Compie oggi gli anni uno dei cantautori più validi ed interessanti del panorama musicale italiano: Simone Cristicchi. Diventato ‘famoso’ nel 2005, grazie a quello che lo stesso Cristicchi definisce “tormentone involontario”, Vorrei cantare come Biagio. Il brano, anche se ironico, tenta in realtà di denunciare l’enorme difficoltà, per un giovane artista, di raggiungere il successo preservando la propria individualità.
Dalla canzonetta alla canzone d’autore

Simone Cristicchi pubblica il suo primo album nel 2006, Fabbricante di canzoni. All’interno di questo lavoro è contenuto il duetto con Sergio Endrigo sulle note della sua Questo è amore. Dell’album avrebbe dovuto far parte anche il brano Prete, canzone fortemente critica nei confronti della Chiesa cattolica e della figura del sacerdote. Censurata all’ultimo momento dalla casa discografica.
A febbraio dello stesso anno, Cristicchi partecipa al 56º Festival di Sanremo con il brano Che bella gente, classificandosi al secondo posto nella categoria Giovani. Il brano, scritto in collaborazione con la cantautrice Momo e dedicato a Mia Martini, riscuote un discreto successo radiofonico. In estate esce il singolo Ombrelloni, parodia dei classici tormentoni estivi e dei vari luoghi comuni legati all’estate. Il pezzo viene parzialmente censurato dalle radio e dalle varie emittenti televisive per via del suo testo diretto ed ironicamente farcito di parolacce. Sempre nel 2006 Cristicchi scrive per Mietta il brano Senza di te, incluso nel CD della cantante 74100.
Ha tenuto corsi come docente presso il CET – Centro Europeo di Toscolano, la scuola di Mogol. Crsiticchi ha testimoniato le proprie esperienze, integrando teoria e pratica, formazione culturale e attività professionale.
Nel marzo 2007 vince il 57º Festival di Sanremo, nella categoria Campioni, con la canzone Ti regalerò una rosa. Cristicchi ha affermato di aver trovato l’ispirazione per scrivere il brano nella cittadina di Girifalco, in Calabria, dove sorge un imponente manicomio. Colpito dal viavai dei pazienti dell’istituto, il cantautore ha deciso di realizzare un viaggio per gli ospedali psichiatrici d’Italia. Questa esperienza è sintetizzata nello struggente testo del brano che contiene le storie raccontategli realmente dai pazienti degli istituti da lui visitati. Il brano mette d’accordo pubblico e critica. Riceve, oltre al trofeo principale, il Premio della Critica Mia Martini ed il Premio della Sala Stampa Radio-TV Lucio Dalla, e viene inserito nel nuovo album Dall’altra parte del cancello.
Canzoni sociali ed il mainstream musicale
Da allora Simone Cristicchi ha inenellato un successo dopo l’altro, grazie alla sua schiettezza nei testi, sempre diretti e semplici da capire. Nonostante la fama mette sempre la sua poetica al fianco degli ultimi, dei più deboli, dei perdenti. Infatti nel 2011 pubblica il brano “Genova Brucia”, ispirato ai violenti fatti accaduti nella città ligure durante il G8 del 2001, e vince il Premio Amnesty Italia.
Nel 2012 incide con Franco Califano e il coro dei ragazzi del carcere minorile di Nisida la canzone “Sto a cercà lavoro”, pubblicata su CD singolo, il cui ricavato viene versato in beneficenza.
A febbraio 2019 Simone Cristicchi partecipa al 69° Festival di Sanremo con il brano “Abbi cura di Me”, scritto dall’artista con Nicola Brunialti e Gabriele Ortenzi. «Nei versi della canzone, ricorre il tema millenario dell’accettazione, della fiducia, dell’abbandonarsi all’altro da sé, che sia esso un compagno, un padre, una madre, un figlio o Dio – racconta Simone Cristicchi – Nelle mie intenzioni, questo brano vuole essere una preghiera d’Amore universale, una dichiarazione di fragilità, una disarmante richiesta d’aiuto». Il brano si classifica al quinto posto della classifica generale, ma vince il premio Sergio Endrigo alla miglior interpretazione e il premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale.
Simone Cristicchi ed il teatro
Il cantautore/poeta non si ferma solo alla musica. Infatti scrive e dirige diverse opere teatrali. Le ultime due sono Paradiso: dalle tenebre alla Luce. Simone, in occasione del settimo centenario della morte del sommo poeta Dante Alighieri, scrive e interpreta questa opera teatrale per voce e orchestra sinfonica, che racconta di un viaggio interiore che dall’oscurità conduce alla luce attraverso le voci potenti dei mistici di ogni tempo, i cui insegnamenti – come un fiume sotterraneo – attraversano i secoli per arrivare con l’attualità del loro messaggio fino a noi. La tensione verso il Paradiso diventa così una metafora dell’evoluzione umana, un vero e proprio slancio verso vette più alte, spesso inaccessibili.
“È la nostalgia dell’Eden. Del paradiso perduto. Il mito universale più diffuso in tutta la storia dell’umanità. Dai Maya ai cinesi, dagli indiani agli africani, dai celti agli antichi greci. Tutti dicevano: ‘Stavamo bene. eravamo ricchi. Qui non esiste morte, malattia o sofferenza. Una situazione beata. L’abbiamo perduta. Va ritrovata questa strada’. Per questo lo ricerchiamo, per questo ne abbiamo nostalgia“ scrive Simone Cristicchi in un post pubblicato sui social.
L’altra opera molto interessante si chiama “Manuale Di Volo Per Uomo”, scritta da Simone Cristicchi e Gabriele Ortenzi, con la collaborazione di Nicola Brunialti, per la regia di Antonio Calenda. Lo spettacolo, con il quale Cristicchi continua a stupire il pubblico teatrale è una nuova invenzione drammaturgica, ambientata nel mondo attuale.
Una favola metropolitana ricca di emozioni, musica e poesia. Nello spettacolo “Manuale di Volo per Uomo”, Cristicchi interpreta un quarantenne rimasto bambino, con un problema preoccupante: qualunque cosa guardino i suoi occhi – dal fiore di tarassaco cresciuto sull’asfalto, ai grandi palazzi di periferia – tutto è stupefacente, affascinante, meraviglioso! Per molti è un “ritardato” da compatire, per alcuni un genio. Sicuramente è un tipo strano, che ama dipingere un mondo tutto suo, contare le lettere che formano le parole delle frasi, camminare lentissimo seguendo una sua indecifrabile traiettoria. In realtà, Raffaello è un “Super-Sensibile”, e in quanto eroe possiede dei poteri speciali: la sua mente fotografica è dotata di una lente di ingrandimento che mette a fuoco i particolari, i dettagli che sfuggono agli altri esseri umani; cose minuscole e apparentemente insignificanti che nascondono però un’infinita bellezza, forse perché “niente è più grande delle piccole cose!”.
Nel racconto poetico e surreale del suo microcosmo, Raffaello descrive vicende minime ed universali del suo affollato quartiere, la grande città che fa paura, il paradiso della Ferramenta dove tutto è catalogato alla perfezione; e poi meccanici romantici, emarginati invisibili, terribili guardiani di garage. Forse “volare” significa non sentirsi soli, avere il coraggio di buttarsi nella vita, mantenendo intatto il bambino dentro di noi. E soprattutto non lasciarsi sfuggire la bellezza che ci circonda.
“Manuale di volo per uomo”: una mappa geografica dell’anima, che lo aiuterà a trovare il suo posto nelmondo.
Alessandro Carugini
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