Tratto dal romanzo omonimo di Thomas Harris, Il silenzio degli innocenti faceva il suo debutto nelle sale cinematografiche 29 anni fa. Diretto da Jonathan Demme, le star della pellicola sono senza dubbio Jodie Foster, nel ruolo della cadetta dell’FBI Clarice Starling, e ovviamente Anthony Hopkins, il temibile dottor Hannibal Lecter. Interpretazione che ebbe uno screentime totale di 12 minuti, ma che valse all’attore il Premio Oscar.

Il silenzio degli innocenti: i serial killer nel serial killer

Ma c’è un altro personaggio che vale la pena essere menzionato. Sto parlando, ovviamente, di Buffalo Bill (Ted Levine), il serial killer a cui Clarice dà la caccia. Jame Gumb (il suo vero nome) è passato alla storia del cinema grazie all’iconica scena in cui balla nudo davanti allo specchio sulle note di Goodbye Horses.

Con un trascorso difficile alle spalle, a Gumb viene negato l’inizio di un percorso di transizione sessuale; al che decide di portarlo a termine da solo. Quale migliore soluzione, se non uccidere ragazze in carne ed indossarne le pelli?

Ma soprattutto, chi c’è effettivamente dietro Buffalo Bill?

Ed Gein

Ed Gein - immagine web
Ed Gein – immagine web

L’arte del “taglia e cuci” di Buffalo Bill non può che farci pensare istintivamente a Ed Gein, il quale si dilettava nel creare deliziosi oggetti e accessori con le parti del corpo delle vittime. Tra le sue creazioni, non possiamo certo dimenticare la cintura fatta di capezzoli, la collana con dita, le ciotole di crani umani, poltrone e capi d’abbigliamento in pelle umana.
Oltre a questo singolare hobby, sia Gumb che Gein avevano in comune un background che vedeva un morboso attaccamento alla madre.

Ted Bundy

Ted Bundy - immagine web
Ted Bundy – immagine web

L’analogia più evidente tra Ted Bundy (recentemente interpretato da Zac Efron in Ted Bundy – Fascino criminale) e Jame Gumb sta nella tecnica utilizzata per rapire le vittime: infatti Bundy fingeva spesso di avere un braccio ingessato e di necessitare aiuto nel trasportare oggetti pesanti in macchina. In questa stessa maniera, Buffalo Bill ingannò, stordì e rapì Catherine Martin.
Sappiamo inoltre che anche Bundy era un collezionista peculiare: all’interno di casa sua vennero infatti ritrovati dodici crani umani, esposti a mo’ di trofeo.

Gary Heidnik

Gary Heidnik - immagine web
Gary Heidnik – immagine web

Gary Heidnik è in qualche modo la “casa” di Buffalo Bill, e a ragione: entrambi vivevano in una villetta che, nelle fondamenta, nascondeva l’orrore. Heidnik, infatti, relegava le vittime in cantina e, se disobbedivano alle torture, le attendeva la permanenza in una buca scavata nel terreno della cantina stessa.
A Buffalo Bill non interessava torturare e stuprare le vittime, ma l’unico modo per non farle scappare era appunto imprigionarle all’interno del buco nel seminterrato. Lo stesso seminterrato in cui il killer aveva allestito il suo personalissimo atelier.

Edmund Kemper

Edmund Kemper - immagine web
Edmund Kemper – immagine web

Nonostante la pellicola cinematografica abbia dato poco spazio al background di Jame Gumb, dall’opera letteraria veniamo a conoscenza del fatto che all’uomo venne negata la terapia ormonale a causa della fedina penale sporca. Difatti, Gumb si era macchiato del duplice omicidio dei nonni da bambino, e nessuna clinica voleva essere associata a lui.
Allo stesso modo Edmund Kemper uccise i nonni all’età di dodici anni, semplicemente perché voleva “sapere cosa si provasse”.

Jerry Brudos

Jerry Brudos - immagine web
Jerry Brudos – immagine web

Non abbiamo ancora parlato del travestitismo di Jame Gumb, se non facendo un accenno alla pelle umana nel paragrafo su Ed Gein. Scomodiamo perciò Jerry Brudos, che prima di essere un serial killer era stato un feticista dedito al travestitismo. Questi infatti fin da bambino amava indossare scarpe col tacco e biancheria femminile, feticismo che lo portò da uno psichiatra e alla successiva diagnosi di schizofrenia. Al termine di tutti i suoi omicidi, era solito indossare le scarpe delle vittime, che conservava, e masturbarsi.

Gary Ridgway

Gary Ridgway - immagine web
Gary Ridgway – immagine web

Conosciuto come “il killer di Green River”, Gary Ridgway non era ancora stato identificato quando Il silenzio degli innocenti divenne prima un libro e poi un film. Ad ogni modo, le sue gesta non passarono inosservate a Thomas Harris, che vide in lui la degna conclusione agli omicidi di Buffalo Bill.
Come Ridgway infatti Gumb gettava i corpi delle vittime lungo le sponde del fiume Green River, e a volte inseriva nei cadaveri degli oggetti. Un’altra analogia si può trovare nel fatto che lo stesso Ted Bundy si sia offerto di tracciare un profilo psicologico di Ridgway, così come fece Lecter nei confronti di Gumb.

Chiara Cozzi

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