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Steelrising Recensione, il popolo ha fame? Date loro ingranaggi!

Steelrising Recensione in breve: il soulslike dello studio Spider, autori precedentemente del tanto apprezzato, quanto evidentemente acerbo GDR Action (più o meno) Greedfall è, purtroppo, ancora tanto acerbo quanto il precedente lavoro dello studio. Si vede di certo il lavoro svolto nel tempo dai developer per trasformare le loro molteplici idee brillanti in termini di game design in tratti distintivi. Ma si nota anche, purtroppo, quanto Steelrising sia rimasto troppo ancorato a un formato collaudato, quello del soulslike. Tanto che le succitate idee innovative, che pure in Spider hanno inserito nella macchina assassina steampunk in azione in una meravigliosa distopia della rivoluzione Francese, finiscono per diluirsi un po’ troppo. Ciononostante, Steelrising resta un prodotto più che godibile, con un setting, lo ripeto, fantasmagorico. 

Steelrising recensione

STEELRISING RECENSIONE | TESTATO SU PC 

(Disponibile anche su PS5 e Xbox Series X|S)

VOTO: 8

+La rivoluzione francese distopica/steampunk è un tema spettacolare
+Buon level design generale, ottime le ambientazioni
+Steelrising è un calderone di buone idee ludiche…

-…ma molte non sono state sviluppate a dovere
-Il livello di sfida è minato da una IA fin troppo “robotica”
-Cutscene tecnicamente non al livello del gameplay

Steelrising recensione

Steelrising Recensione, millesettecentoottantano-ROBOT

Corre l’anno 1789, che i meno smemorati tra voi ricorderanno essere l’anno della “presa della Bastiglia”. La Rivoluzione Francese impazza tra le strade di Parigi, i nobili si nascondono, il popolo insorge e ottiene libertè, egalitè, fraternitè. Ma anche una buona dose di violenza e vendetta, certo. Immaginate, ora, cosa sarebbe successo in un universo parallelo dove il re di Francia avesse deciso di non arrendersi tanto facilmente. Di rivolgersi a studiosi, Ingegneri e artigiani per costruire robot di metallo e legno, lame e fuoco, ghiaccio ed elettricità per sedare le rivolte, e mantenere il potere. Anzi, non immaginatelo: vivetelo in Steelrising, piuttosto. Potrebbe essere più fico di così? 

Stiamo parlando di una distopia politico-tecnologica, con marcati elementi steampunk e una base storica realmente accaduta. Ambientata peraltro in un periodo molto poco sfruttato nel mondo videoludico. Tanto più che non muoveremo un umano in Steelrising, nossignore. Bensì, lo faremo sotto la scocca lucida e agilissima di Aegis, un automa senziente al servizio della regina Maria Antonietta. La quale, intenzionata a porre fine alla follia di suo marito, ormai lontano dal controllare la distruzione iniziata dalle sue stesse macchine, manda Aegis, la sua guardia del corpo, a Parigi. Affinchè si migliori, si potenzi, e raggiunga il marito distribuendo, nel frattempo, più distruzione di macchine mortali possibile. Quest’ultimo punto, in realtà, lo aggiungeremo noi giocando. Ma è bene tenerlo a mente.

Il problema delle Build “pesanti” | A me non ha dato particolarmente fastidio, dato che da subito ho optato per una build leggera. Ma devo ammettere, dopo aver toccato con mano varie opzioni, che è vero: Steelrising ti permette di costruire build con armi pesanti (non veloci), ma non le valorizza allo stesso modo. Hyper Armour assente, stun migliorato assente, per citare due must delle build pesanti. Mentre giocando leggeri si indeboliscono di più e prima i nemici, si infliggono status alterati più in fretta, e si è pure più fighi e scenografici nel frattempo. E allora ditelo apertamente, che volete farci andare “superfast”!

Combattimenti “bollenti”

Gli ingredienti del soulslike ci sono tutti, insomma. Character giocabile personalizzabile (pur se con un editor scarno, è apprezzabile lo sforzo di creare un robot che sentiamo come nostro). Gameplay action in tempo reale con schivate, parate, parry, attacco pesante e leggero. Esplorazione libera di maxi-aree interconnesse tra loro. Bucherellate come groviere e dense di narrazione ambientale, shortcut, passaggi segreti, oggetti da raccogliere e nemici/Boss mastodontici (o meno) da sconfiggere. E se morite si riparte dal “falò”, con la valuta in game. Che cade nel punto dove si è morti, e va raccolta entro la prossima dipartita affinché non si disperda definitivamente nel nulla cosmico. 

