Ecco come sono andati i primi incontri del Gruppo Borg e del Gruppo Agassi alle ATP Finals di Londra.
Djokovic – Berrettini
Novak Djokovic apre il Gruppo Borg e questa 50ª edizione delle ATP Finals con una schiacciante vittoria ai danni del nostro Matteo Berrettini. Il romano ha dovuto fare i conti con il fattore “emozione dell’esordiente” (come biasimarlo, dopotutto) e con un Djokovic deciso a dominare a Londra. Il serbo ha passeggiato sul povero corpo di Berrettini giocando una partita quasi chirurgica. Ha servito molto bene, facendo registrare un 75% di punti vincenti sia sulla prima che sulla seconda di servizio e mettendo in campo 4 ace. Dall’altra parte, Matteo non ha trovato in uno dei suoi colpi migliori un’arma per potersi difendere dall’avversario.
Il suo servizio, che su una superficie molto veloce come quella di quest’anno dovrebbe essere ancora più letale, non ha funzionato come avrebbe dovuto. Il serbo riesce a rispondere bene ai colpi forti ma poco convinti dell’italiano, vincendo più della metà dei punti in risposta alla prima di Berrettini. Risultato di tutto ciò: Djokovic brekka cinque volte (consecutivamente, per giunta) Berrettini. L’estrema precisione di Djoker in questa partita, d’altronde, parla da sé. Oltre alle alte percentuali al servizio e in risposta, fa registrare solo 7 errori non forzati, contro il 25 del nativo di Roma.
Insomma, Djokovic è stato pressocché perfetto e troppo superiore a Berrettini. Contro quest’ultimo, tuttavia, non bisogna lanciare troppe accuse. Sì, ci si aspetta un tennis più deciso e cattivo da parte sua, ma alla sua prima partita in un torneo così contro colui che lo gioca da favoritissimo, si può essere pure giustificati a essere talmente tesi da non riuscire a esprimersi al meglio. La prossima partita poi non aiuta l’italiano, che dovrà vedersela contro Roger Federer, reduce da una sconfitta che brucia e desideroso di rivalsa.
Federer – Thiem
Prima delle sorprese di questa prima giornata, la sconfitta di Federer ai danni di Thiem mette lo svizzero in una posizione non comodissima in vista del prossimo turno. Ma non è la prima volta che Dominic gli rompe le uova nel paniere, anzi. Con questa siamo a 5-2 in favore dell’austriaco nel computo degli scontri diretti tra i due. E tre di queste sono arrivate solo quest’anno. Una vera e propria bestia nera per Re Roger, che non ha giocato male nella partita sua prima partita alle ATP Finals, ma ha peccato di discontinuità e di poca cattiveria. E a testimonianza della bontà del gioco dello svizzero c’è, su tutti, il fatto che ha giocato più colpi vincenti di Thiem (24 contro 21).
Non ha poi servito male rispetto all’avversario (63% dei punti sul servizio contro 64% ); e nemmeno in risposta ha fatto tanto peggio di Thiem, con un 36% dei punti vinti in risposta contro 37. Una match equilibrato anche in virtù del fatto che l’austriaco ha soltanto 5 punti totali in più rispetto a Roger in totale. Dopotutto la partita si è decisa con due 7-5 risolti entrambi da un break all’undicesimo game. Thiem da parte sua gioca un buon tennis (serve quantomeno quello per battere uno che ha vinto 20 Slam, anche se non in forma smagliante), ma non eccelso.
Ha anche lui i suoi momenti in cui manca di brillantezza (ne sono prova i 22 errori non forzati), ma sul lungo periodo è più solido e costante di Federer. È bravo poi a cogliere i momenti bassi dell’avversario al servizio e breakkare al momento giusto. Non basterà però solo questo per battere Djokovic, soprattutto se è quello del match contro Berrettini. Il serbo non perdona chi sbaglia troppo. E chi non deve sbagliare troppo se non vuole lasciare Londra anzitempo è Federer, che contro Matteo dovrà tornare a giocare un gran tennis.
