Stasera in tv “The Day After Tomorrow”, monito per il pianeta di domani

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Di Redazione Metropolitan

Nel 2004 The Day After Tomorrow (L’alba del giorno dopo) sorprende gli spettatori raccontando di una futura glaciazione. Il tedesco Roland Emmerich fa così centro nelle paure del suo pubblico e si impone definitivamente come maestro del genere catastrofico. Prima c’era stato infatti il fortunato Independence Day, ma dopo ci saranno anche 2012 e Moonfall (di cui abbiamo parlato qui).

La riuscita di questi film deve molto alla maestria di Emmerich e all’uso certosino degli effetti speciali. Basti pensare che per realizzare The Day After Tomorrow il regista dovette affidarsi a nove case di produzione diverse. Ma il successo del film si regge anche sulle polemiche scatenate (a partire dall’affinità tra il vicepresidente di Emmerich e Dick Cheney), nonché sulla (pseudo) veridicità scientifica dell’apocalisse che racconta.

Una scena di The Day After Tomorrow - Photo Credits: Popcorn Tv
Una scena di The Day After Tomorrow – Photo Credits: Popcorn Tv

Cosa c’è di vero in The Day After Tomorrow?

Un paleoclimatologo statunitense, interpretato da Dennis Quaid, scopre che gli effetti del cambiamento climatico saranno più rapidi e disastrosi di quanto si credeva. Cerca di avvertire la Casa Bianca, ma il vicepresidente non gli dà retta. Prova allora a caricarsi il futuro del pianeta sulle sue spalle, mentre uragani, tempeste e inondazioni sconvolgono la Terra, annunciando l’arrivo di una prossima era glaciale. Intanto il figlio (Jake Gyllenhaal) si trova intrappolato a New York, dove prova a sopravvivere insieme agli amici (Emmy Rossum tra questi).

Che il cambiamento climatico avrà effetti disastrosi sul nostro pianeta, cambiandone per sempre i connotati, ce lo ricordano giornalmente scienziati e cinema. E sebbene le tempistiche del racconto di Emmerich, necessarie per garantire una certa spettacolarità, non siano affidabili, diverso è il discorso per la teoria alla base. L’ipotesi Gaia, osteggiata ma mai dimenticata, ci parla di un pianeta in grado di auto-conservarsi, ed ecco che al surriscaldamento globale segue per tutta risposta una glaciazione (semplicisticamente parlando). Sebbene controverso, il film rimane però uno dei primi blockbuster interessati al cambiamento climatico, e riferimento ancora oggi di tutto quel cinema ambientale che seguirà.

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Manuela Famà