Quasi tutti questi elementi sono perfettamente aderenti ai canoni del genere di riferimento, senza che in Spider si sia nemmeno tentato di stravolgerli o anche solo modificarli per renderli identitari. Una scelta che non è per forza discutibile, anzi. Che per alcuni significa non avere un senso di straniamento ludico, e riuscire a godersi con ancor più veemenza il settings (quello sì, super originale). Parlando di combattimenti, invece, è evidente quanto più che ai Souls si sia guardato a Sekiro/Bloodborne, per proporre un letale mix di rapidità di esecuzione, coreografie spettacolari e armi che si trasformano/evolvono nel corso delle combo (o eseguendo gli attacchi speciali peculiari dell’arma). 

La stamina c’è, ovviamente, e va tenuta d’occhio. Ma mentre combattiamo, in più, dovremo anche stare attenti al surriscaldamento del nostro automa. Infatti Aegis tende a non dissipare il calore accumulato combattendo automaticamente, e dopo aver azzerato la stamina rimane bloccata per qualche secondo. Questo a meno che non scegliamo di raffreddarci istantaneamente, accumulando punti “congelamento” che diventano dannosi solo quando la barra apposita si riempie; e allora sì che Aegis rimane davvero “congelata” per diversi secondi!

Inanellare combo, raffreddamenti e farlo sfruttando le armi principali e secondarie (tra cui anche archibugi e altri dispositivi a distanza) è non solo la chiave per vincere ogni scontro. Ma anche il modo migliore per divertirvi mentre giocate. Riuscendo, con il tempo, ad apprezzare persino i movimenti scattosi dei personaggi. Che sono quasi certo siano il risultato di una scelta autoriale (sono automi steampunk, non possono muoversi in modo iper-fluido); ma anche di qualche incertezza a livello tecnico… 

Steelrising Recensione, uno steampunk d’oro o d’ottone? 

Steelrising, insomma, è un buon soulslike, lo voglio dire ad alta voce. Di sicuro nella media dei titoli che hanno cercato di emulare i capolavori From Software, senza però riuscirci pienamente. Per alcuni, però, potrebbe addirittura diventare un must, data l’originalità dello sfondo narrativo, e il design di una Parigi devastata dalle macchine e dalla rivoluzione francese che non ha mancato di regalarmi numerosi sfondi notevoli per il PC. 

Ma Steelrising pecca, e pecca forte, in alcuni dettagli che persino per i più “buoni” e acomodanti tra i giocatori di soulslike sono tabù. Su tutti, la presenza di alcuni muri invisibili ingiustificati dall’art direction: la morte civile dell’immersione nel personaggio e nell’ambiente, fondamentali per i souls. Con uno strumento (che non vi spoilero) acquisibile da un certo momento della campagna potrete raggiungere luoghi che, evidentemente, gli sviluppatori non volevano raggiungeste. Sarebbe bastato alzare un muretto fisico per impedire al player di cozzare contro un’ostacolo invisibile. E invece no. Al netto di una generale originalità e ispirazione nel design dei robot nemici e dei Boss, poi, alla lunga si nota una ripetizione di pattern e design abbastanza marcata. Avrei preferito continuare a stupirmi come nella prima metà dell’avventura per tutta la durata della trama, e invece, purtroppo (qualche Boss a parte) non è stato così. 

A far dubitare della qualità dell’oro con cui è decorata la nostra protagonista, infine, ci sono alcuni “accessori” della narrazione. Che ho più volte lodato nel corso di questa recensione di Steelrising, ma che non sempre è all’altezza del suo setting. In particolare, le cutscene non sono qualitativamente valide quanto il gameplay (parlo di tecnica, doppiaggio e regia generale). E oltretutto, poste in un soulslike rappresentano un ulteriore elemento di discontinuità tra il giocatore e il protagonista. Peccato, perché quasi ogni volta presentano personaggi storici realmente esistiti a fare da “guest star” a sorpresa. E così facendo arricchiscono un immaginario di cui sarei davvero curioso di vedere, e giocare, un sequel. Magari, in parte riveduto e corretto.

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