Honda usa il “Jolly” con Stefan Bradl, la MotoGP risponde

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Di Redazione Metropolitan

Negli ultimi giorni alcuni team della MotoGP, tra cui KTM e Yamaha Petronas, hanno mosso delle lamentele contro Honda e il ruolo di Stefan Bradl. Il collaudatore Honda, prima sostituto dell’infortunato Marc Marcquez e ora pilota ufficioso di HRC, è diventato un vero e proprio jolly per la casa alata e un problema per i rivali che ora si oppongono alle libertà del suo doppio ruolo di tester-pilota. Un cavillo non indifferente nel regolamento della MotoGP che potrebbe cambiare già dalla prossima riunione della MSMA – l’associazione delle Case Costruttrici.

Stefan Bradl, collaudatore o pilota?

Con il suo doppio ruolo di tester e pilota, la posizione di Stefan Bradl sta generando non poche discussioni nel paddock della MotoGP. Secondo alcuni, aver già svolto parecchi giorni di test rappresenta un vantaggio eccessivo per Honda che potrà prendere parte al primo GP dell’anno con alle spalle molti più chilometri rispetto agli avversari. Da quasi un anno, infatti, Bradl sta svolgendo il ruolo di pilota titolare (come sostituto di Marc Marquez) mantenendo però la posizione di collaudatore per continuare il lavoro di sviluppo.

Honda Repsol HRC
Stefan Bradl e i tecnici del team Honda Repsol si consultano durante i test del Qatar. Il collaudatore è diventato un vero e proprio jolly per HRC – Photo Credit: MotoGP.com

Un vantaggio non indifferente per Honda che nello scorso Mondiale MotoGP ha potuto sviluppare in gara alcune novità per la sua RC213V e che in questo 2021 ha sfruttato la posizione del tester per girare in pista molto di più rispetto ai diretti avversari. I test di Jerez de la Frontera o, per non andare lontano, il più recente test in Qatar sono solo alcune delle occasioni in cui Honda ha sfruttato la posizione di Bradl per macinare quanti più chilometri possibili (a Losail, per esempio, Stefan è sceso in pista non solo con i piloti ufficiali, ma anche nello shakedown riservato ai debuttanti e collaudatori).

L’attacco di KTM e Petronas

Una situazione ambigua nasce dall’abilità di Honda di interpretare il regolamento – che non prevede un limite massimo di GP per sostituire un pilota infortunato – per ottenere un vantaggio apparentemente riservato solo alle case costruttrici che godono delle Concessioni. Questa condizione, però, ha fatto storcere il naso a KTM e Yamaha Petronas che si sono opposte all’interpretazione della norma. La prima obiezione è arrivata da parte di Pit Beirer, direttore sportivo di KTM:

“HRC ha avuto opportunità di disputare test come avrebbe potuto fare solo una squadra che gode delle Concessioni. Questo è stato ingiusto nei confronti degli altri Costruttori. Discuteremo sul fatto che in futuro un collaudatore possa essere autorizzato a fare da sostituto per un massimo di tre o quattro volte all’anno. La nostra pressione non è contro Stefan, si tratta di pari opportunità.

Sulla stessa lunghezza d’onda ha poi incalzato Johan Stigefelt. Durante la presentazione per il Mondiale 2021, il Team Director di Petronas Racing ha ribadito di voler approfondire la questione nella riunione della MSMA – l’associazione delle Case Costruttrici – che si terrà tra il GP inaugurale del Mondiale 2021 (28 marzo) e il GP Doha (programmato per 5 aprile sempre a Losail). Non era mai accaduto prima che un pilota saltasse così tanti gran premi ed è per questo che un’ipotesi simile non è mai stata presa in considerazione. Con Stefan Bradl sempre più competitivo e nettamente più preparato rispetto ai rivali, però, la questione sembra non poter più essere ignorata.

Stefan Bradl
Forte delle giornate di test e dell’esperienza del 2020, Stefan Bradl è diventato un elemento insostituibile nel box Honda e un avversario temibile per i colleghi della MotoGP – Photo Credit: MotoGP.com

Una situazione spinosa non solo per Honda, ma anche per gli altri Team della MotoGP che potrebbero opporsi alla richiesta di aggiornare il regolamento. Trovare un un sostituto al pari di un pilota MotoGP potrebbe infatti rivelarsi più complicato del previsto non solo a livello di sicurezza, ma anche per l’impatto economico che alcune squadre dovrebbero sostenere per continuare a gareggiare. L’obiettivo sembra comune quello di impedire ai tester di disputare più di tre o quattro gare per stagione.

Marc Marquez, quanto manca al rientro?

Per come procede il recupero di Marquez, non è da escludere che lo spagnolo torni in sella già dal primo appuntamento della MotoGP. Proprio oggi l’alieno del team Honda Repsol è stato incluso nella lista degli iscritti al Gran Premio del Qatar 2021. L’otto volte campione iridato ha confermato di sentirsi “ogni giorno meglio” e potrebbe tornare in pista già dal round di apertura della stagione. É ancora presto per dire se Marc scenderà subito in gara o se si limiterà a riprendere confidenza nelle prove a tempo. Sicuramente però al suo rientro il #93 troverà una RC213V ben più evoluta, in termini di elettronica, telaio, ciclistica ed aerodinamica, con molte componenti già testate a lungo in pista.

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Alberto Gelmi