Dopo la sconfitta contro il numero due, Matteo Berrettini si arrende anche al numero tre. Adesso rimanere a Londra diventa complicato.
Fin dal primo game si sentono i “Let’s go Roger, let’s go!” a confermare da quale parte sta il pubblico di Londra (poteva essere diversamente?); riescono però a sentirsi trombette di presunta provenienza nostrana. L’inizio di Matteo è ottimo, sembra essere più sciolto rispetto alla prima partita contro Djokovic. È anche vero però che l’avversario lo fa giocare di più. E infatti Federer non riesce a gestire come aveva fatto il serbo i turni di servizio di Berrettini, che nei game iniziali mette dentro una serie di ottime prime palle. Già prima della partita Federer aveva riconosciuto nelle armi migliori di Berrettini (servizio e dritto potenti) l’ideale per giocare indoor.
Dall’altra parte anche l’italiano è poco brillante nel turno di risposta. Approfitta di alcuni errori banali dello svizzero che non ha avuto una partenza particolarmente eccelsa e sembra essere lontano dalla condizione migliore. Gli errori sono comunque da entrambi i lati, come da entrambi i lati arrivano magie e colpi spettacolari. Matteo prova a spingere cercando profondità, ma appare frettoloso e rischia di cedere il set all’avversario che ha la palla per vincerlo. Il romano però reagisce d’orgoglio, torna a giocare in modo lucido e preciso e porta la partita al tie-break. Qui Federer ingrana la quarta e lascia Berrettini indietro: uno splendido lungolinea di rovescio e l’unico doppio fallo della partita di Matteo gli consegnano il primo set.
Berrettini accusa il colpo. Inizia con difficoltà il secondo set, e ancora stordito dal set appena perso, commette una serie di errori che portano Federer al primo break dell’incontro. Per lo svizzero una serie da 11 punti a 2. È in questi contesti che uno con l’esperienza di Federer emerge contro un’esordiente come Berrettini. Roger controlla la partita non forzando niente e giocando in modo pulito. Alla Roger, insomma. Matteo cerca di reagire, ma lo svizzero sembra essere tornato improvvisamente nella sua forma migliore, riuscendo a esprimere al meglio il suo tennis. Sicuramente è un Federer diverso da quello della sconfitta contro Thiem.
Nel settimo game (il più lungo della partita) Matteo ha l’opportunità di rialzarsi, risponde bene e conquista tre palle break, ma le spreca malamente. Federer ce la mette tutta per rimettere in partita il romano e passa dal giocare punti da Federer a sbagliare colpi che non sbaglierebbe di solito. Una sfida di nervi dalla quale alla fine esce vincitore lo svizzero con l’ottavo ace della partita. Un’occasione d’oro per Berrettini che non sfrutta i momenti di defaillance di Federer e subisce il contraccolpo psicologico. Due match point per Sua Maestà che conquista dopo un’ora e 18 minuti la sua prima vittoria alle ATP Finals 2019.
Berrettini gioca meglio rispetto alla prima partita, ma non è ancora all’altezza di certe partite. La differenza di esperienza tra i due ha deciso l’incontro, e per questo non bisogna fargliene una colpa. È giovane, ha ancora tanto tempo davanti a sé per poter giocare partite del genere. Il prossimo match contro Thiem molto probabilmente sarà l’ultimo del suo torneo, che resta comunque una grande fonte di esperienza per uno dei futuri grandi tennisti italiani.
Federer è ancora lontano dalla sua forma migliore, anche se a sprazzi ha giocato un tennis d’altissimo livello. Certamente un passo avanti è stato fatto rispetto alla partita d’esordio, ma non è ancora abbastanza per battere Djokovic e trionfare a Londra. Dovrà partire dal tie-break del primo set, punto in cui è sembrato in grado di giocare al meglio il suo tennis. In attesa del risultato di stasera, sicuramente dovrà fare un ulteriore step nella prossima partita contro il serbo.