Ad appena ventitré anni Matteo Berrettini può vantare già tre titoli ATP in bacheca ed una semifinale agli U.S. Open. In un 2019 ricco di sorprese, il tennis italiano non vuole smettere di sognare
Il 2019 per il tennis maschile italiano è indubbiamente, fino un anno da incorniciare. Oltre alle grandi prestazioni di Fabio Fognini che hanno regalato al ligure l’approdo nella top ten del ranking, sullo scenario si è affacciato prepotentemente un giovane romano dal nome di Matteo Berrettini. Il romano, dopo aver iniziato a seminare nell’arco di tutto il 2018, nella stagione in corso è definitivamente esploso imponendosi sui grandi palcoscenici del tennis. La conquista ieri della semifinale degli U.S. Open è solamente la conferma delle potenzialità dell’ astro nascente del tennis italiano.
Matteo Berrettini: chi ben comincia è a metà dell’opera
L’idea secondo la quale si abbia a che fare con un giocatore dal futuro assicurato sorge spontanea notando gli straordinari progressi compiuti da Matteo a ritmo costante.
Nel primo slam dell’anno, gli Australian Open, esce si al primo turno, ma contro un grande come Stefanos Tsitsipas, al quale comunque il romano riesce a strappare il primo set al tie break.
Qualche settimana dopo Berrettini inizia a fare sul serio prendendosi un posto da protagonista nell’ ATP 250 di Sofia. Elimina in sequenza Khachanov e Verdasco prima di arrendersi in semifinale, al terzo set, a Fucsovics. Un torneo giocato ad alti livelli che riserva al laziale l’accesso nella top cinquanta del ranking.
Il concretizzarsi dei risultati arriva di lì a poco, nel mese di aprile con il trionfo all’ATP 250 di Budapest dove liquida in finale Krajinovic, all’esito di una rimonta perfetta.
L’appetito vien mangiando. Matteo prova a ripetersi nell’ ATP di Monaco e per poco non sfiora il bis se non fosse per Christian Garin bravo nell’atto finale a spegnere i sogni del romano dopo un terzo set con il fiato sospeso.
Il romano subisce un calo negli Internazionali d’Italia e nel Roland Garros dove esce malamente, ma mostra grande maturità imponendosi d’autorità sull’erba di Stoccarda, torneo in preparazione del grande appuntamento di Wimbledon.
Sull’erba inglese dei Championships continua nel suo cammina di crescita raggiungendo gli ottavi di finale. Qui riceve una vera e propria lezione di tennis dal “padrone di casa” Roger Federer che lo supera facilmente in tre set riportando sulla Terra il romano. Berrettini ringrazia l’elvetico e, dopo un’estate leggermente sottotono, dà appuntamento ai suoi tifosi in quel di Flushing Meadows.
Se puoi sognarlo, puoi farlo
Gli U.S. Open rappresentano da sempre un appuntamento complicato per i tennisti italiani amanti della terra rossa. Ma l’exploit del numero 13 del ranking sull’erba insegna. Matteo sa adattarsi a qualsiasi superficie e, complici le vittorie degli altri connazionali Sinner, Fabbiano e Lorenzi, trova la forza per dare il via ad un ennesimo sogno.
Parte benissimo superando un giocatore di grande esperienza come Richard Gasquet. Gestisce bene il secondo ed il terzo turno, per poi dare il via allo spettacolo dai quarti in avanti.
Di fronte a Berrettini, Rublev, giustiziere di Federer a Cincinnati, appare un tennista alle prime armi che viene battuto in tre set, dei quali solo l’ultimo risulta combattuto ed aggiudicato al tie-break. Diversa nell’andamento, ma identica nel risultato la sfida di ieri sera contro Gael Monfils. Un match dove a farla da padrone sono state le emozioni e la consapevolezza della forza dell’italiano.
Un primo parziale perso malamente ha aperto la strada ad un secondo e terzo set all’insegna della perfezione con un 6-2 6-3 che non lascia spazio ad equivoci. Nella quarta partita Berrettini subisce un calo che permette a Monfils di rientrare nel match rimandando il discorso qualificazione al quinto e decisivo set.
In partite del genere che hanno il sapore di maratone l’esito finale dipende soprattutto dalla tenuta mentale. L’italiano potrebbe cedere da un momento all’altro. Sciupa tre match point, ma rimane concentrato senza distrarsi un attimo riuscendo a chiudere i conti al tie break prima di lasciarsi cadere sul caldo cemento di New York.
L’impresa è stata portata a termine con successo, ma il tennis non permette di festeggiare troppo. Il tabellone oppone a Matteo in semifinale un certo Rafael Nadal, voglioso di sfruttare il duplice stop di Djokovic e Federer. E se la vetta da scalare appare alquanto impervia, la storia insegna che lo sport è la sede ideale per riscrivere il corso degli eventi.