Il tennis è ufficialmente ripartito da qualche settimana in Emilia-Romagna con tutte le novità istituite in seguito all’ordinanza regionale del 7 maggio. Dopo aver visto come procede la riapertura per alcuni grandi circoli dell’Emilia, rimane da valutare come stiano reagendo alle nuove normative alcuni circoli più piccoli, ma comunque non meno volenterosi di riportare il buonumore tra i campi. Meno spazio significa un rispetto delle regole necessariamente gestito alla perfezione da parte di tutti gli atleti per evitare situazioni a rischio. Meno tempo rimanente nella stagione sui campi all’aperto significa dover sfruttare al meglio il periodo che si pone davanti. Vediamo tra nuove norme e vecchio spirito di collaborazione come si stanno muovendo alcune di queste realtà. Mediante un’intervista ai loro rappresentanti, siamo entrati in contatto con i seguenti circoli: Tennis Club Salso, Circolo sportivo del Cabriolo, Tennis Club Cadeo.
Ecco come riprende il tennis: intervista ai circoli emiliani
Simona Marziani, presidentessa del Tennis Club Salsomaggiore (provincia di Parma)
Forse non tutti sanno che Salsomaggiore ogni anno, ovviamente escluso quello corrente a causa della situazione di emergenza in cui tutti i circoli sono stati coinvolti, è teatro di un prestigioso torneo Juniores. Tanti i big del tennis che sono passati da quelle parti, tra cui Matteo Berrettini, che si è aggiudicato il titolo nel 2014. Eccoci a tu per tu con la disponibilissima presidentessa, rappresentante di punta di una serie di collaboratori tennistici davvero dediti al loro lavoro.
Come reagisce un circolo degno di nota, ma non grandissimo, all’improvvisa notizia di poter ricominciare a giocare? Che clima si respira dopo le prime settimane di ripartenza?
“Sicuramente, l’impatto iniziale è stato difficile. Inizialmente i giocatori hanno ricominciato a poter svolgere i singoli nelle ore prenotate, ovviamente con le restrizioni del caso, fornite dalla Fit. Ad oggi la situazione permane simile a qualche settimana fa: niente doppi per ora, niente spogliatoi, sì alla mascherina fuori campo. Sanificazione diverse volte al giorno per sicurezza. Si entra solo dal fondo del campo, non si usano le entrate laterali”.
Come funzionano le lezioni ora? E i bambini possono riprendere la scuola tennis? L’ultima volta che abbiamo parlato mi hai detto che ricominciare a giocare è stato il primo “sì” dopo tanti “no”, il che fa ben sperare per il futuro…
“Sicuramente siamo rimasti spiazzati dalla nuova situazione, abbiamo valutato nei giorni passati come poter coinvolgere i bambini appena avremmo avuto l’approvazione per farli giocare. Abbiamo rifatto due campi, dunque ora disponiamo di quattro campi in terra. Da lunedì (18 maggio n.d.r) i bambini sono tornati in campo, vengono disposti su tutti i campi disponibili in modo da essere perennemente distanziati e vengono coinvolti anche più maestri contemporaneamente per gestire al meglio la situazione. Le palline vengono radunate in un angolo con le racchette e soltanto il maestro può raccoglierle con le mani. Ci auguriamo di poter riprender anche lo stage estivo di tennis, probabilmente da metà luglio”.
Ci sono stati problemi con alcuni giocatori in questo primo periodo di ripresa, date le nuove norme? E i genitori dei ragazzi che frequentano la scuola tennis si sono adattati subito alla nuova situazione?
“Devo dire che tutti si sono sempre presentati con la loro mascherina e il proprio gel, la chiave è stata una ripresa con prudenza e seguendo il percorso tappa per tappa. Sono tutti davvero prudenti per ora, anche i genitori si stanno omologando bene alle nuove regole e mantengono le giuste distanze”.
Economicamente parlando, è stato sicuramente un periodo difficile quello appena trascorso, o no?
“Essendo una struttura che lavora su proprietà del comune, viviamo degli incassi quotidiani e della scuola tennis, dunque ci serviva davvero ripartire. La chiusura di due mesi ha pesato tanto, abbiamo dovuto mantenere i palloni dei campi coperti fino a pochi giorni prima della riapertura, senza nessuno che potesse giocarci. Le nostre difficoltà sono anche quelle di tanti piccoli altri centri sportivi. Ma dobbiamo pensare positivamente: stiamo gestendo ciò che possiamo gestire e facciamo del nostro meglio affinché tutto possa procedere al meglio”.