Medvedev – Tsitsipas
Come si era chiuso il primo giorno di finali così si è aperto il secondo, ovvero con un risultato a sorpresa. Stefanos Tsitsipas ha infatti battuto per due set a zero il giovane rivale Daniil Medvedev. Già lo avevamo detto precedentemente, lo scontro tra i due potenziali migliori della Next Gen – ed esordienti alle ATP Finals – sarebbe stata una partita imperdibile. Se forse non è stata una delle migliori prestazioni di Medvedev – che ha pagato una superficie più veloce del cemento dove aveva dominato in estate e una stanchezza derivante dall’alto rendimento di quel periodo – sicuramente è stato uno dei match più duri e convincenti della carriera di Tsitsipas.
Fin dai primi giochi il greco si dimostra più sicuro di sé, costringendo il russo a giocare un tennis che non gli piace ed evitando di farlo colpire bene di rovescio, suo colpo migliore. Dal canto suo Medvedev non gioca bene in profondità ed è poco propositivo. Atteggiamento opposto da parte di Tsitsi che è più brillante e si prende rischi che lo ripagano, accompagnando al suo incredibile atletismo grande strategia. Grazie a una volee al bacio – colpo molto cercato in partita e da cui sono usciti punti squisiti – che si stampa sulla riga, dà il colpo di grazia a Daniil e chiude un primo set dominato al servizio. Quasi perfetta la percentuale di punti sulla prima, con 22 punti su 23 (chiuderà la partita 39 su 44).
Medvedev rientra in campo con un atteggiamento diverso e sembra essere più propositivo, ma sul primo break della partita a favore dell’avversario durante il nono game, si innervosisce e spiana la strada a Tsitsipas verso una vittoria straordinaria. E ad arricchire il sapore di un successo già grande di per sé c’è anche il fatto che questa è la prima vittoria del greco sul russo. Nei loro cinque scontri precedenti, infatti, Medvedev aveva sempre vinto. Se uno Tsitsipas in queste condizioni potrà regalare tante soddisfazioni, Medvedev deve riuscire a rientrare in condizione (fisica e mentale) se non vuole essere eliminato al Round Robin.
Nadal – Zverev
Non c’è due senza tre, ci sarebbe da dire. Dopo la sconfitta di Federer e Medvedev un’altra caduta a sorpresa, quella di Rafa Nadal. Il maiorchino, come sappiamo, è reduce da un problema addominale che aveva messo in dubbio anche la sua partecipazione al torneo e non si può dire non abbia influito sulla partita contro Zverev. Il tedesco mette in scena probabilmente il miglior tennis di un anno disastrato, mentre Nadal incassa la sua più brutta sconfitta stagionale. Rafa è apparso troppo impreciso e nervoso: più volte lo si è visto contrariato con l’arbitro, col suo angolo e, soprattutto, con sé stesso.
Un atteggiamento che sicuramente non ha fatto bene al suo tennis che ha fatto fatica a esprimere al meglio. Ha sofferto una condizione fisica non delle migliori, troppe poche partite negli ultimi mesi (quattro in due mesi) e una superficie lontana dalla sua preferita. Molte delle difficoltà emerse nella partita contro Zverev sono derivate proprio dal fatto che il suo stile di gioco, perfetto per la terra rossa, non trova espressione allo stesso livello nel veloce di Londra (se un giocatore sovrasta Nadal negli scambi lunghi, c’è qualcosa che non va). Una superficie che invece esalta doti come quelle di Sascha Zverev che, soprattutto al servizio, ha dominato la partita. Comune denominatore per i vincitori degli incontri visti finora è stato proprio il buon servizio.
Il tedesco ha sicuramente saputo sfruttarlo per portarsi a casa la partita: 11 ace e 88% di punti vinti sulla prima di servizio, sebbene sulla seconda ha inciso meno (47% dei punti vincenti). Un servizio che Nadal non ha saputo gestire, con solo 12 punti in risposta su 49 e nemmeno una palla break in tutta la partita. In totale sono stati 19 i punti in meno realizzati da Rafa rispetto a Sascha, di cui 8 tra i colpi vincenti. Nonostante la scarsa forma di Nadal, niente deve essere tolto alla prestazione super di Zverev, che torna a vincere contro un numero uno dopo un anno, quando aveva battuto Djokovic proprio alle ATP Finals di Londra.