Il Città di Anagni è uno dei club firmatari del comunicato di diffida indirizzato a Figc e Lega Nazionale Dilettanti. I due organi del nostro calcio sono sotto accusa per la decisione di retrocedere, senza aver terminato i campionati, le ultime dei raggruppamenti. Una vera e propria rivolta che potrebbe segnare un’estate caldissima per tutto il movimento dilettantistico italiano. Abbiamo raggiunto telefonicamente Simone Pace, presidente del club anagnino: ecco cosa ci ha raccontato del momento attuale.

Pace, Città di Anagni: “Non siamo numeretti ma esseri umani. Il Comune ha speso tanto per lo stadio…”

Rabbia e delusione per il Città di Anagni che si ripercuotono sull’immediato futuro del club. Futuro che, in caso di ufficializzazione della retrocessioni, potrebbe significare la non iscrizione del club a nessun campionato. Ecco le parole di Simone Pace, presidente della società laziale retrocessa in Eccellenza d’ufficio dopo lo stop della Serie D:

“Il comunicato è una decisione che abbiamo condiviso: siamo favorevoli a questa diffida. Vogliamo farci sentire per tentare attraverso un dialogo, evitando altre sedi. Vorremmo far capire agli organi federali che questa decisione è un abuso perché in Serie D retrocedono due squadre squadre mentre le altre due si giocano i playout. Non vogliono fare il mini torneo salvezza? Blocchiamo le retrocessioni. È giusto che la prima in classifica, per meriti sportivi, sia promossa ma è corretto tutelare anche chi non è retrocesso sul campo. Chiediamo solo il buonsenso: non siamo numeretti gettati lì. Siamo esseri umani, molti club hanno perso dirigenti per colpa del Coronavirus: il discorso è da analizzare anche nei campi umani, sociali e territoriali. Sarebbe un disastro per molti club che hanno investito tanto. Ci aspettiamo di più dalla Federazione, ovvero coloro che dovrebbero tutelare tutte le società”.

La proposta dei club insorti

“Io non credo molto nella riforma, o meglio: non credo nei tempi. Secondo me è impossibile farla entro settembre-ottobre, anche se potrebbe far recuperare la categoria a diverse squadre. Noi non viviamo di speranze ma di fatti: abbiamo vinto quattro campionati in quattro anni. La nostra proposta è quella di far iniziare questo campionato con più squadre, senza inventarsi nulla visto che è una formula che è stata adottata già in passato, formando tutti i gironi da 20 società con sei retrocessioni. Sarebbe un anno transitorio che farebbe tornare tutto come era prima tra due anni. Questa è un’ipotesi di buonsenso…”

In caso di Eccellenza, il suo impegno con il Città di Anagni resta invariato? Quale futuro vede per la sua società?

“Ci siamo sentiti già con il sindaco che ci ha espresso piena solidarietà e si è messo a disposizione per tentare tutte le strade che riescano a mettere in risalto la nostra voce. L’amministrazione comunale ha fatto un investimento molto importante sullo stadio che possiede una capienza da tremila posti: è uno dei primi stadi della provincia di Frosinone e, oserei dire, del Lazio. Questo restyling, che ha toccato anche campo e spogliatoi, si è reso necessario per la Serie D che ha regole più stringenti. Quindi c’è anche la beffa: il Comune ha speso oltre un milioni di euro per la D ed i lavori sono iniziati un mese fa. Andremo avanti per tutte le vie in modo da tutelarci: non voglio sentire parlare di Eccellenza! Stiamo facendo delle valutazioni attendendo la decisione finale, credo che la nostra posizione sia semplice: non ci sentiamo tutelati ed è inutile andare avanti, togliendo tempo utile a noi stessi ed alle famiglie per una passione. Deluderemo anche le aspettative degli sponsor, in Serie D c’è una visibilità maggiore ovviamente. Per tutte queste ragioni, ad oggi non c’iscriveremo a nessuna categoria, nemmeno con le giovanili. Non vogliamo andare avanti in questo caso…”

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