Questa mattina il Parlamento spagnolo ha approvato, in via definitiva, la legge che legalizza l’eutanasia e il suicidio assistito. Dopo tre anni di revisioni, arriva oggi il voto decisivo dalla Camera dei deputati. 202 voti a favore, 141 contrari e 2 astensioni. La norma entrerà in vigore a giugno, rendendo la Spagna uno dei pochi paesi che riconosce questo diritto.

Un professionista sanitario “competente” potrà accompagnare alla morte chi lo vorrà, a determinate condizioni. Il suicidio “medicalmente assistito” invece, è la prescrizione o la fornitura al paziente di una sostanza che il soggetto si possa auto-somministrare, provocando la propria morte. Entrambe entreranno a far parte delle prestazioni del servizio sanitario nazionale.

Come funzionerà l’eutanasia

La spesa sarà a carico dello Stato. Potranno usufruirne tutti i cittadini spagnoli o legalmente residenti in Spagna e maggiorenni. I pazienti oggetto degli interventi dovranno essere affetti da patologie gravi, croniche e disabilitanti, o portatori di malattie gravi ed incurabili, che impediscano l’autosufficienza, generando una sofferenza fisica e psichica costante ed intollerabile.

La richiesta per ricevere la “morte assistita” dovrà essere presentata per iscritto ad un medico, due volte nell’arco di 15 giorni. Nella lettera di richiesta bisognerà specificare che il malato compie questo passo in piena coscienza, senza alcuna costrizione, dopo aver preso conoscenza delle possibili cure alternative. Il medico dovrà inoltrare richiesta ad una commissione che incaricherà due esperti di esaminarla. La commissione, composta da 7 membri, dovrà, in ultima analisi, approvarla o bocciarla entro 19 giorni. Il paziente potrà decidere di annullare la procedura in ogni momento.

Le reazioni dei partiti spagnoli

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, del partito socialista, fa parte del gruppo che ha proposto la legge, dopo aver ricevuto una petizione supportata da un milione di firme. A seguito dell’approvazione, ha scritto su Twitter: “Oggi la Spagna è un Paese più umano, più giusto e più libero”. Ha aggiunto che la legge era “ampiamente richiesta dalla società“, ringraziando tutte le persone che hanno lottato per far sì che il diritto di morire con dignità fosse riconosciuto in Spagna.

Il partito Vox, di estrema destra, ha reagito contro il governo, sostenendo che quest’ultimo ha “consumato l’attuazione della cultura della morte in Spagna”. Anche il partito popolare si è opposto. Tuttavia, secondo un sondaggio relativo al 2019 citato dall’agenzia Reuters, il 90 per cento degli spagnoli è a favore della legge.

La stessa agenzia sostiene che l’eutanasia ha da tempo catturato l’attenzione dei cittadini, in seguito al caso di Ramon Sampedro. Ramon Sampedro era un pescatore spagnolo rimasto paralizzato all’età di 25 anni, divenuto da allora poeta ed attivista. Ramon decise di filmare il suo suicidio assistito il 12 gennaio 1998, dopo averne ricevuto il diritto dai tribunali. La sua storia è stata trasformata in un film, “Mare dentro”, diretto da Alejandro Amenabar, che ha vinto il Leone d’Argento a Venezia nel 2004 e l’Oscar come miglior film straniero nel 2005.

L’italia e gli altri paesi

L’associazione Luca Coscioni, in Italia, che si batte per garantire il diritto all’eutanasia, ha affermato di aver depositato una legge di iniziativa popolare sette anni e mezzo fa, con 104mila firme raccolte, senza che il parlamento italiano abbia mai aperto una discussione. “il Parlamento deve ora prendersi la responsabilità di discutere la legge per dare voce e dignità a chi soffre, e colmare quel vuoto di tutele che riguarda proprio i cittadini più fragili“, ha affermato il portavoce dell’associazione.

L’eutanasia è oggi legale in Belgio, Canada, Lussemburgo e Olanda; la pratica è ammessa, anche se non regolamentata, in Colombia; a novembre entrerà in vigore in Nuova Zelanda. In Svizzera e in alcuni Stati degli USA e permesso il suicidio assistito. In Portogallo la Corte costituzionale ha bocciato la scorsa settimana una legge simile a quella spagnola, varata dal Parlamento, giudicandola “imprecisa nell’identificare le condizioni alle quali si può richiedere l’eutanasia o il suicidio assistito”.