La siccità che si sta verificando in Lombardia sta portando la regione verso un nuovo stato d’emergenza. I sindaci dei vari comuni stanno prendendo misure per il consumo responsabile che potrebbero evitare il previsto razionamento.
A condurre verso lo stato d’emergenza per siccità è stata la situazione particolarmente critica dell’inverni appena trascorso. Con l’80% di pioggia in meno ed il 60% in meno di neve rispetto alla media stagionale, l’Italia dispone ora di sorgenti meno cariche che portano all’insufficienza di acqua.
Siccità: ecco le misure contro la crisi idrica
La Lombardia si è da subito attivata al fine di trovare una soluzione alla crisi idrica che sta fronteggiando: non solo è stato già richiesto lo stato d’emergenza per l’intero territorio e quello di calamità per l’agricoltura, ma sono stati anche concessi il rilascio delle acque dei bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supposto dell’irrigazione delle colture ed una deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi.
Le decisioni sono state assunte nel corso dell’insediamento del tavolo permanente, voluto dal presidente della Regione Attilio Fontana al fine di monitorare e affrontare la situazione di emergenza. Del tavolo permanente, il cui d’ordinamento è nelle mani dell’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo e che rimarrà convocato fino al superamento della crisi, fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’ANBI (Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari).
Lo stato di calamità per l’agricoltura ed il rilascio delle acque dei bacini idroelettrici
Il presidente Fontana ha evidenziato quanto questa crisi idrica stia facendo registrare al Piemonte livelli di gravità assoluti soprattutto per quel che riguarda l’agricoltura. Per aiutare questo settore, i cui protagonisti già affrontavano con fatica l’aumento dei costi dei concimi e della benzina agricola (il cui prezzo ha ormai raggiunto quello della benzina tradizionale), è stato richiesto lo stato di calamità naturale. Quest’ultimo consentirebbe di agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni.
In coppia con questa misura si è valutata la possibilità di agire riguardo il rilascio di un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici. Quest’operazione consentirebbe di garantire la tranquillità per un minimo di 15 giorni fino ad un massimo di 20, giorni che consentirebbero di salvare le produzioni agricole grazie al conseguente aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione.
La peggior crisi idrica mai vista in Italia: assenza di acqua anche per uso domestico
Fontana ha poi proseguito presentando una problematica che per il momento sembra riguardare solo alcune zone, ossia quella dell’assenza di acqua utilizzabile a livello domestico. Al momento in Piemonte risultano essere 170 i Comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri. Nel Novarese invece 10 Comuni sono dovuti addirittura ricorrere all’interruzione notturna della fornitura.
Nel dettaglio, in provincia di Torino sono 80 i Comuni che hanno emanato o stanno per emanare ordinanze ed in 3 è stato invece necessario intervenire con autobotti per rifornire di notte le cisterne. In provincia di Cuneo 10 Comuni hanno un’ordinanza emanata o in via di emanazione ed in 5 si è invece già intervenuti con autobotti. Abbiamo poi a Biella e Vercelli 9 Comuni con ordinanze emanata o in via di emanazione e 12 interventi con autobotti; ad Alessandria 30 Comuni con ordinanza emanata o in via di emanazione e un intervento con autobotte; a Novara e VCO 40 ordinanze emanate o in via di emanazione, 10 interruzioni notturne e vari interventi con autobotti. Ad Asti invece la situazione risulta meno critica grazie al prelievo del 100% dell’acqua da faglia profonda.
Ci troviamo ad affrontare una crisi idrica ben peggiore di quella a cui l’Italia ha assistito nel 2003. La portata d’acqua del Po è al momento inferiore al 72% di quella naturale.
Ginevra Mattei
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