Il Regno Unito dice addio alla Tampon Tax e vi riesce grazie alla Brexit. L’Europa ritiene infatti che i prodotti igenici, e quindi anche gli assorbenti, siano beni di lusso e non essenziali.
L’eliminazione della Tampon Tax in Gran Bretagna
Il Governo conservatore britannico, impegnato nel combattere una disastrosa ondata pandemica, ha deciso di eliminare la Tampon Tax. Ora, la lotta che ha finito per essere strumentalizzata al fine di evidenziare i vantaggi della Brexit, ha radici ben più profonde. Finora gli assorbenti nel Regno Unito erano tassati con l’Iva al 5% e, da anni le attiviste britanniche si sono battute per ottenere l’eliminazione della Tampon Tax in quanto ritenuta sessista.
Il percorso storico che ha condotto all’eliminazione della Tampon Tax
La questione della Tampon Tax in Gran Bretagna compare nel dibattito politico nel 2000, anno in cui grazie ad una mozione della deputata laburista Dawn Primarolo l’Iva sugli assorbenti venne ridotta dal 17,5% al 5%. L’argomento ritorna alla ribalta nel 2014 quando Laura Coryton lancia una petizione che ha raccolto quasi 3200 firme, senza ottenere alcun risultato. La prima vera vittoria si ha nel 2016 quando Paula Sheriff propone un emendamento che riesce a passare, anche se per essere attuato il governo conservatore ha atteso il 1 Gennaio 2021: quando la Brexit è divenuta efficace. Nel frattempo la Gran Bretagna ha istituito il Tampon Tax Found che si propone di aiutare le associazioni a supporto delle donne svantaggiate.
Tampon Tax ed Europa
Probabilmente il governo britannico ha utilizzato la questione della Tampon Tax come manovra per rendere evidenti i vantaggi della Brexit. E’, infatti, vero che l’UE ha istituzionalizzato il Mercato Unico Europeo che impone che l’Iva sia applicata in maniera uniforme. E’ previsto che si debba imporre un’aliquota standard non inferiore al 15% e quando in misura ridotta non più bassa del 5%. Esistono però esenzioni alla regola del 5% in diversi paesi europei, accettate al momento del negoziato sulla direttiva. Solo l’Irlanda nel 2006 richiese l’Iva allo 0% per tutti i prodotti igienici per il ciclo mestruale ed è per questo oggi l’unico paese membro con la piena esenzione.
E in Italia?
In Italia le donne in età feritile sono circa 15 milioni. 15 Milioni di persone che ogni mese hanno le mestruazioni, il dato da se dimostra che gli assorbenti non dovrebbero essere considerati beni di lusso. In Italia, ad oggi, la Tampon Tax impone un’Iva del 22%: gli assorbenti sono tassati come i tartufi. Solo di recente e senza risultato, a Dicembre, Laura Boldrini si è esposta per ottenere una riduzione dell’Iva sugli assorbenti dal 22% al 5%. La Boldrini ha infatti sostenuto:
“Parliamo di qualcosa che ha un impatto nell’economia della famiglie e di una donna. Nel momento in cui c’è un momento di particolare fragilità economica come quello attuale, è doveroso dare un segnale”.
La questione della Tampon Tax imporrebbe un ripensamento complessivo a livello Europeo. Ogni paese membro dell’UE dovrebbe chiedere un’esenzione dall’ Iva per un bene che è utilizzato necessariamente da tutte le donne una volta al mese. La nozione di necessità cozza inesorabilmente con quella di bene di lusso. Ci auguriamo che presto che questa ovvietà venga recepita a tutti i livelli di governo.
Seguici su Facebook e Instagram