… E mia madre che entra in cucina e mi becca“, ricorda. 

Shaquem Griffin NFL MMI
(Brett Davis/USA Today Sports)

Anche la madre Tangie ricorda perfettamente quella notte. “Lo presi e cercai di rimetterlo a letto. Ma non voglio che lui riviva quei momenti. È stato davvero male
Il giorno dopo andarono in ospedale ed il piccolo Griffin si sottopose all’intervento. 
Poi non ci ha più pensato. 

Ricordo che dopo l’operazione mia madre mi diceva ‘mi raccomando non sporcarti la fasciatura e non giocare a football’. Ma sono rientrato a casa con la palla in mano e la benda insanguinata. Ma in quel momento ero felice, mi sentivo bene. Era una gioia incredibile per me giocare, soprattutto con mio fratello“. 

Con Shaquill, suo fratello gemello, il rapporto è ottimo. È proprio quest’ultimo che ha in mente ancora l’immagine di quando Shaquem tornò a casa dopo l’operazione: non vide alcuna differenza in lui se non una mancanza solo puramente “estetica”. 
Ma non tutti la pensano come Shaquill, soprattutto quelli che lo vedevano giocare a football. 

La carriera scolastica e universitaria

Shaquem e Shaquill Griffin giocarono entrambi alla Lakewood High School (St. Petersburg, Florida) prima di ricevere una borsa di studio all’University of Central Florida. L’inserimento di Shaquill nel team fu abbastanza veloce, mentre per Shaquem fu molto dura. Il primo anno praticamente venne rilegato in panchina e da lì osservava il fratello fare molti progressi.

Shaquem Griffin NFL MMI
(John Raoux/AP)

Shaquem ricorda perfettamente quanto era difficile per lui quella situazione. “Sono dei momenti difficili. Ma mi rifiutavo di star giù per questo. Mio fratello ed io avevamo fatto tanti sacrifici. Gli dicevo sempre ‘finché almeno uno di noi gioca a football, allora giochiamo entrambi‘. Finché lo vedevo giocare e fare progressi ero felice anche io“, ha detto.

Shaquill si appresta a giocare la sua seconda stagione da professionista con i Seattle Seahawks, mentre per Shaquem potrebbe essere questo il suo primo anno in NFL. Nel 2017, ha vinto il Defensive MVP durante il Peach Bowl giocato tra Knights e Tigers e terminato con il risultato di 34-27 in favore dei ragazzi di coach Frost.

Con i suoi continui allenamenti (anche al fianco di Shaquill) è riuscito ad ottenere un invito all’NFL Combine, dove ha fatto vedere a tutti le sue qualità. 

La notorietà

È riuscito ad arrivare in tendenza su Twitter e sulle maggiori riviste sportive del mondo, sbattendo in prima pagina la sconfitta di tutti quelli che in lui non ci hanno mai creduto. I suoi 20 sollevamenti sulla panca da 102,6 kg e le 40 yard percorse in 4,38 secondi (stesso record fatto da suo fratello) sono l’emblema della sua preparazione atletica. 

Shaquem Griffin NFL MMI
(Yahoo! 7 Sports)

Sapevo che avrebbe fatto bene, ma non così bene. Non immaginavo sarebbe stato così veloce. Lo stesso tempo di suo fratello… Incredibile!“, dice Tangie in riferimento alle 40 yard fatte in poco più di 4 secondi. 
La competizione tra lui e Shaquill è ciò che spinge Shaquem a fare bene e a migliorarsi. 

A pochi giorni dalla sua probabile entrata tra i professionisti, Shaquem afferma di non volersi far sfuggire le emozioni che il football gli regala. “Voglio dire, per me è una sfida. Non lo faccio per soldi, non lo faccio per diventare famoso o per essere conosciuto in tutto il mondo. Lo faccio perché io amo giocare a football“.

Shaquem Griffin NFL MMI
Tangie, Shaquill e Shaquem Griffin (CBS News)

Io dico sempre ‘ciò che fai può aiutare un bambino ed un bambino potrà aiutarne altri mille un domani’. Io ora sono pronto ad aiutare gli altri. Non smetterò mai di spronare le persone a tirar fuori il meglio di sé“. 

Tra poco meno di una settimana saprai il tuo destino. È il tuo momento. 

Buona fortuna, Shaq!

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