Tenebre e Ossa: qui la recensione della prima saga Grisha Verse

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Di Redazione Metropolitan

La prima saga ambienta nell’universo chiamato Grisha Verse creato da Leigh Bardugo ha inizio con Tenebre ed Ossa (Shadow and Bone). La Bardugo con questo primo volume presenta a tutti i suoi lettori un worldbuilding complesso e ben studiato. L’autrice ha dimostrato di saper realizzare opere molto più curate e sfaccettate per ciò che concerne la scrittura dei personaggi.

Il mondo dei Grisha è nato soltanto nel 2012 (in Italia è arrivato nel 2013) e ha avuto subito un successo grande e immediato. “Tenebre ed Ossa” è un romanzo di crescita e formazione. La trilogia è stata interamente tradotta da Mondadori ed è già tutta disponibile in italiano. Le cover sono diverse dalle originali americane. Se in un primo momento potevano sembrare poco convincenti, una volta riuniti assieme i tre volumi l’effetto è davvero gradevole.

Recensione “Tenebre e Ossa”

Tenebre ed Ossa” è uno libro migliore della trilogia Grisha. Si conoscono fin da subito i grandi protagonisti delle vicende Alina Mal, due orfani, due persone con tanta sofferenza alle spalle. Se Alina sembra fragile, Mal è forte e determinato. Questo finché Alina non scopre di essere in realtà una Grisha. I Grisha sono “l’ordine magico” che permea il Grisha Verse, appunto. I Grisha sono umani che praticano la “small science” (piccola scienza). Ogni Grisha è in grado di manipolare la materia, non crea nulla semplicemente modifica. Possono essere considerati già simili agli alchimisti che ai veri e propri maghi. Generalmente apprendono la conoscenza del loro potere in tenera età e si addestrano all’interno della corporazione Grisha.

Giulia Di Maio