Sharp Objects, miniserie targata HBO, creata da Marti Noxon e diretta da Jean-Marc Vallée, è un prodotto estremamente brillante e di elegante fattura. L’elemento più interessante di Sharp Objects è la straordinaria colonna sonora: la musica tesse le fila della trama, descrivendo minuziosamente i personaggi e il modo in cui cambiano nel corso della storia. La giornalista Camille Preaker (Amy Adams) viene mandata come reporter nella sua città natale, Wind Gap, a seguito della scomparsa di due ragazze. Camille si trova a fare i conti con figure del suo passato, in particolar modo dovrà confrontarsi con la madre Adora (Patricia Clarkson) e con gli abitanti retrogradi della squallida cittadina del Missouri.
Man mano che passeranno i giorni, Camille scivolerà sempre di più nell’oblio, tra ricordi dolorosi, paure e dipendenze. Nel tentativo di dimenticare, l’alcol e la musica sono lo scudo di Camille, i “luoghi” in cui la protagonista si sente al sicuro. Sembra che la musica sia un rifugio anche per il patrigno Alan, personaggio inesistente, uomo totalmente eclissato dalla figura di Adora. Per evadere dalla realtà schiacciante, l’uomo, sul suo costoso impianto, ascolta musica di altri tempi o pezzi contemporanei di pianoforte (come la malinconica Plus tôt di Alexandra Strelinski). C’è un dettaglio importante che sottolinea l’incisività della colonna sonora nella serie, ovvero l’utilizzo diegetico della musica: la maggior parte dei brani sono riprodotti da apparecchi o fonti sonore presenti nella scena; un banale stereo diventa, così, il protagonista in quasi tutte le scene svolte all’interno della casa natale della reporter.
Sharp Objects: Dal rock dei Led Zeppelin all’elettronica di Acid
Camille trascorre molto tempo in macchina, luogo in cui i protagonisti indiscussi sono i Led Zeppelin sin dal primo episodio: la cover di I Can’t Quit You Baby, che accompagna Camille all’ingresso di Wind Gap la prima volta, accosta la città del Missouri ad un amante che ti tiene prigioniero. Per gli abitanti della cittadina il tempo sembra essersi fermato: il rock ribelle dei Led Zepplin e l’elettronica di Acid sull’iPod di Camille si scontrano con musica tranquilla, come quella di Jhonny Cash, Vaughan e Steve Miller Band, che sentiamo nell’unico bar della cittadina frequentato da giovani, o con l’antiquato Patsy Cline, ascoltato dallo Sceriffo.
L’unico personaggio “fuori dagli schermi” è Amma, sorellastra di Camille, ribelle come lei. Amma ha un rapporto di amore e odio con la madre, e la musica ce lo conferma: i brani che accompagnano la vita della giovane hanno a che fare con il rapporto materno: canzoni come I Love my Mama di Snoop Dogg, e Mama’s Gonna Give You love di Emily Wells, sottolineano il legame patologico tra Amma e sua madre. Con una canzone diversa per ogni sigla, Sharp objects è una serie in cui la musica è centrale. La colonna sonora, come la paglia per il fuoco, dà vita ai personaggi e svolge un ruolo cruciale in alcuni snodi della trama.
Matteo Tarragoni
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