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Svizzera, anche il tragitto casa-ufficio rientra nell’orario di lavoro

E’ ufficiale, in Svizzera dal 1° Gennaio, i dipendenti pubblici federali potranno chiedere che le attività lavorative svolte durante il tragitto per recarsi in ufficio vengano riconosciute e quindi retribuite.

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lavoro tragitto casa-ufficio – Photo Credit: Wisegeek

Proprio così, dal 1° Gennaio, in Svizzera il tragitto casa-ufficio potrà rientrare nell’orario di lavoro. Si stima infatti, che in media i dipendenti impieghino circa 62 minuti al giorno per recarsi in ufficio e la maggior parte del tempo del viaggio viene spesso sfruttata per portarsi avanti con il lavoro.

I dipendenti che utilizzano mezzi pubblici e che impiegano il tempo dello spostamento per rispondere ad email, solleciti, telefonate di ufficio o effettueranno qualunque tipo di lavoro dimostrabile, potranno richiedere che il tempo trascorso ad effettuare queste attività venga riconosciuto come orario lavorativo e quindi retribuito.

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Svizzera – Photo Credit: voglioviverecosi.com

L’ok è stato dato da Berna dopo le sollecitazioni di quattro sindacati nel corso dello scorso anno.

“Oggigiorno flessibilizzare le forme di lavoro è diventata una necessità”

Afferma il Anand Jagtap responsabile delle risorse umane degli uffici pubblici elvetici. Il funzionario ha comunque aggiunto che spetterà ad ogni singolo capoufficio autorizzare o meno i propri funzionari, che in totale sono 38 mila, a contabilizzare il tempo di lavoro.

Di sicuro rappresenta un’importante rivoluzione in termini di flessibilità del lavoro venendo incontro alle esigenze dei cittadini. Non è una novità la discussione riguardo il lavoro fuori dall’orario d’ufficio. La nuova tecnologia rischia di non permetterci di staccare mai a causa di email, messaggi e chiamate.

Se in Francia dal 2016 il diritto di disconnessione è sempre più presente nei contratti di lavoro, la Svizzera ha invece pensato di riconoscere ai dipendenti il lavoro svolto fuori dall’orario di ufficio. Chissà quanto impiegherà l’Europa ed in particolare l’Italia, dove lo smart working e il telelavoro, già ampiamente sfruttati in altri paesi, stanno lentamente prendendo piede in particolare a far si che vi siano delle novità in termini di flessibilità lavorativa anche nel nostro paese dove i tempi degli spostamenti sono lunghi e stressanti.

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