Stasera in tv “Il diritto di uccidere”: le rivoluzioni nascono con un video youtube

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Di Redazione Metropolitan

Nel 2015 il regista di “Ender’s Game” ed “X-men le origini- WolverineGavin Hood, ha diretto “Il diritto di Uccidere“. Un film controverso sull’uso dei droni in guerra che apre riflessioni complesse in cui prendere una posizione netta è complicato.
“Il diritto di uccidere” ha già un titolo paradossale, se pensiamo che quello originale sia “Eye in the Sky“. Occhi nel cielo che devono prendere delle decisioni impossibili da un punto di vista umano, ma fondamentali per il futuro dell’uomo. Chi da il diritto ad un altro di decidere della vita o della morte? Gavin Hood lascia allo spettatore l’ardua sentenza.

Il trailer ufficiale

Siamo in grado di colpire un bersaglio con assoluta precisione

Il colonnello Katherine Powell, il tenente Steve Watts, il generale Frank Benson, Carrie Gershon, la povera spia collaboratrice Jama Farah, James Willett, Angela Northman, tutti sono di fronte ad una grande scelta che dura ben 102 minuti. “Il diritto di uccidere” mette lo spettatore di fronte ad una questione macchinosa e potente da un punto di vista sia umano, che etico e morale.

Che cosa fareste se per sventare una cellula terroristica islamica in Kenya, vi ordinassero di lanciare un missile direttamente da un drone che spia dall’alto una casa di fondamentalisti islamici?; che cosa fareste se in quel momento comparisse anche una bambina intenta a vendere il pane preparato dalla madre, proprio nelle vicinanze dell’abitazione altamente pericolosa?

Il diritto di uccidere
una scena del film “Il diritto di uccidere”-photo credits: Nonsolocinema.com

Uno scenario catastrofico che apre molteplici riflessioni

“Il diritto di uccidere” è un film ben scritto e diretto da Gavin Hood e Guy Hibbert. Mostra con chiarezza e linearità i rapporti dietro le quinte tra governo inglese ed americano e come soprattutto in guerra sia fondamentale la pazienza, il sangue freddo e il rapporto burocratico e legislativo tra gli stati.

La burocrazia prende il sopravvento rispetto alla questione etica, cioè se sia in quel momento giusto o meno decidere di uccidere letteralmente anche degli innocenti che si trovano nei dintorni degli acerrimi nemici. Il tutto si decide facendo una stima in percentuale dei danni. La percentuale matematica e statistica esorcizza l’inesorabile morte anche per chi, come quella bambina, non ha deciso di vivere in tempi di guerriglia.

Il diritto di uccidere
Helen Mirren nell’interpretazione del colonnello Powell- photo credits: comingsoon

Il titolo parla chiaro: chi ha il diritto di uccidere chi, come, quando e perchè. L’interpretazione magistrale di Helen Mirren definisce il problema che forse non può trovare una vera risposta, o meglio, non può trovare una soluzione valida per tutti. Si uccide “qui e ora” per non uccidere in futuro milioni e milioni di innocenti. Avere il diritto di togliere la vita a delle persone non è però un potere da poco e questo si può notare dallo sguardo costantemente deciso del colonnello Powell.

Un colonnello donna deciso a chiudere un finale di partita durato ben sei lunghi anni, si vede ora bloccata dall’animo umano. Cosa sarà giusto fare, salvare una bambina innocente, o il futuro di una nazione e probabilmente milioni di morti? la verità è nel mezzo ma la signora Powell sa che in guerra non possiamo farci distrarre dai sentimenti umani, la guerra è inesorabilmente feroce e spietata.

Helen Mirren nell’interpretazione del colonnello Powell-photo credits: “Mame Magazine”

Deus ex machina

La tensione messa in atto sin dai primi fotogrammi dalla macchina da presa di Gavin Hood mostra con semplicità ma con un sofisticato uso di tecnologie all’avanguardia, come i droni siano una sorta di “deus ex machina” pronti a sganciare l’inevitabile tragedia. Ogni personaggio che si rende responsabile di quell’atto chiaramente efferato, assume un punto di vista che amplia il dibattito facendolo crescere progressivamente nella testa di chi osserva.

Il diritto di uccidere
un fotogramma dal film “Il diritto di uccidere”. photo credits: everyeyecinema
Una guerra non è mai giusta, è crudele

Un dialogo in particolare ci riporta al nucleo centrale di questa tragica vicenda che sembra surreale per quanto in verità non lo sia. Sono decisive le parole secche e chiare che vengono scandite per tutta la durata del film. Sono quelle tra Angela Northman, (Monica Dolan) e il generale Frank Benson (Alan Rickman). “Mai dire ad un soldato quanto può essere disumana una guerra“- quest’affermazione da parte del generale Frank Benson, non vuole di certo giustificare quello a cui assistiamo. “Il diritto di uccidere” si pone nel bel mezzo della vicenda e non collude con nessuno.

Una delle potenti riprese dall’alto durante l’attacco per sventare la cellula terroristica, una scena potente e verosimile-photo credits: youtube

Assistiamo ad una tensione potente e straordinariamente combattiva: capire cosa sia più saggio in quel momento, guardando al futuro più vicino. Vediamo da vicino le difficoltà di un lavoro cosi intessuto di meccanismi e gesti decisivi e i riscontri psicologici nella mente di un semplice giovane tenente. Conversazioni davanti ad un thè con dei biscotti, decidono l’avvenire dei popoli e lo scontro in terre alleate. E’ un film ed è realtà sui cui dovremmo riflettere tutti.
“Il diritto di uccidere” ci pone anche di fronte ad un quesito: Quanto inficerà e sta inficiando la tecnologia delle armi sul futuro bellico dei paesi?

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Silvia Pompi