Storie della buonanotte per bambine ribelli

Non conoscere “Storie della buonanotte per bambine ribelli” è molto improbabile. Diciamo che è uno di quei libri nati come accessori per profili instagram: è molto bellino, in effetti. Il corrispettivo editoriale di una di quelle foto con una bella ragazza in una capitale europea o su una spiaggia.

Quindi può capitare che nelle nostre home social appaia questo volume. Magari poggiato su un tavolo ordinato, tra tazze di the, mirtilli e con un bel filtro pastello. “Storie della buonanotte per bambine ribelli” è  un best seller. Scritto da Francesca Cavallo e Elena Favilli, due italiane che si occupano di editoria indipendente, oggi hanno raggiunto un successo enorme, con circa cinquecentomila lettori.

C’è un’idea che sta cambiando il mondo della letteratura Young Adult e infantile. Consiste nel raccogliere storie reali di donne che si sono affermate in diversi campi. Raccontandole sotto forma di “fiaba”, al posto di cavalieri e principesse.

Young Adult: i grandi personaggi femminili scarseggiano?

Probabilmente le autrici sono in buona fede. E’ vero, tutt’oggi i grandi personaggi femminili non vengono trattati nei programmi scolastici. E vengono ridotti a trafiletti di approfondimenti sui libri di storia, con titoli agghiancianti come “Parola alle donne”. O “l’altra metà della storia” ( e diciamocelo, nessuno li studiava).

Senza contare che il binomio Donne e Letteratura è uno dei più ambigui in assoluto: se da una parte abbiamo un pubblico femminile da sempre ricettivo e attento, dall’altra abbiamo poche scrittrici, di cui la maggior parte confinate in quell’orrendo recinto chiamato “narrativa rosa”. Questo problema riguarda anche la letteratura per l’infanzia: basti pensare che, nonostante le autrici in questo ambito siano molte, le protagoniste scarseggiano.

L’esempio più lampante è quello di J.K Rowling: un’autrice in grado di creare mondi straordinari, che ci presenta Hermione, la sorella minore di Jo di Piccole donne, in cui tutte ci siamo riconosciute. Hermione, però, è solo una comprimaria. I protagonisti sono Harry e Ron , maschietti goffi e vivaci che vengono accuditi da questa figura materna, cervellona e un po’ saccente, che appena si è tolta gli occhiali è diventata, ovviamente,  sex symbol. 

 La ribellione di Hermione sta semplicemente nell’essere studiosa e intelligente.  D’altra parte, quando usciamo dagli universi fantasy, il panorama di personaggi femminili è ancora più problematico: se si parla di vita quotidiana, le giovani donne dei libri Young Adult sono impegnatissime a liberarsi dei brufoli e ad azzuffarsi con qualche coetanea per la conquista del bad boy di turno. Nella letteratura pre-adolescenziale, sembra che l’unica quotidianeità possibile per una ragazza sia popolata di maschi, trucchi e diete, senza mai una passione genuina per il mondo esterno.  Quindi, ben vengano le bambine ribelli della famosa raccolta? Insomma. 

Male gaze interiorizzato tra young adult e letteratura d’infanzia

Se consideriamo il libro semplicemente un esempio di letteratura dell’infanzia, è abbastanza innocuo, a parte l’incursione di qualche personaggio un po’ ambiguo come Margaret Thatcher o Emma Bonino. Oggi sappiamo, però,  che questa pubblicazione è stata l’inizio di una corrente letteraria e politica, volta a emancipare le bambine, convincendole che, con impegno e dedizione, possono (devono?) diventare belle, ricche, potenti.

Questo è un problema. “Storie della buonanotte per bambine ribelli” è il maggior esempio di male gaze (punto di vista maschile) interiorizzato: puoi sedere con i vincenti se diventi vincente. In sostanza, possono esistere storie di singole donne valorose, ma la donna in quanto soggetto collettivo continua ad essere ignorato dalla storia, probabilmente perchè slegato da possibilità consumistiche. Comprati titoli di studio, competenze, vestiti e libri, e forse ti meriterai di essere menzionata in un libro, in quanto eccezione.  

La scrittrice italiana Babsi Jones, definiva la Barbie un Nulla Storicoparalizzata nello splendore dell’ icona. E cosa sono queste figure di donne valorose se non mascotte o icone, purificate da ogni ambiguità e da ogni aspetto quotidiano e umano? Barbie, anche se vestite eccentriche o con il monociglio.  Sembra  abbastanza scontato che bambine millenial a cui sono destinate queste narrazioni, usciranno dalla prigione domestica, per fare carriera, inseguire il modello della donna manager e  per rimanere incastrate nella prigione del proprio ego. Basta che siano immobili e che siano sole. Come le donne prima di loro. 

BIBLIOGRAFIA

Crispin J., Perchè non sono femminista, Sur, 2018

Lipperini L., Ancora dalla parte delle bambine, Feltrinelli, 2014

Cavallo F., Favilli E., Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie, Mondadori, 2017

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Gaia Pollastrini