Sicurezza negli stadi, ieri contro oggi

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Di Redazione Metropolitan

Sicurezza negli stadi, ieri contro oggi. La sicurezza negli impianti sportivi è decisamente cambiata nel corso degli ultimi anni, ed i governi di vari paesi, in Inghilterra soprattutto, hanno preso seri provvedimenti per rendere più tranquilla possibile la visione di una partita di calcio dagli spalti.

Oggi, le misure di sicurezza negli impianti sportivi ci permettono di vedere quasi sempre una partita tranquilla, ma dobbiamo tenere conto che, durante la seconda metà del novecento, andare allo stadio non era di certo il posto più sicuro del mondo. In quegli anni si verificarono bruttissimi episodi, che hanno portato le maggiori autorità dei paesi europei a prendere seri provvedimenti in merito alla sicurezza negli stadi.

Tutto ha inizio in Gran Bretagna: la tana degli hoolingans

I cosiddetti hoolingans sono gruppi di tifo organizzato e violento, legati a sottoculture britanniche, che si svilupparono in Gran Bretagna durante il secolo scorso.

Un gruppo di hooligans ai mondiali di Russia 2018 – Credit: Repubblica.it

Questi tifosi entravano negli stadi con intenzioni tutt’altro che tranquille, divertendosi a creare disordini per la polizia e per la gente innocente che vuole semplicemente vedere una partita di calcio della sua squadra del cuore.

La strage dell’Heysel

Il punto più alto della violenza negli stadi si raggiunse con la strage dello stadio Heysel a Bruxelles. L’impianto belga ospitò la finale di Coppa dei Campioni del 1985 tra Liverpool e Juventus.

I tifosi inglesi si spinsero ad ondate nel settore accanto al loro, dove credevano ci fossero i tifosi juventini (invece posti nella curva opposta) obbligando i supporters neutrali alla fuga, impedita ingenuamente dalle forze dell’ordine.

La strage dell’Heysel – Credit: ilmanifesto.it

La polizia quindi, per evitare disordini, costrinse i tifosi neutrali di quel settore ad andare dalla parte opposta, in cui i tifosi inglesi caricavano. Il risultato? Il muro del settore crollò dal troppo peso e molti tifosi rimasero schiacciati. Quella notte morirono trentanove persone, di cui trentadue erano spettatori italiani.

Nonostante ciò la partita si giocò lo stesso, per evitare ulteriori disordini e vinsero i bianconeri.

La strage di Hillsborough

Dopo l’episodio dell’Heysel, il primo ministro inglese Margaret Thatcher adottò maggiori misure di sicurezza negli stadi, come ad esempio il divieto di far entrare bevande alcoliche e creando una specie di “tessera del tifoso” per selezionare i supporters inglesi durante le trasferte.

I cambiamenti però furono interrotti da un’altra tragedia, quella dello stadio Hillsborough di Sheffield. Quella sera andò in scena la semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest.

I tifosi dei Reds, a causa del loro ritardo allo stadio, furono ubicati dalla polizia in un settore troppo piccolo in confronto al loro numero reale e ciò causò la morte di novantasei tifosi, che rimasero schiacciati dall’eccessiva folla.

Il ricordo della strage di Hillsborough – Credit: Getty Images

La riforma Taylor: il vero avvio alla sicurezza del calcio moderno

Grazie alle indagini del giudice Peter Taylor, la Gran Bretagna gettò le basi per la sicurezza del calcio moderno. Le famose gradinate furono abolite, per introdurre i posti a sedere numerati in tutto lo stadio.

Il Goodison Park, uno degli stadi costruiti dopo i fatti di Hillsborough – Credit: dal web

Inoltre lo Stato inglese finanziò la costruzione di nuovi stadi con ingenti fondi, per garantire la massima sicurezza allo stadio. Infine, le autorità decisero di aumentare drasticamente i prezzi dei biglietti, attuando una vera e propria “selezione sociale”.

La sicurezza negli stadi oggi

Ad inizio articolo ho scritto la seguente frase: “Oggi, le misure di sicurezza negli stadi ci permettono di vedere quasi sempre una partita tranquilla…”. Esatto, quasi sempre. Infatti, negli ultimi anni non sono mancati episodi di razzismo e di discriminazione territoriale. Questi fatti hanno costretto le autorità a rinviare la partita o, nei casi più gravi, a squalificare per intere stagioni lo stadio della tifoseria colpevole, negando quindi l’accesso al pubblico.

Tuttavia, la maggior parte degli impianti europei hanno a disposizione molti metodi per riconoscere i tifosi colpevoli. Ad esempio, intorno allo stadio ci sono molte telecamere speciali che permettono il riconoscimento facciale del gruppo incriminato.

Pattuglie di polizia davanti allo Stadio Olimpico di Roma – Credit: iltempo.it

Inoltre, prima di ogni evento, la gente è sottoposta a controlli di vario genere. Queste verifiche permettono alle forze dell’ordine di neutralizzare l’ingresso di materiale pericoloso che possa recare disagio e disordine durante la partita.

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