C’era una volta, ben prima di questa recensione di Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge, il videogioco arcade. Più di un genere, l’arcade era uno stile di vita. Un modo di affrontare l’esistenza e la propria passione verso il videogioco una monetina/un gettone alla volta. C’era una volta, certo, ma per il rinomato fenomeno dei “corsi e ricorsi storici” c’è ancora. Sta tornando, è tornato, si è palesato in remake, remaster, esperimenti riusciti (Scott Pilgrim <3) e vari “virtual console”; tutti nati con l’obiettivo di rendere meno retrò il videogioco retrò, lasciando che restasse retrò quel tanto che basta a non lasciarlo nel… retro della memoria collettiva. 

Così, Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge non è solo un sequel spirituale dell’originale videogioco sulle tartarughe ninja geneticamente modificate insieme al loro maestro-topo. Bensì, è l’ennesimo omaggio alla filosofia arcade; progettato per ricordarci sia che “si stava meglio quando si stava peggio”. Ma anche che, in fondo, siamo felici di non dover più spendere una moneta ogni tre vite per superare certi passaggi videoludici. Stonks!

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder's Revenge Recensione

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge Recensione, un sequel spirituale

La definizione di “sequel spirituale” potrebbe essere controversa e non accettabile pienamente da tutti. O meglio, più semplicemente, potrebbe apparire come una definizione variabile in base alla sensibilità e al tecnicismo di chi la pronuncia. Per non perderci in chiacchiere, vi basti sapere che Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge è in tutto e per tutto un sequel spirituale dell’originale gioco da sala del 1989: Teenage Mutant Ninja Turtles. Come tale, lascia praticamente inalterata la giocabilità “tartarughe alla mano”. Ma alimenta la fiamma del combattimento a scorrimento laterale sopita persino in chi non ha mai provato un titolo simile con nuovi personaggi; nuove meccaniche; nuovi stage. Senza mai dimenticare l’importanza del fattore nostalgia, quindi, prosegue da dove il gioco del 1989 si era fermato. Senza però dichiararlo apertamente, che sia a livello di trama o altro. Appunto: è un sequel spirituale. 

Allora, è evidente che oggi come allora la semplicità è il cuore pulsante di tutta la produzione. Dalle cut-scene pixellatissime (e bellissime), ai momenti ludici con animazioni prese di peso dai cabinati, frame per frame: Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge è essenziale. Persino i comandi avanzati, le combo per intenderci, sono ridotti all’osso. E non è un difetto, anzi: è una feature fedelissima al tipo di controlli con cui l’originale titolo da sala giochi è stato progettato. Pertanto, potrete esibirvi in una serie di combo con la ripetuta pressione di un singolo tasto, oppure in scenografici calci volanti. Senza dimenticare la mossa speciale che si carica dopo un tot di avversari abbattuti, e la nuova modalità “super sayan” (per intenderci, un power up di tutte le stat momentaneo).

L’unica pecca di un simile sistema squisitamente retrò, è la gestione delle prese. Per le quali gli sviluppatori non hanno sfruttato la maggior disponibilità di pulsanti delle console moderne. Relegando una movenza importantissima nei giochi a scorrimento al posizionarsi vicino a un nemico, stando fermi fermi e sperando per il meglio. Se la presa si attiva, ottimo. Altrimenti, uno schiaffo in faccia non ce lo leva proprio nessuno. 

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder's Revenge Recensione

Tutto da ri-giocare (proprio come una volta)

Va da sé che, da bravo Arcade tradizionale, Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge non può e non vuole prescindere dal concetto di rigiocabilità. Nella terra del Sol Levante, infatti,  esistono praticamente da sempre macchine arcade che consentono di salvare la propria partita. Tuttavia, oltre a rappresentare l’eccezione, sono dispositivi che negano l’essenza stessa del “gioco arcade”. Essenza che il nuovo videogame dedicato alle Tartarughe Ninja raccoglie e mette in scena appieno.

