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Star Wars: un’analisi geopolitica approfondita

Per lo Star Wars Day, una Nerd di Metropolitan rielabora un’analisi della geopolitica della saga, paragonandola alla politica moderna.

Nella sempre popolare serie di Star Wars, Jedi e Alleanza sono contrapposti ai Sith e all’Impero Galattico. L’impero ci viene proposto come una dittatura basata su “tirannia, odio xenofobo dei non umani, proiezione di potere attraverso la forza brutale e letale, e soprattutto altro, paura costante ”. La Repubblica insomma, ci tartassa gli zebedei con la storia che sono loro “i buoni” per almeno metà del tempo.

Stati Uniti e Blocco Sovietico in Star Wars:

Naturalmente, la struttura stessa della società occidentale e il potere che la politica esercita in informativo aiutano a “correggere” i prodotti che entrano nel flusso culturale principale più facilmente di altri. Un buon esempio in questo caso, che è la famosa saga di George Lucas, Star Wars.

Riconosciamo intuitivamente l’Alleanza Ribelle come i bravi ragazzi e tifiamo per loro contro l’Impero Galattico. Nella battaglia tra il bene e il male, la maggior parte di noi sceglierebbe il bene.

L’intera saga è piena di analogie con il mondo bipolare che si creò durante gli eventi della guerra fredda. La Repubblica libera e democratica (così come i ribelli) si oppone al disumano e autoritario Impero, i giusti e nobili Jedi contro i Sith oscuri assetati di sangue e crudeli. Nella galassia ci sono molti conflitti su vari pianeti con diversi livelli di sviluppo (simili ai conflitti in Africa e nel sud-est asiatico). L’Impero sopprime sempre questi popoli. Jedi e ribelli sono invece i nobili combattenti per la libertà e la prosperità. A volte però questo dualismo è troppo ridicolo: le spade laser dei Sith cattivi sono rosse e persino la coscienza umana più non sviluppata potrebbe essere portata inconsciamente a capire esattamente chi è “cattivo” e chi è “buono”.

Star Wars contro le dittature esplicite, per quelle latenti:

L’organizzazione e l’estetica dell’Impero sono una sorta di sintesi tra il Terzo Reich e l’Unione Sovietica: sfilate, marce, uniformi, persino la forma a elmo di uno dei cattivi principali è esageratamente esagerata e ovviamente sottolinea ancora una volta che non vi è nulla di positivo in esso. Potremmo aggiungere altre dittature di stampo asiatico ma il succo è lo stesso. L’unico modo per affrontarli è distruggerli. Scusa usata miliardi di volte dalle democrazie liberali per giustificare i propri orrori.

Il cattivo più cattivo di Star Wars, ma è veramente così?

Nella mente della gente, da un film all’altro, sono state imposte le seguenti associazioni: la Repubblica è un’economia libera e cultura, diversità, sviluppo e progresso tecnologico; l’Impero è il controllo statale sull’economia, la censura, la stagnazione, la repressione. Anche con una deliberata semplificazione eccessiva, questi sono gli stessi argomenti che sono stati usati nella propaganda dei media statunitensi contro l’Unione Sovietica.

La Repubblica, perfetta solo a prima vista:

Ma come la Repubblica, anche lo stato liberale di cui è metafora presenta contraddizzioni forti. I nostri governi supportano e chiudono un occhio su regimi che massacrano i propri cittadini, ma poi cambiano idea e li fanno bollire vivi – il tutto perché è nei nostri interessi militari e strategici a breve termine farlo (USA sull’Uzbekistan).

Per decenni i nostri governi hanno incoraggiato attivamente le nostre società (attraverso accordi di investimento bilaterali, accordi commerciali, delegazioni commerciali e di investimento) a investire e raccogliere profitti in pseudo-democrazie come la Russia e la Cina e sicuramente non-democrazie come la Libia di Gheddafi (compresa la cooperazione in materia di intelligence e consegnare dissidenti noti), sapendo benissimo che i loro cittadini affrontano repressione e oppressione, detenzione arbitraria, tortura e spesso esecuzione extragiudiziale.

