“Sliding Doors”, l’imprevedibilità del destino

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Di Redazione Metropolitan

Sliding Doors, diretto da Peter Howitt, è una commedia romantica del 1998. In questa pellicola ci sono tutti gli ingredienti di un qualsiasi film rosa: Gwyneth Paltrow è la protagonista, una ragazza che vive in punta di piedi ma ha in sé un grandissimo potenziale, e John Lynch è il fidanzato, un uomo debole che non riesce ad imporsi sulla sua ex, Jeanne Tripplehorn, e cede ai suoi comportamenti aggressivi e sensuali. John Hannah interpreta l’uomo che la protagonista conosce per caso e potrebbe rappresentare proprio il “lui” giusto, infine Zara Turner è la fedele amica di lei, che proprio quando ne ha bisogno la aiuta a guardarsi dentro e capire cosa prova e cosa dovrebbe fare per seguire il suo cuore.

Come in ogni commedia romantica, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, e la protagonista affronta drammi e ferite che la aiutano a rialzarsi più forte per affrontare ciò che le è sempre stato davanti agli occhi. Premesse semplici, trama già vista, eppure questo è uno di quei film che rimangono impressi anche a chi non ama il genere. Se trama e personaggi non hanno nulla di particolare, quello che rende Sliding Doors un valido prodotto degno di essere visto almeno una volta è il modo in cui la storia viene raccontata, sdoppiandola in due possibili risvolti della vita della protagonista.

Gwyneth Paltrow in una scena del film - Photo credits: web
Gwyneth Paltrow in una scena del film – Photo credits: web

Sliding Doors, la trama

Helen (Gwyneth Paltrow) è una giovane donna in carriera nell’ambito delle pubbliche relazioni. Vive con il suo fidanzato, uno scrittore poco produttivo che la tradisce con la sua ex. In un qualsiasi lunedì mattina, Helen viene licenziata e si incammina prima del previsto verso casa, dove il fidanzato è in pieno rendez-vous romantico con la ex. Helen perde la metro, quindi decide di chiamare un taxi e mentre lo aspetta è vittima di un tentato scippo. Viene portata in ospedale dal taxista e quindi torna a casa tardi, continuando a vivere la sua vita con il fidanzato. Ma davanti alle porte della metropolitana la trama si sdoppia. Cosa sarebbe successo se Helen fosse riuscita a prendere la metro?

A volte si viene catapultati nella vita di un altro quando va tirato su di morale e rassicurato, e si scopre che, chissà perché, tocca a te questo compito.

John Lynch e Jeanne Tripplehorn in una scena del film - Photo credits: web
John Lynch e Jeanne Tripplehorn in una scena del film – Photo credits: web

Se solo fosse andata diversamente…

L’espressione inglese “sliding doors” indica un qualcosa di imprevedibile capace di cambiare la vita di una persona. Può non trattarsi di un evento grande, spesso sono le piccole cose che la cambiano. Un orecchino che cade e viene raccolto, una porta che rimane aperta o si chiude. Un secondo può valere una vita. Quante volte davanti a degli eventi poco fortunati ci siamo detti la tipica frase “se solo fosse andata diversamente”? Ogni volta che ce la ripetiamo siamo convinti che “se solo…” allora la nostra vita sarebbe stata migliore, ma non è detto. Non è detto che sarebbe stata la versione giusta per noi in quel momento, o che il dolore provato non si sarebbe comunque presentato.

Le due Helen si ritrovano a vivere versioni parallele di quello che sembra un destino diverso, ma in realtà è lo stesso vissuto in modi diversi. Alcune tappe si sfiorano, alcune opportunità continuano a mostrarsi, finché non arriva il punto di connessione tra le due versioni di Helen. Le porte di una metro, di un ascensore, che in una giornata sfortunata ci si chiudono davanti al naso a volte possono essere il segnale del destino che non è ancora arrivato il momento giusto per vivere quelle tappe perché non si è ancora pronti, perché i tempi non sono maturi. Un po’ come continuare ad incontrare la stessa persona in momenti diversi della propria vita potrebbe significare che quel qualcuno fa parte del nostro destino, ma potremmo non essere ancora la versione di noi stessi giusta per conoscerlo.

John Hannah e Gwyneth Paltrow in una scena del film - Photo credits: web
John Hannah e Gwyneth Paltrow in una scena del film – Photo credits: web

L’imprevedibilità del destino

Sliding Doors è un pas de deux tra il destino e la libertà di scelta. I momenti in cui gli eventi sono speculari nelle due versioni di Helen, e pertanto sembrano destino, si alternano alle opportunità che lei stessa sceglie di cogliere oppure si lascia scivolare via. È evidente che Helen e James (John Hannah) siano destinati a stare insieme, ma in entrambe le versioni della storia sono le scelte personali che Helen fa a permettere al fato di compiersi, prima o dopo. E la conclusione è la riprova che se qualcosa deve succedere continua a presentarsi a te finché tu non decidi di guardarlo e sorridergli.

Helen ci mostra che forzare il destino, affrettarlo, cambiare quel “se solo…”, non sempre è l’opzione per una vita migliore. A volte alcune avversità devono essere affrontate, il dolore deve essere provato, le difficoltà devono essere superate. E proprio quando ci sembra di aver toccato il fondo ecco che invece l’ennesima porta chiusa può poi riaprirsi sulla reale versione migliore della nostra vita che si presenta nel momento giusto per coglierla, perché si è diventati la versione migliore di noi stessi.

John Hannah e Gwyneth Paltrow in Sliding Doors - Photo credits: web
John Hannah e Gwyneth Paltrow in Sliding Doors – Photo credits: web

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Articolo a cura di Eleonora Chionni