Tabi: The Journey of life è un fantastico volume autoconclusivo, costituito di elegantissime storie brevi, o addirittura “brevissime”. La presentazione della raccolta al Napoli Comicon 2023 in quel di J-Pop ha coronato la partecipazione dell’autrice Aki Irie alla manifestazione partenopea, nella quale era stata anche allestita una mostra con alcune delle sue bellissime tavole e illustrazioni. 

“Mi piacciono questo tipo di storie: è divertente riuscire a racchiudere qualcosa di grande in un piccolo racconto. È un po’ come nelle poesie” 
-Aki Irie

Aki Irie: un’artista riservata

Tabi The Journey of Life

Vi confesso che non conoscevo Aki Irie, e ora che ho avuto a che fare con lei e con queste storie brevi, quasi me ne vergogno. Tuttavia, non si può dire che il suo Ran and the Gray World, il primo manga che disegnò nel 2008, o la storia Nuvole a Nord-Ovest (anch’essa edita da J-Pop) siano rinomati tanto quanto meriterebbero. Lei stessa non è nota quanto altri autori o autrici, sia nel paese del sol levante che in occidente. Non che le dispiaccia stare un pochino più “defilata” dai riflettori, data la sua indole risaputamente riservata che si riflette nell’anima delle sue opere, negli sfondi splash page che parlano anche più delle vignette e nella psicologia dei suoi personaggi: sfaccettata, definita, forte e sentita, ma sempre “setosa” e delicata. 

Dopo averla vista in azione dal vivo in un contesto tanto caotico quanto affascinante, durante la sessione di sketch e autografi al Napoli Comicon 2023, e dopo aver approfondito meglio la sua storia personale, i racconti di Tabi: The Journey of life che ho letto mi sono sembrati ancor più intensi e sentiti. 

Dal suo debutto nel 2004, la sensei ha costantemente affinato il suo stile delicato, lavorando per sottrazione e arrivando a una pulizia invidiabile di ogni disegno e illustrazione. In particolare, mi hanno colpito i giochi di pieno e vuoto, l’uso (forse sarebbe meglio dire il non-uso) dei retini e gli sfondi, che sono quasi “impressionisti“. Perdonatemi se prendo in prestito un termine apparentemente così casuale: non lo è. Intendo dire che proprio come i quadri del periodo impressionista, la mangaka riempie gli occhi con una serie di dettagli minuti, che però non sono mai disegnati con troppa precisione singolarmente: è nella visione d’insieme che il disegno viene esaltato, e lo sguardo del lettore vaga sulla pagina estasiato. Come per contrasto, i personaggi sia maschili che femminili vantano una risoluzione minuziosissima, ma anche leggera e quasi incorporea. 

Tabi The Journey of Life è un volume da collezione

Piccola digressione “pratica”: il volume in sé è già un oggetto da collezione eccezionale. E’ composto da 256 pagine in bianco e nero, è brossurato e ha una sovraccoperta con elementi in rilievo, molto piacevoli al tatto. Non è “dimensione tankobon”, ma più grande: 15 cm x 21 cm. Non avrebbe potuto essere altrimenti, per esaltare al meglio le tavole di Aki Irie. La grammatura della carta è anch’essa lievemente più spessa del normale, ma non rigida. Le ultime pagine sono ancora più “tattili”, composte di pasta lievemente ingiallita e riempite di illustrazioni uniche, con tanto di commenti dell’autrice a corredo. Sono ispirate dalle storie del libro, o dai precedenti lavori della sensei, come Il mondo di Ran e di Nuvole a Nord-Ovest. Bellissimi anche gli omaggi a Dorohedoro di Q Hayashida.

Leggeri fuori, pesanti dentro…

Ho adorato la capacità dell’autrice di narrare storie di ogni tipo, caratterizzando con efficacia personaggi di tipologie fisiche e mentali molto differenti. Il melting pot che ne consegue è a volte divertente, altre commovente, ma comunque sempre significativo a prescindere dal tono della storia. Nel contesto, tipologicamente il fil rouge fantastico non manca quasi mai, sempre teso a metà tra la mitologia filo-religiosa e medievaleggiante occidentale, e lo spiritismo e misticismo orientale. Sapete, quello che risuona sinestetico dentro il lettore, come l’eco delle campane buddiste in un tempio. La varietà e il saltare da un racconto al successivo, lasciando molte porte aperte su un “e se non fosse finito qui?” è sia il punto forte, che la debolezza principale della raccolta. Accade spesso con i progetti antologici, e Tabi non fa eccezione. Perciò sconsiglio Tabi ai lettori più “settoriali”, che non amano spaziare tra generi differenti.

Tabi The Journey of Life

Per esempio, la prima storia delle 13 totali nel volume, che non intendo spoilerarvi in alcun modo esplicitamente, narra la vicenda cappa e spada di una guerriera, che mi ha ricordato moltissimo il lavoro del sensei Miura nel mitologico Berserk. La differenza caratteriale tra i personaggi di Berserk e quelli di Tabi emerge però prima ancora che nelle loro azioni, nel disegno. La protagonista di Irie è sì armata fino ai denti, pericolosa e prestante, ma non è come Casca, non ha la stessa femminilità intensa e prorompente. Manifesta piuttosto una fragilità più simile a quella di Gatsu che scaccia allo stesso modo, con un’esteriorità dura e apparentemente insensibile. Intendiamoci, non è che le manchi la sensualità: tutt’altro.

Semplicemente, la disegnatrice mostra le forme femminili e le durezze maschili, ma con “garbo” e maniera. Senza bigottismi o ridicole censure (addio nuvolette di fumo dei manga moderni), con espedienti artistici decisamente più eleganti, quali pose, inquadrature, doppi campi ecc. I sentimenti della protagonista, comunque, grondano da ogni scena e il suo monologo interiore diventa il nostro. Una volta finito il racconto, non possiamo che dirci soddisfatti. 

Poco dopo tocca alle vicende di un principe che fugge dalle sue responsabilità. Il racconto è comico, satirico. Lo stile di disegno si piega a queste necessità e le splash page lasciano il posto a suddivisioni quasi “da settimana enigmistica”. Tipiche delle produzioni meno impegnate (che non vuol dire peggiori, pure DR Slump è presentato allo stesso modo eh). A ben vedere, però, nel reale protagonista è ancora possibile intravedere il dilemma interiore, lo sforzo emotivo che avvolge ogni personaggio di ogni storia di Tabi. Che non si scorda mai perciò del suo sottotitolo: The Journey of Life, Il viaggio della vita.

Fatto di risate e lacrime, di leggerezza e di concetti più profondi e sentiti. Di sensualità, lussuria persino, e vergogna, di uomini, donne, giovani e anziani, tutti apparentemente colti in un vortice di eventi casuali, scollegati. Riuniti, in questo caso, dal tratto gentile della sensei Aki e dalla sua sensibilità. 

Tabi The Journey of Life Recensione: non per tutti

Non fraintendetemi, Tabi non è una lettura pesante. Il volume scorre piacevolmente, invogliando la rilettura per approfondire quanto appena visto. Certo, per chi non conosce l’ermetismo occidentale, o gli Haiku, capire come sia possibile racchiudere tutto questo significato in storie che possono durare anche solo 10 tavole in totale potrebbe essere difficile. Se siete fan dell’autrice questo libro è un vero tesoro a prescindere, ma non è un manga adatto a tutti. Serve capacità di interpretare, spirito di osservazione e di lettura delle emozioni. Amore per la poesia e per il “non detto”, per gli spazi bianchi da riempire con la propria interpretazione.

Lorenzo Mango

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