Un 2019 del tennis dalla doppia faccia. Da un lato, i Big Three del tennis continuano a regalare match storici e record, dall’altro i giovani emergenti a piccoli passi cominciano ad occupare con sempre maggior frequenza la top ten. Tra sorprese e piccole delusioni, la “Next Generation” si fa largo
Chiunque osservi i risultati tennistici del 2019 non può non notare delle novità. Gli Slam, come sempre oramai, rimangono proprietà dei Big Three, ma negli altri appuntamenti del circuito ATP iniziano a scorgersi alcuni nomi della “Next Gen” in grado di imporsi in maniera stabile nelle fasi finali dei principali tornei.
Non tutto però è rosa e fiori. A fronte di cavalcate straordinarie che hanno condotto sotto la luce dei riflettori giovani emergenti semplicemente bisognosi di tempo, vanno registrati alcuni momenti difficili per altri incapaci di ripetere gli exploit delle passate stagioni.
Il top della Next Gen
Comunque vada il finale di stagione (anche se c’è ancora molto da aspettarsi) il 2019 sarà ricordato, tra le altre cose, come l’anno di Daniil Medvedev. Il russo, numero 4 del circuito, nonostante le ottime premesse, sta stupendo un po’ tutti. Dopo il trionfo all’ ATP 250 di Sofia, il moscovita ha iniziato a fare sul serio collezionando semifinali e finali in sequenza prima di regalarsi un’estate fantastica.
Sconfitto in finale a Washington ed alla Rogers Cup, rispettivamente contro Kyrgios e Nadal, Medvedev ha alzato il livello del suo tennis. Prima ha fatto suo l’ATP Masters 1000 di Cincinnati, poi ha conquistato la finale degli U.S. Open, seppure persa contro il solito Nadal.
Exploit concluso? Per un qualsiasi tennista forse si, ma non per Daniil che si è rimesso subito al lavoro in vista dell’ ATP di San Pietroburgo. Nel torneo di casa ha dato una grande dimostrazione di forza vincendo in scioltezza senza concedere neanche un set. Attenzione, lo Zar sta arrivando.
Altra grande sorpresa porta il nome di Matteo Berrettini, giovane che non fa smettere di sognare l’Italia. Il romano, agguantata la piazza numero 13 del ranking, non ha nessuna intenzione di fermarsi. In pochi mesi ha ottenuto due titoli ATP, un ottavo di finale a Wimbledon contro Federer e la semifinale degli U.S. Open.
Un ragazzo dimostratosi già molto maturo, bravissimo a giocarsela quasi alla pari contro un Nadal quasi inarrestabile a New York. Molto del talento è stato già messo in mostra, ma i margini di crescita sono ampi soprattutto per quanto riguarda il rovescio (colpo comunque nettamente migliorato ultimamente) e la tenuta mentale nei momenti chiave del match (il primo set sciupato contro Rafa grida vendetta).
L’ultima uscita a San Pietroburgo ha mostrato un Berrettini leggermente affaticato ed eliminato con un doppio tie break ai quarti di finale da Gerasimov. Ma il bello deve ancora venire, non c’è tempo di fermarsi in un finale di stagione che potrebbe offrire un accesso alle ATP Finals.
I (piccoli) flop
La gioventù trascina con sè molte gioie ma anche qualche momento difficile utili per fortificarsi e crescere. È il caso di Alexander Zverev, autentico protagonista del 2018, ma quasi a secco nell’anno in corso.
Se nella stagione passata i titoli conquistato erano stati 4 tra cui il Masters 1000 di Madrid e le ATP Finals di Nitto, nel 2019 ecco sorgere le prime difficoltà. Solamente un torneo in bacheca (ATP di Ginevra), una sola finale conquistata e tre posizioni perse nel ranking, dove è scivolato alla posizione numero sei.
Un bottino magrissimo, il peggiore dal 2016 quando alzò il trofeo solamente a San Pietroburgo. Il tempo per ripartire però non manca e la recente convocazione alla Laver Cup è sicuramente già un ottimo punto di partenza.
Altro tennista che non vive un periodo felicissimo è Stefanos Tsitsipas. Il greco, nonostante abbia migliorato i risultati del 2018 mettendo in bacheca due tornei, Estoril e Marsiglia, è apparso sottotono dopo una buona prima parte di annata.
Dall’ ATP di Madrid solamente due semifinali ed una finale raggiunta. Negli Slam le cose non vanno meglio: miglior risultato il quarto turno a Wimbledon. Anche per Stefanos vale il discorso della convocazione in Laver Cup come trampolino di lancio, o meglio di rilancio. Anzi, nel caso specifico va anche considerato come tra i quattro trattati sia il più giovane con soli ventuno anni.
Ad appena tre anni dalla sua entrata nel circuito professionistico, Tsitsipas, che si attesta intorno alla settimana posizione del ranking, più che un momento di crisi sembrerebbe vivere attualmente un periodo di maturazione. Con il rush finale della stagione entrato nel vivo è dunque lecito attendersi un’ inversione di tendenza improvvisa.