Le terre rare sono considerate il petrolio del nuovo millennio e sono fondamentali per varie industrie, da quella tecnologica a quella militare. Il paese che deterrà il monopolio delle terre rare controllerà l’economia del nuovo millennio.

La Guerra commerciale tra Usa e Cina non si gioca solo sul campo dei dazi, ma anche su quello delle terre rare.

Quando parliamo di terre rare, ci riferiamo ad un gruppo di 17 elementi chimici della tavola periodica.

Più precisamente cerio (Ce), disprosio (Dy), erbio (Er), europio (Eu), gadolinio (Gd), olmio (Ho), lantanio (La), lutezio (Lu), neodimio ( Nd), praseodimio (Pr), promezio (Pm), samario (Sm), scandio (Sc), terbio (Tb), tulio (Tm), itterbio (Yb) e ittrio (Y).

Tra le terre rare si distinguono 15 lantanidi più lo scandio e l’ittrio. Il cerio, lantanio e neodimio sono gli elementi delle terre rare che vengono più prodotti.

Perché sono così importanti?

Le caratteristiche peculiari delle terre rare risiedono nel magnetismo resistente ad alte temperature e nel fatto di essere superconduttori di energia.

L’impiego di questi elementi è vastissimo: vengono utilizzati in settori che vanno da quello tecnologico a quello militare e tramite essi si possono produrre un’enorme quantità di apparecchi tecnologici come batterie, componenti dei veicoli elettrici, display, microfoni e molto altro ancora.

Per questo motivo, alcuni azzardano a definire le terre rare come il petrolio del XXI secolo, tesi condivisibile se si pensa che la gli apparecchi alimentati a batteria, nei prossimi decenni, sono destinati a soppiantare gli attuali che impiegano idrocarburi.

La lavorazione

A discapito di quanto posso suggerire il nome, la rarità di questi elementi non sta tanto nella scarsa presenza in natura, quanto nella complessità dei processi di estrazione, raffinazione e ossidazione.

Il problema più grande è l’estrazione; e difficile trovarli in concentrazioni così alte da giustificare l’ingente spesa economica necessaria; inoltre l’estrazione e la lavorazione delle terre rare è altamente inquinante. Si pensi che è necessario impiegare centinaia di litri di acqua salata al minuto e utilizzare materiali tossici per la raffinazione.

Un ulteriore problema rappresentato dal fatto che le terre rare sono spesso legate ad elementi radioattivi, producendo, quindi, una gran quantità di scorie come scarto di lavorazione.

Dove si trovano le terre rare

Circa il 40% delle riserve mondiali di terre rare si trovano in Cina, seguono il Brasile e Vietnam con il 18%, la Russia con il 15%, mentre il rimanente 12% è diviso in tutti gli altri paesi.

La città mineraria di Bayan Obo, nella provincia cinese della Mongolia interna, è il più grande giacimento minerario del mondo. Non mancano però altri depositi nel resto del paese, situati nelle province dello Schuan, Jianxi, Guandong e Shandong.

Terre Rare
Mappa dei principali Paesi produttori di minerali rari – Photo Credit: Commissione Europea

Perché sono così importanti nella guerra commerciale tra Usa e Cina?

La produzione tecnologica statunitense dipende dalla fornitura di Terre rare dalla Cina. L’US International Trade Commission ha calcolato che il 59% delle terre rare importate negli Stati Uniti proviene dal paese asiatico, ma alcuni analisti parlano di percentuali anche maggiori che arrivano fino al 75%.

È chiaro, quindi, che la Cina può approfittare del suo monopolio per poter combattere ad armi pari la guerra commerciale in corso con i USA. Si pensa che sia stato proprio questo il fattore determinante che ha permesso il congelamento del bando imposto dal governo americano a Huawei che ha costretto Google a sospendere gli accordi di fornitura software e servizi Android.

 Un monopolio destinato a finire

Per quanto ad oggi il paese asiatico rappresenti il maggior produttore di terre rare, il prezzo dei materiali è destinato a scendere.

Nel Mar del Giappone, infatti, è stato trovato un maxi giacimento di terre rare di oltre 16 milioni di tonnellate che potrà soddisfare il fabbisogno futuro per diversi secoli, senza considerare il fatto che gli elementi sono totalmente riciclabili.

Questa scoperta rende ipso facto il paese nipponico, se non il futuro leader del settore, quantomeno il principale concorrente della Cina, riequilibrando lo scacchiere commerciale.

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