Lo Spaghetti western è stato, durante il periodo a cavallo dai primi anni sessanta alla fine degli anni settanta, uno dei generi cinematografici più in voga al mondo. In grado di rivoluzionare la concezione di western, le pellicole dei maestri italiani dell’epoca hanno segnato un’era.

Da Franco Nero a Clint Eastwood, lo spaghetti western e i suoi esponenti

Lo spaghetti western è stato un’autentica fucina di talenti cinematografici. Franco nero e Clint Eastwood davanti alla cinepresa, così come il maestro Sergio Leone dietro di essa, hanno influenzato per più di un decennio un genere. Tra le opere di maggiore successo del regista la più nota resta la Trilogia del dollaro, composta da Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto e il cattivo.

Il sodalizio artistico tra il cineasta romano Sergio Leone ed Ennio Morricone alle colonne sonore ha creato in ogni opera realizzata dal duo un fascino decadente e selvaggio, come riscontrabile in C’era una volta il west.

Tuttavia non è stato semplice per loro imporsi nel panorama cinematografico. Se per il pubblico europeo il successo fu quasi immediato, per i critici statunitensi fu cosa ben diversa. Vedere un genere così “americano” rimaneggiato e riproposto da registi e interpreti d’oltreoceano fece storcere la bocca ai più tradizionalisti. Soprattutto il primo periodo, la diffidenza e il pregiudizio furono muri da abbattere. Ma le storie, semplici ma funzionali, hanno col tempo convinto anche i più diffidenti.

Storie di protagonisti mai del tutto buoni, ma mossi da fini personali prima ancora che dal senso di giustizia. Personaggi disposti a tutto per racimolare qualche dollaro. Azione e violenza al di sopra del senso civico e degli eroi delle opere antecedenti a quelle dello Spaghetti western. Un genere dove non c’è più bianco o nero, ma un grigio dalle tinte forti e l’antieroe che si fa giustizia da solo.

Insomma , il vero far west.

Andrea Pastore

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