Si Parla di una “democrazia” che si giustifica di tali azioni in quanto si differenzial dal suo opposto estremizzato: la dittatura. In nome nel suo non-essere dittatura, quindi del presunto confronto con questo Grande Altro Mostruoso e orrendo, ogni orrore è giustificato.

Non fosse che questo metro di paragone ci viene presentato con gli stessi occhi della sua controparte: in quello che quantomeno si può definire un conflitto di interessi. O no?

La dicotomia semplificata del bene e del male: giocare sporco col manicheismo

La storia della Galassia ci viene quindi raccontata sì: ma dagli occhi della Repubblica, il cui dualismo appare funzionale all’elevazione della stessa lasciando alla sua controparte il “posto” del cattivo. Come se le modalità tramite cui s’è represso il talento del giovane Anakin non abbiano contribuito alla nascita di Vader.

La dicotomia della Repubblica contro l’Impero ha strati ancora più profondi.

La narrazione è romanticizzata: i ribelli e la Repubblica iniziano la lotta nel caos, partono da gruppi disparati di esseri provenienti da diversi pianeti senza un centro di comando chiaramente definito; ma che vengono poi consolidati nei loro sforzi per colpire il nemico comune. L’impero è una chiara scusa, la modulazione di un’emergenza, finalizzata al giustificarsi nel compiere atti autoritari.
L’Impero che invece è uno stato centralizzato, una monarchia. Esso rappresenta stabilità e ordine, ma anche la morte della libertà individuale. Un perfetto Blocco Atlantico e Blocco Sovietico, interstellari.

Ma più ci si avvicina più si vede una Repubblica dalla politica aggressiva, che tiene i propri Jedi a metà tra l’essere Cavalieri e l’essere subordinati soldati dello Stato.

Uno sguardo più attendo in Star Wars:

In una Repubblica che, oltretutto, presenta ancora strascichi di feudalesimo (cavalieri, principesse… ma dov’è la democrazia?) è anche una repubblica dove non si parla quasi mai di sovranità popolare. Le analogie con il liberale progressista, che di buono ha solo la facciata, sono tante. Una Repubblica dovrebbe avere una costituzione, il popolo che la compone dovrebbe essere il cuore pulsante e il perno della sovranità e non incentrarsi in politiche personalistiche. Invece vediamo la principessa Padmè (e poi chi per lei) assumere ruoli centralizzanti, come succede anche nella nostra democrazia piena di falle e contraddizioni. La Repubblica, che non è buona come sembra, è la metafora dell’occidente con tutte le sue ipocrisie. L’impero, bonapartista e autoritario, è una sorta di Blocco Sovietico ma poi s’allarga a voler rappresentare quella sorta di Uomo Nero che le democrazie liberali creano a tavolino per giustificarsi.

Sì, possono supportare dittatori e sfruttare situazioni di instabilità poltica ma non sono certo come quei mostri! Sì, i nostri lavoratori delocalizzati prendono 1 euro al giorno, ma mica uccidiamo bambini come le dittature Africane! Questo bipolarismo morale lascia ampio spazio di manovra per commettere atrocità, in nome di un Altro, brutto e cattivo, che fa da perno nella bilancia.

La Repubblica manda i suoi cavalieri a morire, è satura di intrighi di potere che manco il Trono di spade, assoggetta i Jedi nella guerra dei cloni… Ma sicuramente non è l’Impero!

Cosa voglio dire con questa provocatoria analisi geopolitica della Saga? Niente di che, solo che ecco il bene e il male non esistono nella forma Manichea che ci presenta il mondo di Lucas (che guarda caso, è statunitense!) ma sono sempre frutto di complesse relazioni. Non c’è divisione netta, tutto sta all’occhio di osserva.

Buon Star Wars Day, e non smettete mai di pensare!

Star Wars Day: May the 4th be with you!

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