Tamara de Lempicka (16 maggio 1898 – 18 marzo 1980) è stata una pittrice polacca, attiva in Francia e negli Stati Uniti. Cresce in un ambiente aristocratico dove coltiva l’amore per le arti e inizia a dipingere a dieci anni con un ritratto dedicato alla sorella. Dopo gli studi in un collegio svizzero, trascorre un periodo in Italia, dove scopre il Rinascimento e ne rimane estasiata. E’ nota in tutto il mondo per i suoi ritratti Art Déco dell’aristocrazia dei primi anni del Novecento e per i suoi caratteristici nudi stilizzati.
Lo stile di Tamara de Lempicka comincia a prendere forma
Dopo la morte del padre, trascorre qualche anno con la nonna e insieme a lei compie il primo importante viaggio in Italia, nel 1907, per poi trasferirsi a San Pietroburgo. Nella città russa conosce e sposa un giovane avvocato, Tadeusz Lempicki, dal quale deriva il suo nome d’arte e con il quale si trasferisce a Parigi nel 1918. I suoi primi dipinti parigini sono nature morte e ritratti di sua figlia Kizette e del suo vicino di casa. Nella Ville Lumière frequenta l’Académie de la Grande Chaumière e nel 1922 espone per la prima volta al Salon d’Automne.
Tamara de Lempicka prende spunto dalle rotondità e le tonalità tipiche di Ingres e dal post-cubismo costruttivista e sintetico del suo maestro Andrè Lhote. Modella la plasticità attraverso una luce artificiale dalle ombre decise di influenza cubista. Le sue pennellate sono piatte e compatte, ricche di colori accesi graduati per creare linee pure e definite.
“Sono stata la prima donna a dipingere in maniera chiara e pulita: questo è il segreto del mio successo. Un mio quadro può essere subito riconosciuto tra altri cent. Il mio stile attirava subito l’attenzione: era chiaro, era perfetto.”
L’atmosfera che si respira nelle opere di Tamara è densa di erotismo e di provocazione ma anche di glamour
Le donne di Tamara sono delle veneri moderne: borghesi, altezzose, hanno la pelle d’avorio e si atteggiano in pose sensuali, riflettono a pieno il clima culturale e la moda contemporanea. Il legame con la moda è uno dei suoi elementi distintivi. I suoi dipinti venivano riprodotti su riviste del settore, come Harper’s Bazaar e Die Dame in Germania.
La sua tela La Musicienne – che ritrae la sua amante Ira Perrot in un lungo abito blu mentre suona un mandolino – apparve sulla copertina del magazine tedesco nell’aprile 1930. Come raccontato da Keith Gill, responsabile delle vendite di Christie’s a Londra:
“Tamara de Lempicka era una pittrice molto brava tecnicamente, come testimonia il sapiente uso di luci e ombre, il modo in cui gli sfondi completano gli splendidi tessuti indossati dai suoi soggetti, l’attenzione per i dettagli delle labbra, delle mani e dei capelli. Per questo i suoi dipinti sembravano quasi delle fotografie di moda allora”.
Tamara De Lempicka divenne famosa per il suo stile di vita ai limiti dello scandalo
Da una parte si faceva ritrarre sulle copertine delle riviste più patinate, in perfetto stile da diva hollywoodiana. Dall’altra, indossava abiti maschili, non nascondeva la propria bisessualità e faceva uso di cocaina. Nei suoi dipinti ritraeva tutto il suo universo: individui dell’alta società, il lusso, la voluttà, uomini eleganti in giacca e cravatta, donne ingioiellate. Non mancavano paesaggi esclusivi tra le montagne innevate di Saint Moritz e gli skyline dei grattacieli newyorkesi, ma anche tematiche sessuali e soggetti erotici.
Uno dei punti di forza della sua arte era la capacità di fondere elementi classici e contemporanei. Le sue figure scultoree richiamano le statue classiche, con rimandi a movimenti artistici a lei contemporanei come il cubismo e il futurismo. Proprio con Marinetti Lempicka strinse amicizia e fu in seguito aiutata dal poeta a promuovere la sua arte in Italia, dove conobbe anche Gabriele D’Annunzio e del quale – si racconta – rifiutò i tentativi di seduzione.
Gli ultimi lavori di Lempicka
All’inizio della seconda guerra mondiale Lempicka si trasferì prima a Beverly Hills e poi a New York con il suo secondo marito, dopo la morte del quale andò a vivere a Houston, in Texas. Sviluppò una nuova tecnica attraverso l’utilizzo della spatola al posto del pennello. Ma le sue nuove opere – vicine all’arte astratta -vennero accolte freddamente dalla critica, tanto che la pittrice giurò di non esporre più in pubblico. Alla fine degli anni Settanta si trasferì a Cuernavaca in Messico, dove morì nel 1980.
Alessia Ceci