Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio nella Francia della prima metà del 900′ alla scoperta di un mito nazionale francese. Parleremo di libertinismo, di anticonformismo e amore. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Sidonie-Gabrielle Colette e alle sue opere

“Femminista io? Starà scherzando. Le suffragette mi fanno schifo. E se a qualche francese salta in testa di imitarle, spero che le facciano capire che comportamenti del genere in Francia non sono tollerati. Sa che cosa meritano le suffragette? La frusta e l’harem”

Come si desume da questa risposta data ad un intervistatore nel 1910, Sidonie-Gabrielle Colette non è mai stata femminista. Tuttavia con il suo contributo letterario ha contribuito non poco ha cambiare l’universo femminile del suo tempo. Quella dei suoi romanzi è una donna libertina, spregiudicata ed anticonformista in aperto contrasto con le regole sociali dei suoi tempi. Il riflesso di quello che è stata la sua vita in cui ha vissuto diversi amori anche saffici.

Sidonie-Gabrielle-Colette, le opere e l’amore

Il trailer del film su Colette, fonte FilmIsNow Trailer & Clip in Italiano

Sidonie Gabrielle-Colette, candidata al premio Nobel nel 1948, è un autentico mito della letteratura francese passata alla storia come la donna che sfidò le convenzioni del suo tempo. La sua spregiudicatezza contribuì a lanciare una vera e propria moda parigina ai primi del 900′ con la fortunata serie di romanzi “Claudine”. Questi è il primo personaggio di teen agers libertino e spregiudicato della storia che contribuì a dare l‘immagine di una donna libera della convenzioni del suo tempo.

Da qui Colette incominciò narrare una serie di relazioni e storie libertine, a volte anche censurate per il loro erotismo e per il loro essere considerati tabù, anche nei successivi romanzi come “L’ingenua libertina” e “Chèri”.In essi la celebre scrittrice francese raccontava la sua realtà di un amore senza età, sesso e senso etico ma completamente libero da schemi precostituiti. Un amore che doveva essere fatto comprendere anche ai benpensanti.

Stefano Delle Cave