I quindici stage in cui il gioco è suddiviso si completano in un paio di ore; al netto della difficoltà scelta per affrontare il titolo, che può innalzare il monte ore con ripetuti trial and error. Ma se avete compreso dove voglio andare a parare, capirete che è proprio una volta esaurita la modalità Storia che l’esperienza del player può evolversi; per tutta la durata dell’avventura principale possiamo rigiocare ogni stage sbloccato in qualunque ordine. E lo faremo. Più volte.

Perché solo una volta compreso da dove arriverà ogni nemico, come affrontarlo senza essere colpiti riusciremo a soddisfare le sub-task richieste da ogni livello. Puntando, magari, al punteggio più alto, come si faceva in sala giochi. O ancora, sempre mimando l’esperienza arcade, giocando nella modalità “a vite limitate”, in cui a ogni livello segue obbligatoriamente il successivo. Se vinci avanzi, se muori riparti dal livello 0. Tutto questo, ovviamente, padroneggiando ogni nostra movenza nel mentre. Per ciascuno dei personaggi selezionabili sia in singolo che in multigiocatore. 

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge Recensione, TI DEVO MENARE

Impersonare uno, piuttosto che un altro, tra i sei personaggi disponibili in Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge non varia notevolmente l’approccio agli stage. Se avete compreso quali sono i dettagli importanti da tenere a mente per ottenere il perfect score, usare uno o l’altro non farà molta differenza. Questo, nonostante le statistiche di ciascuno siano in effetti differenti, in termini di potenza offensiva, velocità e reach dei colpi. La scelta di un pg o di un altro, quindi, nella mia esperienza si è basata esclusivamente sulla preferenza estetica. Il che, data la natura arcade del titolo, non è affatto un punto a sfavore. Le animazioni in pixel art 16 bit tutte diverse per i personaggi; le ultimate differenziate e perfettamente caratterizzate; le voice line caratteristiche persino, diverse per ognuno, sono una ragione sufficiente, extra statistiche, per proporre la scelta del pg da interpretare. Senza contare che in multiplayer si genera un piacevole caos colorato in cui tutti possono sentirsi protagonisti e mattatori a modo loro. . 

Per concludere in bellezza il paragrafo: a parte il dettaglio inerente le prese citato qualche paragrafo più su; Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge, (e da questa recensione spero di averlo reso chiaro) offre un gameplay di lotta interessante e variegato. Semplice, semplicissimo. Ma che a guardarlo bene, riesce infine persino a superare il concetto “dell’omaggio all’arcade”. E diventa un arcade puro, reale, attualizzato solo in uno dei modi con i quali possiamo fruirne: la modalità Storia. Tolta quella, per dire: se il gioco fosse uscito un anno dopo l’originale, i fan dell’epoca sarebbero andati in visibilio. E non lo avrebbero trovato affatto strano, o anacronistico.

In conclusione: semplice e divertente

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge è un gioco fuori dal tempo, ma nel modo migliore possibile. Uno di quei titoli basati sul concetto di puro divertimento; veicolato attraverso azioni semplici, colori sgargianti, gameplay immediato, chiaro e con ben pochi virtuosismi richiesti al giocatore. Retrò nel profondo, dai primi stadi di progettazione. Ma mai stucchevole, “vecchio”. Forse, perché già dal principio il genere di appartenenza e la sua immediatezza non potrebbero ammuffire nemmeno volendo. Nei gusci di Leonardo, Donatello, Michelangelo e Raffaello, da sotto la pelliccia del Maestro Splinter, vestendo la tuta gialla della giornalista April: è uguale. Se siete cresciuti con le tartarughe amanti della pizza sulla tv a tubo catodico, tornerete bambini e vi divertirete come matti. COWABUNGA

TEENAGE MUTANT NINJA TURTLES SHREDDER’S REVENGE RECENSIONE | TESTATO SU NINTENDO SWITCH OLED

+Rispettoso dell’originale e del genere storico
+Direzione artistica semplicissima, ma di spessore
+Feeling dei colpi eccezionale
+In multiplayer è fenomenale

-Se volete che duri più di 2 ore va rigiocato
-Le prese non sono scorrevoli da eseguire

VOTO: 8