La grande spaccatura dell’alleato di maggioranza di Governo
Tav o No Tav? Questo è il grande dilemma degli ultimi giorni in casa Movimento Cinque Stelle. Dopo la dichiarazione di Giuseppe Conte che apriva alla soluzione di votazione parlamentare, le risposte del Movimento non hanno tardato ad arrivare. Per salvare la faccia nonostante il parere favorevole all’ipotesi del premier, si sono detti decisi a votare no in Parlamento, sperando nell’appoggio di altre fazioni. Tuttavia, i numeri sono decisamente a loro sfavore, considerate le posizioni di PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia in principal modo.
L’idea quindi è quella di votare in blocco “No” al proseguimento del progetto, visto come retrogrado e non al passo con i tempi. In parole povere, un futuro che era tale 40 anni fa, mentre al momento è da considerarsi un pesante lascito del passato, destinato più che altro alle glorie dei musei.
Il punto cruciale è però quello che induce a pensare come i realtà i Pentastellati, tra Si Tav e No Tav, abbiano cambiato parere. Portare la votazione in Parlamento infatti porta a pensare ad un risultato scontato, sebbene nominalmente essi possano tenere la propria posizione. Tuttavia, in virtù dello scrutinio scontato, la scelta di accettare questa soluzione è sinonimo di accettazione della prosecuzione del progetto.
Come dimostrare questa decisione ai propri elettori sarà quindi il prossimo problema nel Movimento fondato da Beppe Grillo (rimasto quest’ultimo saldamente fedele alle sue posizioni iniziali). Soprattutto, dopo aver già ritrattato sulla questione Ilva e Tap. Che possano essere queste le basi sulle quali vacillerà la guida del partito di Luigi Di Maio?