Oggi 27 settembre compie 55 anni Steve Kerr. Il coach dei Golden State Warriors si può considerare una vera e propria leggenda della palla a spicchi. A dirlo è il palmares con 8 titoli NBA, sommando la carriera di giocatore a quella di allenatore, ma non solo… Steve Kerr è un rivoluzionario di questo sport. Grazie al fantastico lavoro attuato sulla sua creatura, ci ha aperto le porte ad una pallacanestro sempre più moderna. Ripercorriamo insieme la sua incredibile carriera. Tanti Auguri Steve Kerr!

Steve Kerr, i titoli a Chicago e San Antonio

La storia di Steve Kerr inizia fuori dai confini a stelle strisce: a Beirut, dove il padre era il presidente dell’Università Americana della capitale libanese. Malcolm Kerr verrà assassinato il 18 gennaio 1984, con due colpi di pistola dietro la nuca, da un gruppo di fondamentalisti islamici. All’epoca della scomparsa del padre, Steve era già ritornato in patria. Giocava per Arizona University, college in cui militerà fino al 1988. Nella sua ultima stagione in Arizona ottiene il pass per le final four, senza poter però affrontare la finale vinta dai Kansas Jayhawks. Viene scelto dunque al secondo giro del Draft ’88 dai Suns, diventando successivamente protagonista della trade che lo poterà a giocare per i Cavs. A Cleveland rimane fino al 1992 quando firma per Orlando. Soggiornerà in Florida soltanto per una stagione.

Steve Kerr
Steve Kerr con Michael Jordan (Getty)

Nel ’93 avviene il trasferimento più importante della carriera. Steve Kerr approda ai Chicago Bulls. I primi due anni in Illinois terminano a mani vuote, per via della pausa presa dai parquet da Michael Jordan. Nel ’95 il 23 si ripresenta e la musica cambia decisamente: subito anello con il record per il più alto numero di vittorie (superato poi dallo stesso Steve Kerr alla guida dei Golden State Warriors nella stagione 15-16). Con i Bulls si laureerà campione anche nel ’97, segnando il canestro decisivo in gara 6, e nel ’98. Al termine delle Finals approda ai San Antonio Spurs. In Texas continua a raccogliere successi già dalla prima stagione, diventando decisivo per il primo titolo della franchigia nel 1999. Conquisterà l’ultimo anello nel 2003, annunciando il suo ritiro dal basket giocato.

Il capolavoro Golden State

Una volta abbandonati i parquet Steve Kerr diventa commentatore per la rete americana TNT. Nel 2007 arriva però la chiamata dei Phoenix Suns che lo nominano “President of Basketball Operations”. Si occuperà del mercato dei Suns fino al 2010. Nel 2014 arriva il momento di dare il via alla carriera d’allenatore. A ingaggiarlo sono i Golden State Warriors. Il primo anno è già pazzesco: porta i suoi ai playoff conquistando poi l’anello ai danni dei Cleveland Cavaliers. Al primo anno da allenatore si merita quindi di guidare la Western Conference all’All Star Game del 2015. La stagione seguente per motivi di salute deve lasciare la panchina a Luke Walton, ripresentandosi il 22 gennaio 2016 nel match contro Indiana. Quell’anno però il titolo non arriva: i Cavs di Lebron James ottengono infatti la loro rivincita in gara 7 dopo aver iniziato la serie in svantaggio di 3-1.

Steve Kerr al fianco di Steph Curry (Getty)

Nella regular season 2016-2017 gli Warriors si presentano ai play-off con un record di 46 vinte e 9 perse. Sono gli anni del duello mitico tra Golden State e Cleveland. Un libro leggendario, che vede in questo capitolo trionfare i ragazzi di Steve Kerr. Gli Warriors si impongono infatti su Lebron e compagni per 4-1. L’anno seguente Steve Kerr riuscirà nell’impresa di ripetersi nuovamente, guidano i suoi al terzo anello in quattro anni dominando per 4-0 sui soliti Cavs. Risultati che danno di diritto agli Warriors di Steve Kerr un posto nella leggenda di questo sport. Il coach e i suoi incredibili interpreti hanno rivoluzionato il basket moderno, riuscendo a inventare quasi uno sport differente. Per questo quegli Warriors saranno a loro modo unici.

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