In questo Natale così speciale, anche le tradizioni familiari sono stravolte. Per la prima volta, infatti, il film di animazione che di solito veniva visto al cinema insieme a tutta la famiglia, è stato trasmesso in streaming sulla piattaforma Disney+ la sera di Natale. Walt Disney Company conferma così la linea di distribuzione attuata con il live action di Mulan e bypassa le sale cinematografiche portando Soul, attesa pellicola, direttamente sullo schermo di casa.

Dai produttori di alcuni dei grandi successi recenti della Disney Pixar, ovvero Monster & CO., Inside Out, Coco e Up, Soul segue il filone “metafisico” della vita oltre la vita concludendo una trilogia esistenziale, attraverso la bravura dei disegnatori, ma anche degli sceneggiatori e dei musicisti così come del suo regista Pete Docter; portando a grandi e piccini intrattenimento ma anche introspezione e delicatezza. Soul è un mito contemporaneo sulla vita dell’anima che affonda nella filosofia antica, passa dalla psicologia archetipica e arriva al Jazz, “musica della venuta, musica che crea“, per dirla con Amiri Baraka. Ed è proprio sulla venuta che si concentra questo capolavoro.

Quando un’anima si perde

Protagonisti sono un adulto, Joe Gardner, pianista che ha una forte passione per il jazz ma non ne ha mai trovato la completa realizzazione e un’anima di nome 22, che nel design ricorda una bambina, ma che è di fatto qualcosa che ancora deve nascere. Il primo avrà un’esperienza di morte che lo porterà a trovare un modo per riappropriarsi del proprio corpo fisico mentre la seconda deve trovare una scintilla per iniziare finalmente a vivere. Joe ha l’occasione della vita: un suo ex-allievo lo contatta perché alla grande sassofonista Dorothea Williams manca un pianista e, di lì a poche ore, si tiene un concerto presso uno di quei bar in cui il jazz regna. 

Dorothea Williams e Joe Gardner in "Soul" - © Disney Pixar
Dorothea Williams e Joe Gardner in “Soul” – © Disney Pixar

Soul fin lì ci delinea in modo schematico l’esistenza di Joe, professore alle medie che ama il suo lavoro ma che al tempo stesso lo vede castrante. La madre lo vorrebbe sistemato. La musica è l’unico scopo che individua nella sua vita e quel sogno di diventare un affermato pianista jazz sembra finalmente in procinto di avverarsi quando ha l’occasione di esibirsi nel miglior locale della città, ma l’imprevisto accade: una distrazione nel momento di gioia per l’opportunità ricevuta, un passo falso, e Joe si ritrova nell’Ante-Mondo, il luogo in cui le nuove anime sono chiamate a individuare e sviluppare una personalità, interessi e passioni prima di andare sulla Terra.

Le anime dell'Ante-mondo - © Disney Pixar
Le anime dell’Ante-mondo – © Disney Pixar

Soul: razzismo, anime e scintille

La Pixar ha deciso di creare personaggi che fossero riconoscibilmente neri evitando gli stereotipi nei vecchi cartoni animati, con un design delle anime “vaporoso”, “etereo” e “non fisico”, avendo basato i loro progetti sulle definizioni di anima data loro da vari rappresentanti religiosi e culturali. Pete Docter ne fa di Soul, con quel tocco poetico e sensibile già dimostrato in Inside Out, una storia che si sviluppa su tanti livelli di letture, che ci trasporta da una dimensione all’altra, dall’iperrealismo di una suggestiva New York all’ambiente visionario e astratto dell’AnteMondo, con la stessa fluida emozione di una sinuosa melodia. C’è tanta musica in Soul, ci sono passioni che possono prendere la deriva di ossessioni che intrappolano, c’è una vita da vivere e seconde possibilità da cogliere.

"Soul" - © Disney Pixar
“Soul” – © Disney Pixar

Con Soul la Pixar mette le radici per il futuro

Sebbene Onward abbia deluso nel complesso nonostante alcuni forti momenti individuali,  Soul dà grandi speranze. Ciò è dovuto principalmente al regista Pete Docter, che ha recentemente sostituito John Lasseter come Chief Creative Officer della Pixar, Docter è stato anche la fonte di idee per le storie di WALL-E e dei primi due film di Toy Story. Quindi la trama di Soul parla da sola e suona già come un film che sembra molto più profondo sotto la superficie di molti film d’animazione, dalla qualità del capolavoro.

Doppiatori di primo piano

Un cast di voci include, nella versione italiana del film, artisti di primo piano: gli attori Paola Cortellesi (22) e Neri Marcorè (Joe Gardner); l’attore e compositore Jonis Bascir (il barbiere di Joe, Dez); la pallavolista Paola Egonu (Sognaluna); l’artista musicale David Blank (cantante nella metropolitana); la modella e influencer Paola Turani (Maria Antonietta); e le influencer Marta Losito (Rachel) e Giulia Penna (Juliet). Nella versione originale del film, il cast di voci comprende Jamie Foxx, Tina Fey, Phylicia Rashad, Ahmir Questlove Thompson, Angela Bassett e Daveed Diggs. Le musiche jazz originali sono firmate dal musicista Jon Batiste, mentre la colonna sonora è composta da Trent Reznor e Atticus Ross, vincitori di un premio Oscar grazie a The Social Network.

Ciascuno costruisce la propria anima

Soul non intende necessariamente far riflettere, bensì lavorare su questioni con le quali a tutti tocca confrontarsi. Immaginando mondi che esistono solo nell’immaginazione di chi li ha concepiti, la tristezza in realtà non va isolata, o peggio ancora negata; ora invece ci spiega che l’anima, in fin dei conti, è ciò che ciascuno è chiamato a costruirsi. Il film garantisce allora un’etica all’esistenza che è allo stesso tempo semplice ma intensamente profonda, un senso della vita che fa appello all’anima artistica presente in ognuno di noi. Un fine ultimo è buono e giusto, ma non è la vita, o per lo meno non è la ragione principale per vivere. In Soul c’è tutta la magia a cui la Pixar ci aveva abituati… e oltre.

"Soul", Joe e 22 - © Disney Pixar
“Soul”, Joe e 22 – © Disney Pixar

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Giuliana Aglio