Anna Maria Liviotti, presidentessa del Circolo del Cabriolo (provincia di Parma)
Il Circolo del Cabriolo è un piccolo gioiellino su un lieve promontorio appena fuori dalla città di Fidenza. Il circolo è privato e i soci lo definiscono un’oasi di tennis e tranquillità. La presidentessa si è gentilmente offerta di fare due chiacchiere.
Allora, com’è stata la ripartenza?
“Inizialmente abbiamo avuto a disposizione due campi per la tanto attesa ripartenza, ora il pallone invernale è stato tolto e abbiamo la formazione dei campi agibili al completo: quattro e in terra. Ovviamente, come ogni circolo che si rispetti, stiamo mettendo in atto le nuove regole e i parametri che ci ha fornito la Fit. Distanziamento, niente cambio negli spogliatoi e guanto per chi ha il rovescio ad una mano”.
Che affluenza vi aspettavate e quanti soci effettivamente giocano?
“Si prevedeva davvero tanta affluenza. I giocatori avevano già prenotato tante ore per il primo week-end della riapertura. Anche ora i soci stanno rispondendo con una buonissima affluenza, diciamo che l’impatto con la nuova realtà fino ad ora è stato buono”.
Probabilmente c’era bisogno di un buon inizio, dopo uno stop così lungo, o sbaglio?
“Sicuramente i due mesi hanno inciso parecchio, ma un buon inizio ci ha portato a dimenticarci per qualche istante dei mesi a cui siamo sopravvissuti. Ora si tratta di capire come recuperare i tornei che avevamo in programma, dunque la questione operativa. Inoltre, va considerato anche l’argomento piscina, strettamente collegata alla buona riuscita dell’estate al circolo, ma l’apertura non dovrebbe essere troppo lontana”.
Ci sono state lamentele da parte dei giocatori o problematiche relative alle nuove modalità di gioco?
“Per ora nessuno si è lamentato apertamente riguardo a nulla, certo immagino che i giocatori di doppio per ora si sentano penalizzati, ma è così ovunque purtroppo, tuttavia la riapertura degli sport di squadra è vicina. Sicuramente l’impossibilità di usare lo spogliatoio limita chi solitamente veniva a giocare in pausa pranzo o direttamente dopo il lavoro, ma diciamo che si stanno tutti organizzando al meglio”.
Luigi Boselli, presidente del Tennis Cadeo (provincia di Piacenza)
Il circolo di tennis di Cadeo è una piccola struttura sportiva, terra di passaggio di molti tennisti tra Parma e Piacenza. Presenta due campi in terra ed un sintetico. Il presidente si è gentilmente prestato a fare due chiacchiere.
Com’è stata la ripartenza per il vostro circolo?
“Complicata come per tutti, ma buona; in tanti si sono presentati fin da subito per ricominciare a giocare. Data la situazione di emergenza appena superata, oltre a tutte le nuove disposizioni da far rispettare, controlliamo precisamente chi ha il certificato medico sportivo valido, altrimenti non si gioca. Inoltre, si firma una liberatoria affinché ogni giocatore testimoni in prima persona di essere un soggetto in salute, è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità come facciamo noi in quanto circolo per renderlo un posto sicuro”.
Come sopravvive un circolo di piccole dimensioni ad una situazione del genere?
“Sicuramente è stato un periodo difficile, abbiamo avuto tante spese per campi che, alla fine, non venivano mai usati. E così è stato per due mesi circa. Chi avrebbe dovuto occuparsi di scoprire il campo in terra, ovviamente, nel periodo di stop non ha potuto agire. Quindi ce ne siamo occupati appena abbiamo saputo della nuova ordinanza di Bonaccini, per poter garantire il gioco su due campi all’aperto”.
Ma il campo sintetico non si può usare perché è coperto?
“Inizialmente no, ora è possibile utilizzarlo a patto che le aperture laterali abbiano un’altezza che rispetti i parametri minimi consentiti”.
Qualche problema in particolare?
“Guarda, niente di eccessivamente problematico, è bello vedere i giocatori in campo, l’unico problema è che mentre parliamo sta scendendo la pioggia e per oggi non si potrà fare molto. Abbiamo fatto due mesi a 40 gradi in casa e ora…beh, speriamo che domani ci sia bello!“.
In conclusione, possiamo senza dubbio affermare che questo periodo complicato, costellato di stop e ripartenze, ha sicuramente segnato tutti i circoli coinvolti. Tuttavia, è servito a dimostrare ancora meglio quanto il tennis, pur essendo uno sport prevalentemente solitario, ha avuto bisogno di un gioco di squadra imprescindibile per superare la crisi.