In Italia le donne sono molto spesso costrette a scegliere tra essere lavoratrici o madri. Molto in parte dipende dal fatto che mancano aiuti concreti, da parte dello Stato, che consentano di vivere la maternità senza dover rinunciare alle aspirazioni lavorative. La Francia, invece, è da sempre orientata a politiche mumfriendly. L’ultima proposta è quella di consentire alle mamme di lavorare in smart working nelle 12 settimane precedenti il congedo di maternità.
Smartworking obbligatorio per le mamme
La proposta interviene per far fronte al più imponente calo demografico della storia francese. Nel 2020, anno della pandemia, si è registrato un calo delle nascite che si attesta al -18% rispetto al 2019. Eppure la Francia è, da sempre, il paese con il tasso di natalità più elevato in europa. In particolare, secondo quel che riporta l’Agensir c’è stato un crollo del 7% delle nascite rispetto al dicembre 2019 e del 13% nel gennaio 2021 rispetto al gennaio precedente. Ed è proprio da questa presa di coscienza che il movimento centrista di maggioranza in Francia, LREM, ha proposto una legge per consentire il telelavoro alle mamme in gravidanza. Lo scopo perseguito è sia incentivare le donne che lavorano alla maternità, ma anche estendervi una tutela per evitare alle donne incinte facciano sforzi inutili.
Smartworking obbligatorio: le opinioni sulla riforma
Invero la proposta deve soltanto essere ratificata formalmente, essendo già stata approvata. Tuttavia nell’opinione pubblica francese non è stata accolta da tutti con favore. Lo smartworking, in primo luogo, non dovrebbe essere considerata una condizione definibile per legge ma dovrebbe essere lasciato alla libera contrattazione tra lavoratore e datore. Inoltre, secondo altri, una legge in tal senso esisterebbe già in Francia. A parere di chi scrive, le politiche attive di supporto alla genitorialità sono sempre ben viste. Tuttavia , dovrebbero lasciare un margine di discrezionalità alla donna senza divenire obbligatorie. Ogni donna e futura mamma dovrebbe essere messa nelle condizioni di optare liberamente per quale sia la scelta migliore per lei e il suo bambino.

Smartworking in gravidanza, l’emendamento
Attualmente il congedo di maternità in Francia è di quattro mesi, uno in meno che in Italia. Tuttavia la Francia mette a disposizioni aiuti concreti, quali un bonus bebè di valore economico più elevato e soprattutto una rete di asili inseriti per lo più nei luoghi di lavoro. Nell’ ottica di Céline Calvez, membro della commissione per gli Affari culturali di La République En Marche, che ha elaborato la proposta, l’emendamento in oggetto consentirebbe, invece, a una dipendente di poter usufruire dello smartworking nelle dodici settimane precedenti il congedo di maternità. La proposta vuole sia far fronte al crollo delle nascite ma anche venire incontro alle donne. Parte, infatti dall’osservazione del dato secondo cui, durante la pandemia, lo smartworking abbia reso le donne in gravidanza “meno esaurite”, ma anche e soprattutto meno esposte ai rischi di un parto prematuro. Per Cèline Calvez la legge è a questo punto irrinunciabile.
Al di là di quello che sarà l’iter francese occorre ribadire che le donne dovrebbero essere messe in condizione di vivere la maternità senza rischi e paure. Ridisegnare un mondo del lavoro a misura di donna non può e non deve essere solo uno slogan. Occorre mettere in campo strumenti concreti per conciliare opportunità professionali con la maternità. Servono politiche fiscali mirate e la predisposizione di reti di servizi capaci di sostenere le donne e le famiglie.
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