“Single ma non troppo”, il ghiaccio di Dakota Johnson

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Di Federica De Candia

Una buona amica ti insegna a farti pagare i drink dagli uomini, e quando si alza il bicchiere, a brindare con ‘No ai drammi‘. Là fuori c’è New York, una città che tra i suoi fumi e le notti infinite, è popolata da cuori solitari. Che sia la storia di una sera, o un sentimento profondo, tutti sembrano alla ricerca dell’anima gemella. Ma ognuno, a modo proprio, imparerà anche ad essere single. In un mondo in cui l’amore muta, vaga, e si trasforma. Stasera in tv “Single ma non troppo”: “Se Tom ti scrive, aspetta 4 ore prima di rispondere“. Ma solo a New York succede.

Peggio di essere single è perdere una notte a New York. Vietato soffrire d’imbarazzo nel guardare questo film figlio del tempo. Con Dakota Johnson, l’attrice che faceva Anastasia in “50 Sfumature di Grigio“, figlia degli attori Don Johnson e Melanie Griffith. Lei è Alice, una ragazza che da sola non riusciva neanche a chiudere e slacciare la zip del vestito (per questo costruirà un apposito aggeggio da muro). Lascia il fidanzato storico Josh (Nicholas Braun), e per la prima volta vive da single a New York. Lavora come assistente legale, e abita con la sorella Meg (Leslie Mann), di professione ginecologa, che, indipendente in tutto, vuole un bambino con l’inseminazione artificiale. La collega Robin (Rebel Wilson), tutte curve ed esuberante, senza limiti, con una bottiglia nascosta anche sotto i vestiti, si sveglia ogni mattina in casa di un uomo diverso. Sarà lei a trascinare l’amica in giro per locali. Cocktail e sballo; scordatevi di dar da mangiare ai piccioni a Central Park. Farà da Cicerone a New York, oratrice e filosofa col bicchiere in mano.

Le sfumature alchemiche..

Alice capirà ben presto che da queste serate, se ne esce con un gran mal di testa. E magari, con un numero di telefono di qualcuno. Diventa suo mentore e confidente Tom (Anders Holm), un barista playboy incallito, scapolo che ha avuto solo relazioni casuali. Il compagno ideale di follie notturne; colui che bisogna tenersi caro dietro il bancone. E l’amica Lucy (Alison Brie), cliente abituale del bar, che cerca uomini su siti d’incontri in internet, comodamente sul bancone del bar con il portatile. Lei è l’ultima ostinata romantica in cerca di un principe. Là dove nessuno sembra volere una relazione seria. “Single ma non troppo”, è un film del 2016 diretto da Christian Ditter. Ispirato al romanzo “How to be Single” di Liz Tuccillo (da cui prende lo stesso nome), la stessa sceneggiatrice di “Sex and the City” e “La verità è che non gli piaci abbastanza”.

Da “Single ma non troppo“, viene fuori un decalogo preciso di regole: come un manuale di giovani ‘marmotte’, ma in tutt’altro che letargo, impareremo che dopo undici bottiglie di birra due amici devono necessariamente fare sesso. E apprenderemo che le ‘tacche‘ sono i maschietti ‘consumati’, mentre i ‘bocconcini‘ quelli giovani. La missione di cinque ragazze, sarà trovare se stesse tra i grattacieli della Grande Mela: il paradiso terrestre dei nottambuli peccatori. Dove le storie d’amore passano alla velocità di un sorso di cannuccia, rigorosamente galleggiante nell’alcool. Dove il ghiaccio annacqua nel bicchiere. Non il cubetto a cui Dakota Johnson ci aveva abituati, che metteva brividi roventi nella scena di “50 sfumature“.

La notte brilla per i single

I dialoghi del film hanno una propria metrica libertina: inutile cercare l’accento su ‘passera’.. Assisteremo a una serie di esempi di toelettatura per folti e inesplorabili anfratti. Non c’è un romantico Cyrano De Bergerac a dispensare versi in “Single ma non troppo“. E il concetto di solitudine, sarà rivisto e americanizzato. Avere un amico barista, sembra la chiave per cancellare ogni dolore all’altezza del cuore. Un film all’eccesso del frivolo e della sregolatezza, ma anche, purtroppo, realistico: i sentimenti sono sempre più consumazioni da fast food. Bisogna assaporare il momento in cui si è single, dicono le ‘fate’ del film, che più che dotate di bacchetta magica, sembrano ‘bacchettone’. Pronte a redarguire. Che danno all’amaro calice della singletudine, un altro sapore. Perché tutto può accadere in quel delicato quanto breve passaggio fra una relazione e l’altra, stasera in tv in “Single ma non troppo“. Ma più che come far scoccare la scintilla, l’unico insegnamento che resta è come ‘scroccare’ da bere.

Federica De Candia per Metropolitan magazine